Saranno solo bufale, ma uccidono

Chissà a cosa pensano, la sera, tornando stanchi a casa, i docenti delle scuole americane, vedendo che ciò che spiegano di giorno ai loro allievi – la summa dello scibile umano, raccolta nei secoli grazie alla fatica, allo studio, e ai colpi di genio dei migliori intelletti – viene soavemente smantellato dal proprio governo, attraverso la sconfessione teorica e pratica del loro insegnamento?

Potranno ancora bocciare gli studenti che negano l’impatto delle attività umane sul surriscaldamento del clima, quando il primo a non crederci è il Signor Presidente, che ha ritirato il proprio Paese dagli Accordi di Parigi? Potranno rimandarli agli esami di settembre se non descriveranno i vaccini come potenti armi contro l’espandersi delle malattie, quando il segretario americano alla salute si è fatto megafono delle più retrive tesi cospirazioniste sul tema e l’America abbandonerà l’Organizzazione mondiale della Salute che promuoveva le vaccinazioni?

Riusciranno a difendere una lettura inclusiva del mondo, che nel loro vivere quotidiano si traduce nello sforzo di far rispettare le diversità e le minoranze in classe, quando le eccellenze della ricerca Usa sono costrette a ritirare articoli in fase di pubblicazione per epurarli da termini non graditi dalla nuova Amministrazione, come: genere, transgender, persona incinta, Lgbt, transessuale, non-binario, biologicamente maschio, biologicamente femmina? (E se non lo fanno gli tagliano i viveri?).

Quanto credibilmente potranno raccontare che l’America è la terra delle opportunità per tutti, se dal sito della NASA sono sparite le pagine che descrivono le politiche che rendono possibile agli impiegati con disabilità svolgere il proprio lavoro? Come spiegheranno che le istituzioni scientifiche del loro Paese sono serie e affidabili, quando ci sono deputati del partito di maggioranza secondo cui HAARP, un programma di ricerca sulla ionosfera, è stato il responsabile dell’uragano Elena?

Già durante il primo mandato di Trump alla presidenza Usa, un cospicuo numero di scienziati aveva organizzato una marcia per la scienza (#ScienceMarch, @ScienceMarchDC) per contestare il crescente negazionismo climatico e le conseguenti politiche energetiche ad alto impatto ambientale, i consistenti tagli alle politiche verdi, all’istruzione e alla ricerca, bilanciati dall’incremento delle spese militari (e delle balle spaziali).

Potremmo riderne. Come ha osservato l’epidemiologo Gregg Gonsalves, la nomina del complottista no-vax Robert F. Kennedy alla segreteria della Salute è paragonabile a quella di un terrapiattista alla guida della NASA.

Raccontare panzane è uno sport vecchio come il mondo. Ma questo non è un «semplice» problema di disinformazione, che naturalmente esiste e chiama in causa i media e i giornalisti, chiedendo loro di lottare in modo ancora più deciso per tutelare il pilastro della buona informazione che consiste nella ricerca della verità e nella verifica delle fonti dubbie e ballerine (quello che si chiama fact checking). Questo è un problema di sicurezza pubblica e di sopravvivenza.

Tollerare le macroscopiche bufale del potere significa sabotare la logica, lo spirito critico e il metodo scientifico, cioè sabotare la scuola (o quello che la scuola dovrebbe trasmettere), cioè sabotare il futuro. Siamo precipitati nell’era della post-verità, che consiste – Treccani docet – nella «subordinazione della realtà alla politica, quando qualcuno cerca di utilizzare la propria ideologia o quel che si augurerebbe fosse vero per influenzare o leggere gli eventi reali».

Buttare in discarica secoli di scoperte, intuizioni e intelligenza costruttiva, ci condanna ai danni irreparabili dell’ignoranza. Quando sostituiamo il falso al vero non è che ci cresce il naso come a Pinocchio: si rende il pianeta un luogo assurdo e pericoloso, sempre più fragile, litigioso, diviso, inquinato, esposto alle epidemie. Saranno solo bufale, ma uccidono.

Related posts

Il vizio della democrazia

Un venti centesimi speciale

Airbnb, croce e delizia del turismo nostrano