Nel dicembre 2024 la fashion blogger Xiangxiang, una ragazza cinese sulla trentina, ha preso un treno da casa sua a Hong Kong per raggiungere Canton, la più grande città costiera del sud della Cina. Dopo tre ore di viaggio, Xiangxiang è arrivata al Tianhe Park dove si teneva un evento a cui era interessata: un matchmaking corner, un luogo dove incontrare e proporsi a persone single. In un video pubblicato ai suoi 70 mila follower sul social Xiaohongshu, molto popolare in Cina, ha spiegato che aveva viaggiato fino a Canton perché voleva un uomo «della Cina continentale» dato che, secondo lei, i ragazzi di Hong Kong hanno «un cattivo carattere». Solo che nel matchmaking corner di Canton ha trovato soprattutto genitori in cerca di fidanzate per i propri figli, con rigidissime regole d’ingaggio. E Xiangxiang, con i suoi 154 centimetri, non era abbastanza alta per le mamme desiderose di accoppiare i figli maschi. Per esempio una di queste madri, ha raccontato la fashion blogger nel video, le ha detto che il figlio è nato nel 1984 ed è alto 174 centimetri, ma per lui cercava specificamente una partner nata nel 1988, 1989, 1992 o 1993 e con un’altezza minima di 160 centimetri. Scartata.
Il post di Xiangxiang ha riscosso molto successo online, soprattutto tra gli utenti che hanno commentato ridicolizzando certi genitori cinesi – sono loro a cercare partner per i figli! – decisamente troppo esigenti. Ma ha riaperto anche il dibattito sugli incontri per cuori solitari che, in Cina e non solo, cercano di dare risposte al calo demografico e all’economia che rallenta. Nelle principali città cinesi, fra Shanghai, Pechino e Shenzhen, questi eventi si organizzano sin dal 2004. Il ventennio di brutale politica del figlio unico ha portato la Repubblica popolare cinese ad avere un panorama demografico alterato: troppi uomini per troppe poche donne perché allora, come unico figlio, si preferiva un maschio rispetto a una femmina. Il brusco calo delle nascite ha portato poi la leadership di Pechino a cancellare la norma, ormai una decina di anni fa, e adesso a chiedere ai cittadini di fare più figli. Solo che nel frattempo la società è cambiata, e non solo in Cina. In tutta l’Asia industrializzata, così come in Europa, si fanno sempre meno figli. Così, i matchmaking corner sono tornati di moda soprattutto tra le vecchie generazioni alla ricerca di un partner per i propri figli, ma rappresentano anche la perfetta manifestazione della pressione sociale verso il matrimonio subita dalle nuove generazioni, soprattutto fra le donne. Inoltre, la loro reale efficacia rimane dubbia, anche fuori dai confini cinesi.
In Giappone, considerato il Paese più vecchio del mondo con un tasso di natalità tra i più bassi dei Paesi industrializzati, le attività sociali per cuori solitari si sono evolute molto negli anni. Esistono diverse tipologie di eventi per single e quest’anno la città di Tokyo ha perfino lanciato un’app municipale per incontri, Tokyo Enmusubi, che usa l’intelligenza artificiale per abbinare le persone considerate «seriamente intenzionate» ad accoppiarsi in base «ai loro valori». La registrazione è biennale e costa l’equivalente di circa 70 franchi: gli aspiranti fidanzati vengono sottoposti a un colloquio con persone reali, dipendenti comunali, e devono dimostrare la loro identità e il loro reddito medio. Soltanto dopo la tecnologia interviene per fare i potenziali accoppiamenti.
Quello della città di Tokyo è solo l’ultimo dei tentativi del Governo centrale per rispondere alla crescente difficoltà dei giovani giapponesi nel trovare un/a partner, aggravata dagli impegni lavorativi e dalla ridotta socializzazione della vita di tutti i giorni, una sorta di incomunicabilità fra giapponesi che fa parte della cultura e che lo stress da lavoro ha esasperato. Secondo un sondaggio del Governo di qualche mese fa, in Giappone un adulto sposato su quattro sotto i 40 anni ha trovato il proprio o la propria partner attraverso le app di incontri, che sono ora il metodo più comune per trovare moglie o marito senza particolari stress da appuntamenti. Gli annunci pubblicitari per questa tipologia di app aumentano specialmente intorno a Natale, una festività che in Giappone ha un significato molto simile a quello che in Europa ha San Valentino, durante la quale le compagnie che vendono servizi tendono a enfatizzare il romanticismo e l’importanza di essere in coppia.
Anche la Corea del Sud affronta gli stessi problemi del vicino Giappone per quanto riguarda il calo dei matrimoni e delle nascite. Il Governo di Seul ha organizzato diversi eventi di matchmaking, uno degli ultimi si è tenuto il 23 novembre scorso, chiamato «Romance in Hangang». A ottobre si è aperta la lotteria per cento uomini e donne single (nella conservatorissima società sudcoreana si promuovono solo le coppie eterosessuali) fra i 25 e i 39 anni che vivono nella capitale sudcoreana per vincere la partecipazione a un evento che sembrava quasi una serie tv, con giochi di gruppo, incontri con gli psicologi, una crociera sul fiume Han, e infine un buono dell’equivalente di oltre settemila euro per l’acquisto di un appartamento ottenuto solo dalle coppie che si sarebbero formate durante l’evento. Un bell’impegno economico sia per il Governo municipale di Seul sia per gli sponsor, che però, a giudicare dai commenti sui media locali, non ha portato a grandi risultati, anzi. Secondo diversi osservatori il Governo continua a ignorare i problemi più profondi legati alla natalità e alla struttura sociale del Paese, dove è difficile socializzare per via del troppo lavoro, per le pressioni sociali legate al reddito medio, all’impossibilità di accedere all’acquisto della prima casa, al costosissimo sistema educativo dei figli e alle aspettative tradizionali di genere.
Anche in Thailandia il settore del matchmaking secondo molti rifletterebbe le fluttuazioni dell’economia. Kulchulee Subsinudom Nylander, amministratrice delegata e fondatrice di Bangkok Matching (agenzia di appuntamenti), ha spiegato al «Bangkok Post» che un’economia stagnante porta a una diminuzione della domanda di servizi di matchmaking, in particolare tra i clienti facoltosi. Per adattarsi all’incertezza economica, Bangkok Matching ha introdotto nuovi servizi pensati per attrarre una clientela più ampia, ma anche qui i risultati sono variabili: «Al giorno d’oggi i thailandesi credono che se un partner non migliora la loro vita, o non è un partner perfetto, allora è meglio rimanere single». È proprio questo il problema comune in tutta l’Asia: la pressione sociale e culturale trasforma gli eventi per cuori solitari in attività volte alla stabilità economica e alla compatibilità familiare più che al vero amore. Questo approccio spaventa i giovani, perché può portare a relazioni poco funzionali che influiscono negativamente non solo sulla durata dei matrimoni, ma anche sulla soddisfazione personale.