Le recenti pubblicazioni di tre raccolte poetiche offrono uno sguardo su voci diverse che esplorano, ciascuna con il proprio stile, temi come la natura, la memoria e la condizione umana. Aurelio Buletti, Laura Di Corcia con Begoña Feijoo Fariña, e Jonathan Lupi si muovono tra l’umorismo, la storia e l’osservazione scientifica, mettendo in evidenza la varietà delle prospettive nella poesia contemporanea ticinese.
Aurelio Buletti, scomparso nel 2023, ci ha lasciato in eredità Smilza raccolta di poesie sparse (Edizioni Casagrande), una raccolta che unisce riflessioni leggere e profonde sulla vita e la morte. In queste poesie, animate da immagini di animali come l’asino stanco, si trova il tono ironico e delicato che caratterizza la sua scrittura. Buletti continua a offrire, con semplicità, pensieri che oscillano tra leggerezza e riflessione.
In La parola alle cose (Armando Dadò Editore), Laura Di Corcia e Begoña Feijoo Fariña danno voce agli oggetti dei musei della Valposchiavo. Con il supporto delle fotografie di Maria Svitlycha, le poetesse creano un dialogo tra il passato e il presente, restituendo una nuova vita agli oggetti del Complesso Aino, di Casa Besta e di Casa Tomé. Il loro lavoro, che attraversa memorie storiche e osservazioni poetiche, invita a riflettere sul valore degli oggetti e sulla loro relazione con l’esperienza umana.
Ecosistemi (Dadò Editore) di Jonathan Lupi combina invece la precisione scientifica con una sensibilità attenta alla natura e al quotidiano. Lupi, docente di scienze naturali in Ticino, osserva il mondo naturale attraverso una lente scientifica, ma con un approccio personale. Le sue poesie esplorano il dettaglio della vita e dei suoi cicli, trovando nella quotidianità spunti di riflessione che intrecciano oggettività e introspezione.
Queste tre raccolte, ognuna con il proprio stile, mostrano un interesse comune per la tensione tra l’osservazione del particolare e la riflessione su temi più ampi, offrendo spunti di lettura sulla complessità della vita e della natura.