Un Salone popolare, ma di qualità

Quando la letteratura si fa memoria, i libri diventano il tramite che lega il passato al presente, preservando storie che rischierebbero di svanire. Su questo concetto si fonda l’atteso Festival del Libro di Muralto, giunto alla sua sesta edizione. Più che un evento, un luogo di incontri, dove editori, scrittori e lettori si uniscono nel nome della cultura.

Dal 20 al 23 marzo, Muralto si animerà di letture, spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche. Gli spazi che ospiteranno l’evento sono diversi: la palestra scolastica si trasformerà nel Salone del libro, cuore pulsante della Fiera; al Palazzo dei Congressi avranno luogo soprattutto proiezioni cinematografiche e teatri; presso la bella Residenza San Vittore si terranno invece la maggior parte delle presentazioni librarie; mentre la sala del Consiglio comunale di Muralto, ospiterà gli incontri dedicati ai bambini. Tra i luoghi preposti, anche il Piazzale del Bar Incontro (dove, alle 19:30 di venerdì e sabato, saranno offerte maccheronate e risottate), e la Chiesa di San Vittore che ospiterà un evento speciale.

Un intero quartiere si trasformerà dunque in luogo di scambio e confronto: «Qui creiamo occasioni di incontro, anche e soprattutto per avvicinare i più giovani alla letteratura». Quello di Stefano Gilardi, presidente e direttore operativo del festival, è un messaggio chiaro: non si tratta solo di celebrare i libri, ma di costruire ponti tra generazioni e discipline diverse. «Il nostro obiettivo è aprire le porte agli scrittori locali, agli editori, ma – per avvicinare i giovani con attività che stimolino l’interesse attraverso l’immagine – abbiamo invitato anche degli illustratori (ndr: tra i quali Lisa Gyongy, presente con altri artisti all’interno della mostra Illustrare le Memorie, a cura del Collettivo Illustrazione Ticino)» ha aggiunto durante la conferenza stampa Gilardi, evidenziando l’importanza dei linguaggi visivi per accompagnare i più giovani verso la letteratura.

Non quindi semplici incontri formali, ma un festival che continua a evolversi, mantenendo saldo un principio che ha caratterizzato le sue origini: la cultura deve essere accessibile a tutti, senza però mai scadere nella banalità. «Siamo popolari, ma di qualità» ha sottolineato Renato Martinoni, direttore artistico dell’evento, chiarendo il punto essenziale: «Vogliamo che chi viene da noi non parta dicendo “non ho capito nulla”, o faccia finta di capire. Noi vogliamo che chi viene da noi esca contento, con la voglia di comprare un libro e di leggerlo».

Il progetto, che si pone al servizio della comunità, è sostenuto dalle istituzioni locali e da collaborazioni preziose come quella con il Locarno Film Festival.

Ed è proprio Luigi Pedrazzini, vicepresidente del Locarno Film Festival, che vede nella tre giorni di Muralto un’occasione fondamentale per rafforzare il legame tra il territorio e le sue tradizioni culturali: «Il tema di quest’anno è la memoria, che non è solo un dovere, è una responsabilità tanto più attuale che mai». A tal proposito, la prima serata sarà dedicata alla Valmaggia, ricordando anche il dramma che ha vissuto l’anno scorso. Ma Pedrazzini elogia soprattutto la Fiera: «Lo spazio riservato agli editori di casa è fondamentale, perché è grazie a loro che possiamo preservare i nostri valori e il nostro patrimonio culturale».

E non sono pochi gli editori: «È sempre una sorpresa vedere in palestra quanti libri sono pubblicati nella Svizzera italiana in un anno: è una cosa impressionante» conferma Martinoni, sottolineando l’importanza di dare visibilità a una produzione editoriale spesso trascurata dai grandi circuiti.

Il Festival del Libro di Muralto si distingue però anche per l’attenzione al rapporto tra letteratura e cinema. Un legame che Martinoni ha voluto valorizzare, invitando autori i cui testi hanno dato vita a opere cinematografiche. Quest’anno, ad esempio, sarà presente Donatella Di Pietrantonio, autrice de L’Arminuta, da cui è stato tratto un film che verrà proiettato durante il festival, sebbene l’autrice parlerà prevalentemente della sua ultima opera – vincitrice l’anno scorso del Premio Strega – che si intitola L’età fragile.

Anche i bambini avranno il loro spazio: Roberto Piumini, uno degli autori più prolifici e amati dai giovanissimi, terrà una lettura spettacolo a loro dedicata, e sarà protagonista di un connubio tra teatro e letteratura, con lo spettacolo Fiamme d’Italia, che avrà luogo nella Sala dei Congressi.

Senza il contributo delle persone che lo organizzano, questo Festival non sarebbe però lo stesso: «Non si fa niente da soli, si deve sempre lavorare con gli altri» ribadisce Martinoni, riconoscendo l’importanza della collaborazione tra istituzioni, sponsor e volontari. «La cultura è economia, è investimento, e il nostro essere qui è un modo per metterci al servizio della comunità». Una comunità che, edizione dopo edizione, ha saputo rispondere con entusiasmo a questa iniziativa (peraltro totalmente gratuita), trasformandola in un evento partecipato e apprezzato.

In un’epoca in cui il valore della cultura sembra spesso messo in discussione, il Festival del Libro di Muralto si pone come un baluardo di resistenza, un’occasione per fermarsi e riflettere, per ascoltare e confrontarsi: «Il festival non è solo un’esposizione di opere, ma un momento di pausa dalla frenesia informativa», ha evidenziato il professor Renato Martinoni: «Viviamo in un mondo che non ci dà più spazio per riflettere. Siamo bombardati di informazioni senza avere il tempo di assimilarle: questo Festival offre un’occasione unica per fermarsi e confrontarsi con la memoria attraverso i libri e il cinema». Martinoni ha poi ricordato come la manifestazione nasca dall’incontro tra amici, figure che, pur pensionate, continuano a dare il loro contributo alla società.

Un appuntamento che, come ha ribadito in conclusione Gilardi, «ha saputo rinnovarsi negli anni, mantenendo sempre la qualità e l’accessibilità come criteri fondamentali». E per chi parteciperà, l’invito è chiaro: prenotatevi in anticipo, perché il tutto esaurito per certi eventi è già dietro l’angolo.

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