La Gen Z e la chirurgia estetica su TikTok

«Sono una ragazza che, come molte coetanee, è vittima dei social media e della chirurgia plastica. Tutto è iniziato nell’autunno del 2020 quando, per liberarmi da un complesso che mi aveva tormentato sin dalla prima adolescenza, ho cominciato a cercare sul web un chirurgo plastico al quale rivolgermi. Da quel momento sono entrata in una spirale senza via di uscita; il bombardamento continuo dei social sull’argomento ha assorbito tutta la mia attenzione tanto che per molto tempo non ho pensato ad altro e mi sono sottoposta a vari interventi di chirurgia plastica. Adesso mi rendo conto dei rischi che ho corso e di quanto alcuni medici si approfittino della fragilità, dei problemi e della superficialità (non rara alla mia età) di molte ragazze». È l’inizio di una lettera che arriva a Dataroom, la redazione dove lavoro al «Corriere della Sera», poco dopo la storia di Margaret Spada morta a 22 anni lo scorso novembre in seguito a una rinoplastica eseguita da un medico trovato su TikTok. Un pugno nella stomaco!

Nel corso degli anni già a Il caffè delle mamme ci siamo occupate di come più le nostre figlie stanno su Instagram e TikTok, più manipolano gli scatti che le ritraggono utilizzando i filtri messi a disposizione dai social per migliorare l’aspetto fisico. Li spinge la Fomo, ossia la Fear of Missing Out, che è la l’ansia di essere esclusi da qualcosa. Il rischio che abbiamo denunciato è duplice: da un lato una sempre maggiore difficoltà ad accettarsi per come si è nella realtà, dall’altro quello di ritrovarsi accusate di catfishing che nel gergo della Gen Z è il termine utilizzato per schernire chi dal vivo è diverso da come appare sui social. È il motivo per cui abbiamo dato voce al messaggio controcorrente di Antonino Di Pietro, dermatologo dei vip al naturale nonché padre della dermatologia plastica rigenerativa, perché le convincesse che La bellezza è l’imperfezione (ed. Solferino, 26 maggio 2022). E ne Le parole dei figli abbiamo sottoscritto quelle di Jolanda, la figlia 18 enne dell’attrice Ambra Angiolini e del cantante Francesco Renga, che ha reagito all’accusa social di essere brutta dimostrando che è possibile alzare la testa contro i giudizi degli altri.

Ora la lettera di Altea, il nome della ragazza che ci ha scritto, impone a Il caffè dei genitori di prendere consapevolezza delle disastrose conseguenze che la rincorsa ai modelli social può portare: quando il filtro non basta più, ecco scattare la corsa alla chirurgia estetica. È già realtà! Con un’aggravante che fin qui ci sembrava inimmaginabile: se è TikTok a influenzare l’estetica non c’è da stupirsi che diventi anche il referente principale per sapere a che medico rivolgersi.

PubMed, la più grande banca dati di articoli scientifici in ambito medico, fotografa una nuova tendenza globale: la prejuvenation, ossia il pre-ringiovanimento, che sta a indicare l’atteggiamento tipico della Gen Z di volere prevenire la comparsa di rughe, perdita di volume e altri cambiamenti cutanei, spesso con l’uso di botox, filler, laser, skincare avanzata e trattamenti dermatologici mirati. Foad Nahai, prof. di chirurgia plastica all’Emory University School of Medicine di Atlanta e direttore editoriale dell’Aesthetic Surgery Journal, scrive insieme ai colleghi dermatologi Diala Haykal e Hugues Cartieris: «Il cambiamento più rilevante nella dermatologia estetica negli ultimi 20 anni riguarda il passaggio dai trattamenti di correzione e inversione per i Millennials alle misure preventive per la Gen Z. L’analisi dell’atteggiamento della Gen Z nei confronti dell’invecchiamento rivela un netto cambiamento rispetto alle generazioni precedenti, caratterizzato dal desiderio di prolungare la giovinezza e dal rifiuto delle tradizionali concezioni dell’invecchiamento. Le motivazioni della Gen Z per ricorrere alla prejuvenation, che includono procedure cosmetiche e scelte di vita, derivano dalla loro enfasi sull’auto-espressione, dall’influenza dei social media e dalla paura di perdere esperienze legate alla giovinezza (Fomo). Comprendere questi atteggiamenti e motivazioni aiuta a rafforzare l’idea che la ricerca della prejuvenation da parte della Gen Z rifletta un più ampio cambiamento culturale, in cui l’aspetto giovanile assume un valore crescente, ponendo nuove sfide alle norme sociali sull’invecchiamento. Di conseguenza, ciò evidenzia la necessità di ulteriori ricerche e considerazioni etiche riguardo alle implicazioni a lungo termine di queste tendenze».

L’influenza di TikTok su dermatologia, estetica e cura della pelle è ormai un filone di studi scientifici e a Il caffè dei genitori dobbiamo prenderne atto, quantomeno per parlarne con le nostre figlie (ma anche con i nostri figli!). Il modello non può essere – e dobbiamo iniziare anche noi adulti a dare più che mai l’esempio – il TikTok face che sta per occhi grandi e luminosi, naso sottile rimodellato tramite chirurgia o filler per ottenere una forma più affusolata e proporzionata al resto del viso, guance che appaiono più alte e scolpite, labbra gonfiate. Non è un caso se la Gran Bretagna già il 1º ottobre 2021 ha introdotto il Botulinum Toxin and Cosmetic Fillers (Children) Act 2021, una legge che vieta la somministrazione di tossina botulinica (botox) e filler cosmetici a scopo estetico a individui di età inferiore ai 18 anni. E l’American Society of Plastic Surgeons (ASPS), la più grande organizzazione di chirurgia plastica al mondo, che rappresenta il 92% di tutti i chirurghi plastici certificati negli Stati Uniti, afferma che il 37% delle rinoplastiche e il 25% degli interventi per aumentare il volume degli zigomi viene eseguito dalla Gen Z.

Lo racconta anche la nostra Altea: «Mi sono sottoposta a una rinoplastica secondaria presso lo studio dal quale la povera Margaret non è più uscita viva. La stessa sorte sarebbe potuta toccare a me; lo stesso tipo di anestesia e la somministrazione di adrenalina a lei non hanno dato scampo. Purtroppo l’industria della chirurgia estetica si sta espandendo sempre di più e nasconde molte insidie, motivo per cui le ragazze andrebbero tutelate, soprattutto coloro che non hanno alle spalle famiglie in grado di consigliarle e affiancarle nelle scelte importanti ed è inammissibile che il sistema le abbandoni al rischio di rovinare il loro aspetto o addirittura morire in uno studio medico non attrezzato».

Ragazze che farebbero qualunque cosa per essere perfette: che dannazione! Il ruolo dei social nell’aumento delle richieste di chirurgia estetica tra le adolescenti. La continua esposizione a immagini idealizzate che abbattono la loro autostima. L’obiettivo di raggiungere standard estetici irrealistici come conseguenza dell’uso costante di filtri. E perfino la ricerca dei dottori su TikTok. Cosa aspettiamo a intervenire? «Quello che è successo mi tormenta – conclude Altea –. Purtroppo per Margaret non possiamo fare più niente, però possiamo fare in modo che incidenti così gravi non accadano più. Mi piacerebbe spiegare alle ragazze come me di stare attente nella scelta del chirurgo perché alla nostra età è difficile valutare con lucidità e consapevolezza soprattutto quando si è alla ricerca della perfezione ad ogni costo». Non dobbiamo aspettare che ci scappino altre morti. E come genitori dobbiamo essere in grado di aiutare le nostre figlie anche a fare un passo in più: non solo il chirurgo estetico non va cercato su TikTok, ma non va proprio cercato. Punto.

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