(Jon Hoefer / Pixabay)

Quella Svizzera felicemente neutrale

by Claudia

Ha fatto più che bene l’editore Laterza ad accogliere nella collana Fact Checking, la Storia alla prova dei fatti un volume sulla Svizzera, Paese neutrale (e felice), opera di Maurizio Binaghi, docente al Liceo 1 di Lugano nonché presidente dell’Associazione ticinese degli insegnanti di storia. La collana in cui è inserito il saggio persegue l’intento di smascherare i luoghi comuni, gli usi strumentali del passato, le falsificazioni e mistificazioni inoculate come tossine nel dibattito politico. Questa la prima intenzione. Ma ce n’è, in questo caso, anche un’altra, e riguarda la volontà di colmare il deficit di conoscenza che ancora circonda questo strano Paese nel cuore dell’Europa, misterioso quanto complicato.

Certo, un titolo del genere può ingenerare qualche equivoco in chi non conosce lo spirito della collana. Potrebbe pensare ad un intervento apologetico, nel solco dei libri del francese François Garçon (La Svizzera, il Paese più felice del mondo). Non è questo il proposito che ha ispirato la ricostruzione di Binaghi, attento alle più recenti acquisizioni della storiografia d’oltralpe, indirizzi finalmente slegati dall’oleografia trasmessaci dalla storia patria. Studi come quelli di Maissen e Holenstein (disponibili anche in italiano), il Dizionario storico della Svizzera, i quindici volumi delle Sfide della Svizzera curati da Oscar Mazzoleni per l’editore Dadò e infine le iniziative dei Musei nazionali (Zurigo, Svitto, Prangins) hanno provveduto a svecchiare una narrazione che per troppo tempo è rimasta inchiodata agli schemi della difesa spirituale. La polverosa ripetitività che ne derivava non sembrava disturbare più di tanto: anzi, poteva tornare utile per non portare alla luce episodi che era meglio lasciare nell’ombra, come appunto il dogma della neutralità, i conflitti sociali, i lati oscuri delle vicende umane.

Due aggettivi: neutrale e felice. Il primo è una categoria etico-politica; il secondo evoca uno stato d’animo. Come ha fatto, questo Staterello alpino, ad avvicinarli e ad accordarli, creando un gemellaggio concettuale che tuttora resiste, perlomeno in ampi strati dell’opinione pubblica? La neutralità, come Binaghi illustra ampiamente, non ha avuto vita facile nel concerto delle Nazioni. Per affermarsi e per infine elevarsi a divinità protettrice ha dovuto fare i conti con l’ostilità dei vicini, evitare di cadere in clamorose contraddizioni, dar prova di duttilità senza rinnegare il principio che la ispira. L’impresa non è sempre andata a buon fine, specialmente durante l’era napoleonica e le due spaventose guerre mondiali che hanno insanguinato il Novecento. Ciò nonostante la neutralità è rimasta infissa nella memoria collettiva come caposaldo irrinunciabile, anche perché si è rivelata funzionale all’azione politica, sia interna che esterna. Funzionale anche all’espansione della piazza finanziaria, intesa come oasi in cui era possibile svolgere operazioni bancarie in un contesto discreto, privo di interferenze e dietro impenetrabili conti cifrati. Anche in questo ambito la Svizzera ha saputo istituire un’armonia tra la neutralità e la tutela della sfera privata: legame che ha retto a lungo, fino all’abbandono del segreto bancario su pressione degli Stati Uniti e del Congresso ebraico mondiale.

Felicità: anche qui siamo al cospetto di un percorso plurisecolare, che prende forma nel Settecento, il secolo dei lumi. I «philosophes» francesi dell’Enciclopedia sono tra i primi a riconoscere questo carattere eccezionale e a descriverlo. Scrive l’autore della voce “Suisse”, le Chavalier de Jaucourt: «So che la natura, altrove così generosa [libéral], non ha fatto nulla per questa contrada, eppure gli abitanti ci vivono felici; le solide ricchezze derivanti dalla coltivazione della terra sono raccolte da mani sagge e laboriose». Da quel momento quel popolo alpino, prima sprezzato nelle corti reali europee come generatore di rozzi vaccari e feroci alabardieri, assurge a figura esemplare, umile e proba, pronta a radunarsi sotto le fronde di una quercia quando si tratta di sbrigare gli affari che riguardano l’intera comunità. L’«homo alpinus» disdegna il lusso, odia lo sfarzo e non cade nei vizi che tanto ammorbano la vita nelle città.

Associare la felicità agli umori di un popolo può risultare azzardato. E tuttavia anche questa associazione dà i suoi frutti nelle formule ufficiali dell’autorappresentazione. Funziona a lungo, finché nel secondo dopoguerra alcuni intellettuali (scrittori come Max Frisch, filosofi come Arnold Künzli, giuristi come Max Imboden, storici come Otto Marchi) iniziano a decostruire alcuni radicati miti, sia quelli originari (le presunte gesta eroiche di Tell), sia quelli prodotti da un’acritica celebrazione delle virtù elvetiche. Si parla di «malaise», di disagio, di dittatura del patriottismo, di un Paese retto da una ristretta élite civile e militare, autoreferenziale e poco trasparente. Perfino un moderato come Rudolf von Salis invita a comprendere le ragioni dei nascenti movimenti giovanili di protesta che poi sfoceranno nei moti del 68.

Il libro di Binaghi è ricco di informazioni, di passaggi poco noti, di osservazioni che magari dispiaceranno ai «veri patrioti». Non è una vera e propria contro-storia della Svizzera, ma un’esposizione piana fondata su una larga conoscenza delle ricerche finora prodotte dagli studiosi confederati di lingua tedesca e francese. È curioso, ma dopo il 1969 (l’anno in cui escono i due tomi di Calgari-Agliati), nessun altro storico ticinese ha osato cimentarsi con un lavoro di sintesi. L’unica eccezione: La Svizzera nella storia, ma è un manuale destinato alle scuole medie del Cantone. Il pubblico italiano-italofono ha ora in mano un saggio che, si spera, eviterà alla Svizzera di rimanere nel limbo delle storie nazionali minori come un’orfanella. Forse felice o forse triste, in ogni caso ignorata da tutti.

Bibliografia: Maurizio Binaghi, La Svizzera è un Paese neutrale (e felice), editore Laterza, Bari, 2025.

You may also like

Stay Informed, Stay Inspired

Subscribe to Our Newsletter for the Latest Trends and Tips!

@2025 u2013 All Right Reserved. Designed and Developed by PenciDesign