A Bologna l’affascinante dialogo tra alcune opere di Morandi e quelle dell’artista svizzera Silvia Bächli
Cinque opere d’arte dell’artista svizzera Silvia Bächli sono poste su una parete. Negli altri tre lati della stanza sono posizionate le nature morte create da Giorgio Morandi, il noto pittore e incisore italiano morto nel 1964. Le opere d’arte dell’una e dell’altro non si limitano a condividere una delle stanze del complesso che ospita il MamBO, il Museo d’arte moderna di Bologna. Quelle opere conversano. Dialogano visivamente tra loro, riecheggiando tonalità e creando una linea prospettica in movimento che attraversa tutte le pareti.
È ciò che hanno voluto l’artista Silvia Bächli e il curatore Lorenzo Balbi quando hanno pensato all’istallazione artistica before, ospitata al Museo Morandi (nelle sale del MamBO) fino al 30 marzo, insieme alla mostra permanente del Museo: 250 opere di Morandi, tra cui dipinti a olio, acquerelli, acqueforti e disegni. Una collezione organizzata in un percorso cronologico che illustra le diverse fasi artistiche del pittore, evidenziando la sua evoluzione stilistica e tematica.
«Si tratta di un dialogo tra le opere di Morandi e la contemporaneità», ha spiegato ad «Azione» Lorenzo Balbi. «La mostra si propone di aggiornare la lezione morandiana, mettendola in relazione con la ricerca contemporanea. Silvia Bächli è una delle artiste più rilevanti a livello internazionale per la sperimentazione sul medium pittorico e ci è sembrato naturale invitarla a Bologna per riflettere sul maestro Morandi e sull’attualità delle sue suggestioni», ha continuato il curatore della mostra e direttore del Museo Morandi.
Giorgio Morandi (bolognese, classe 1890), è stato uno dei pittori italiani più influenti del Novecento, noto per le sue nature morte essenziali e sospese nel tempo. La sua arte si distingue per un approccio intimo e meditativo, basato su una ricerca incessante della luce, del colore e della composizione. Attraverso la ripetizione di oggetti semplici (bottiglie, vasi, scatole) Morandi ha esplorato le infinite possibilità della pittura, dimostrando come variazioni minime potessero generare emozioni profonde.
Considerato un maestro della modernità, Morandi ha influenzato generazioni di artisti con la sua capacità di sintetizzare l’essenza delle cose. Tra questi senza dubbio rientra Silvia Bächli, che conosceva e apprezzava l’opera di Morandi già prima di questa esperienza, come ci ha raccontato lei stessa: «Giorgio Morandi è stato un riferimento fin dagli anni dell’adolescenza, quando tutti noi provavamo a replicare uno dei suoi dipinti: naturalmente, era un compito impossibile».
Anche agli occhi più attenti e sensibili le opere di Morandi e di Bächli potrebbero sembrare lontane anni luce le une dalle altre. Silvia Bächli, nata nel 1956 a Wettingen, si concentra sulla linea e sulla forma, con opere che oscillano tra astrazione e figurazione, attraverso l’uso di materiali come inchiostro, carboncino e gouache.
Il suo stile si distingue per l’eleganza minimalista e la padronanza della linea, che esplora i confini tra astrazione e figurazione.
Usando il corpo e i suoi movimenti come punto di partenza, il suo lavoro prende forma intorno a espressioni considerate parte della sfera del sensibile. In questo modo Bächli presenta una realtà fatta di frammenti e impressioni. Il risultato non sono solo «momenti pittorici», ma questi sembrano avere una predisposizione cinematica nel catturare corpi, oggetti e i loro dettagli, ma anche paesaggi, gesti, strutture e processi. Sono storie senza un inizio o una fine, che catturano un determinato momento.
La palette cromatica di Bächli è caratterizzata da tonalità che vanno dal grigio chiaro al nero profondo, con occasionali accenti di colori più vividi. Questa scelta cromatica contribuisce a creare un’atmosfera intima e meditativa nelle sue opere, invitando lo spettatore a una contemplazione profonda.
E allora, cosa ha avvicinato Silvia Bächli al lavoro di Morandi tanto da spingerla a cercare con il maestro bolognese un dialogo vero? Durante una sua visita a Casa Morandi a Bologna, in Bächli scattò qualcosa. «Quella scintilla per me sono stati i suoi pigmenti, notati su uno scaffale a Casa Morandi: sono rimasta colpita dalla brillantezza e dalla varietà delle tonalità, che di certo non sono ciò che solitamente associamo a Morandi, ma che esistono sulle sue tele, nascoste tra i toni smorzati. Se guardiamo da vicino le sue tele, ai bordi o lungo le linee dei vasi e degli oggetti, si possono vedere emergere questi colori, ed è stato proprio questo il mio punto di partenza», ci ha raccontato l’artista.
Da questa epifania è partita la ricerca artistica di Bächli nel proprio universo artistico e in quello di Morandi. Trovando un’infinità di convergenze, a partire dall’approccio all’arte.
Lo stesso titolo della mostra, before, vuole sottolineare l’importanza del tempo e del processo. Bächli, come Morandi, dedica molto tempo alla preparazione artistica di un’opera. Un processo di riflessione, quasi meditativa, durante la quale l’opera dialoga con l’artista… ma con i suoi tempi. Quei tempi necessari a scegliere i pigmenti giusti, alla stesura della pennellata, alla ricerca dell’equilibrio perfetto tra le opere.
L’impressione che si ha quando si entra nella sala del Museo Morandi dedicata all’esposizione before è che nulla sia stato lasciato al caso. Un’impressione confermata dal curatore Lorenzo Balbi.
Dopo la visita di Silvia Bächli a Casa Morandi e dopo aver compreso il legame che l’artista elvetica stava sviluppando con il maestro bolognese, è arrivata la decisione di creare qualcosa appositamente per il Museo Morandi. «L’ingaggio con l’artista è stato ancora più profondo – racconta Balbi – perché lei stessa ha chiesto di esporre le sue opere accanto a quelle di Morandi. Abbiamo accolto questa richiesta con piacere e lavorato insieme alla selezione delle opere più adatte. Silvia Bächli ha scelto otto nature morte ad olio su tela dipinte da Morandi negli anni Cinquanta, gli ultimi della sua carriera.
La scelta non è stata casuale. In quel periodo, nel 1959, Morandi aveva l’età che Silvia Bächli ha oggi, il che ha creato un ulteriore livello di dialogo tra le loro esperienze artistiche. Le nature morte di Morandi e le nuove opere di Bächli sono state quindi allestite secondo un preciso equilibrio compositivo, risultato di settimane di studio e ricerca».
Un equilibrio che permea l’intera sala. Che evidenzia la sorprendente attualità dell’arte di Giorgio Morandi, capace di risuonare nelle indagini contemporanee di Silvia Bächli.