Ticino, più pendolari sui trasporti pubblici

A fine gennaio l’Ufficio federale di statistica ha pubblicato i risultati della rilevazione strutturale del censimento federale della popolazione per il 2023. Si tratta della raccolta delle informazioni fondamentali sul profilo socio-demografico della popolazione svizzera. Un tempo il rilievo avveniva ogni dieci anni sottoponendo un questionario a tutte le economie domestiche del Paese. Poi si è optato per un’indagine campionaria, più semplice dal profilo organizzativo, meno costosa e nel contempo più completa e con frequenza annuale.

La pubblicazione dedica un capitolo specifico al fenomeno del pendolarismo, ossia ai movimenti delle persone che hanno un posto di lavoro fisso al di fuori dell’edificio in cui vivono. Considera la popolazione dai 15 o più anni.

I movimenti dei pendolari costituiscono circa un terzo degli spostamenti quotidiani registrati sulle reti stradali, ferroviarie, ciclabili e pedonali. Sono dunque una componente molto rilevante del traffico quotidiano. Il loro impatto sulle condizioni di mobilità è accentuato dal fatto che questi flussi si concentrano nelle ore di punta del mattino (06.00-08.00) e della sera (17.00-19.00). Gestire le punte compatibilmente con la capacità delle infrastrutture e dei mezzi disponibili costituisce una delle sfide fondamentali della politica della mobilità. Accanto all’adeguamento delle reti di trasporto, sempre lungo nei tempi realizzativi e sempre più costoso, un’organizzazione diversa degli orari di lavoro e dei programmi formativi così come un maggiore ricorso al telelavoro può contribuire in modo rilevante alla soluzione dei problemi.

Dai nuovi dati abbiamo estratto alcune informazioni interessanti.

Innanzitutto la conferma che siamo un popolo di pendolari. L’80% delle persone occupate si sposta quotidianamente, una quota tendenzialmente in aumento.

Sul piano nazionale un po’ più della metà dei pendolari (51,3%) utilizza i mezzi di trasporto motorizzati privati (automobile, motocicletta o bus aziendali); in Ticino sono ben di più, e raggiungono circa i 2/3 (62.7%). Nella graduatoria dei Cantoni il Ticino si colloca nelle prime dieci posizioni. Non é una novità in quanto il dato già emergeva dalle rilevazioni precedenti. Ciò che sta cambiando sembra tuttavia essere questa graduatoria. Da leader della corsa fino a una decina di anni fa il Ticino indietreggia. Ciò è pure evidenziato anche dal suo tasso di motorizzazione (numero di automobili per 1000 abitanti) che non è più dominante, e pure dal parco veicoli ticinese, che addirittura si é contratto rispetto al 2018 per poi stabilizzarsi.

A questa tendenza si affianca quella, in senso inverso, rilevata negli spostamenti con i servizi di trasporto pubblico. Nel 2023 in Ticino vi ha fatto capo un pendolare su cinque (20.3%). Pur rimanendo ben al di sotto della quota media nazionale del 30.5%, il Ticino sta risalendo dagli ultimi posti della classifica, lasciandosi alle spalle Svitto, Friborgo, Appenzello esterno, Grigioni, Giura, Vallese, Turgovia, Glarona, Obwaldo, Uri e Appenzello interno (si veda il grafico). Nel 2010 la sua quota era appena del 15.5%. Il 16.2% dei Ticinesi si reca al lavoro a piedi o in bicicletta.

Quale è il profilo dei pendolari ticinesi che utilizzano il trasporto motorizzato privato? Tendenzialmente si tratta di uomini (55%), con una età tra i 45 e i 64 anni (51%) e che esercitano una attività da liberi professionisti e quadri superiori (38%), da competenze intermediarie (27%) e dispongono di qualifiche manuali e non manuali (31%).

Chi fa invece capo ai trasporti pubblici? Troviamo soprattutto donne (52%) e prevale la classe di età tra i 25 e i 44 anni (44%). Il profilo socio-demografico non cambia invece sostanzialmente rispetto a chi predilige i trasporti motorizzati. Si nota comunque una maggiore presenza di impiegati e operai non qualificati e persone in formazione mentre è pure presente, anche se meno marcatamente rispetto a chi sceglie il trasporto individuale, il gruppo delle professioni qualificate manuali e non manuali.

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