Le sfide che attendono Friedrich Merz

by Claudia

Quali saranno le mosse che dovrà fare il nuovo cancelliere tedesco? Parla lo scrittore Peter Schneider

«Ed ora spero che il Governo del cancelliere Friedrich Merz sia stabile e stabilizzi anche la Germania». Così ci dice lo scrittore Peter Schneider, autore di Il saltatore del muro e Gli amori di mia madre, nel suo studio a Berlino.

Qual è la sua idea di Friedrich Merz, che non ha superato l’ambita quota del 30% dei consensi?
«A queste elezioni ho votato la Cdu di Friedrich Merz soprattutto perché mi sembra l’uomo giusto per ridare slancio all’economia tedesca in crisi. E per rispondere con una certa determinazione e indipendenza, come Merz ha sottolineato, agli Usa, che con Trump si sono avviati in un delirio di volgare onnipotenza e distanza dall’Europa».

Nei 16 anni di Angela Merkel si diceva che la cancelliera avesse «cannibalizzato» la Spd. Anche Friedrich Merz sarà un cancelliere di stampo «socialdemocratico» o più neo-liberale?
«La sua “Grossa coalizione” con i socialdemocratici si differenzierà molto dall’era Merkel. Notoriamente Merz è molto più “neo-liberale” della Kanzlerin, e soprattutto non sopporta i Verdi».

Ma come si spiega che un tedesco su 5 ha votato per la AfD, specie nei cinque Länder all’est del Paese?
«In realtà in Germania-est oltre la metà dell’elettorato ha votato per Alternative für Deutschland. Ad oltre 30 anni dal crollo del Muro di Berlino dobbiamo accettare il fatto che l’esperimento della Riunificazione delle due Germanie è fallito. Soprattutto che il muro nelle teste dei tedeschi è ancora in piedi e, anzi, è più alto che mai».

Cosa non ha funzionato e soprattutto di chi è la colpa?
«I tedeschi dell’ovest hanno promesso di tutto ai cosiddetti “Ossi” all’est, ma si sono impossessati delle ville sui laghi dell’est, lasciando agli “Ossi” tanta disoccupazione e frustrazione. Si tratta di traumi che in Germania-est si ereditano di generazione in generazione. È drammatico poi che sino ad oggi, all’est, non si ritiene la ex Ddr una vera dittatura, ma solo una società autoritaria! Anche per questo all’est sono tanti a sentirsi legati a Mosca e a Putin. Ecco da dove viene il serbatoio di protesta che alimenta la AfD».

Merz ha promesso ai suoi elettori di rilanciare l’economia tedesca e di rivedere la politica delle migrazioni. Partiamo dal primo punto…
«Il Pil in Germania non cresce da due anni. Ho votato per Friedrich Merz perché la Cdu ha più competenza in politica economica. Il socialdemocratico Gerhard Schröder, quando era Kanzler, fece in realtà con la sua Agenda 2010 una politica economica della Cdu, ma perse la poltrona di cancelliere. Nel 1998, quando Schröder sostituì Kohl, la Germania era al 27° posto in termini di competitività, lì dove siamo riprecipitati oggi. Per questo ho votato Merz, sperando che abbia il coraggio di uno Schröder».

Merz chiuderà i confini o rivedrà il diritto d’asilo in Germania?
«Su questo tema lui ha accettato in Parlamento l’appoggio della AfD, il che in Germania è la rottura di un tabù. Ma qui in Germania, senza infrangere le norme europee sulla migrazione, abbiamo bisogno di un nuovo diritto di asilo in cui le istituzioni decidano quanti rifugiati accogliere ogni anno. Noi tedeschi non possiamo continuare a crederci gli angeli della storia, dopo esser stati con il nazismo i mostri d’Europa. La politica migratoria deve diventare più pragmatica, se non vogliamo che AfD prenda ancora più voti»

Merz ha promesso l’aumento delle spese militari e l’impegno per la difesa dell’Ucraina. Ma dove troverà i miliardi necessari per aumentare sino al 3% le spese militari?
«Anche la politica della difesa di Merz sarà più attiva dell’ex Kanzler Olaf Scholz, tentennante sulla questione degli armamenti all’Ucraina. Trovo elegante come Macron si sia opposto a Washington sugli aiuti militari. E spero che Merz si opponga in modo altrettanto intelligente a tiranni come Putin e Trump».

La Germania di Merz sarà un elemento essenziale in un nuovo rapporto strategico con la Francia di Macron, l’Inghilterra di Starmer e la Polonia di Tusk?
«L’Europa deve trovare la sua strada sia in politica estera che della difesa per rendersi autonoma dall’America di Trump. Su questo punto Merz ha già detto l’essenziale la sera stessa del 23 febbraio. Sui valori della libertà e democrazia gli Usa non sono più un esempio da seguire».

Riuscirà Merz e la sua nuova Grosse Koalition a superare la forte opposizione in Parlamento di Afd e Die Linke?
«Lo spero e spero che nei tempi a venire il nuovo Kanzler riesca più simpatico alle donne tedesche che non accettano la sua visione tradizionale della famiglia e della donna. Le priorità della Germania sono oggi soprattutto la politica economica e migratoria, la difesa in Ucraina e il rilancio dell’Europa. È su questi temi che Merz dovrà farsi valere».