Ragionare in maniera non convenzionale e fuori dagli schemi è molto utile per trovare idee efficaci e soluzioni nuove come ci racconta Paul Sloane nel suo ultimo libro
Pensare in maniera convenzionale non è sempre utile per trovare idee efficaci e risolvere problemi complessi. Dovremmo prediligere un approccio diverso. Paul Sloane, speaker, autore e consulente britannico (autore di più di venti libri, che complessivamente hanno venduto oltre due milioni di copie), ha appena pubblicato in italiano un manuale con consigli ed esercizi per allenarci a ragionare fuori dagli schemi. Il testo si intitola Il pensiero laterale per la vita di ogni giorno. Soluzioni straordinarie per problemi ordinari (FrancoAngeli).
Paul Sloane come funzionail pensiero laterale? Cosa lo rende diverso da quello verticale?
Nel pensiero convenzionale, o verticale, si procede in modo prevedibile e diretto. Il pensiero laterale consiste, invece, nell’affrontare il problema da nuove direzioni, prendendolo letteralmente di lato. Ci permette di concepire soluzioni creative per problemi grandi e piccoli. In ogni ambito della vita esistono idee dominanti. Si tratta degli assunti e delle regole alla base dei sistemi e che influenzano il pensiero e gli atteggiamenti delle persone. L’idea che la Terra fosse piatta e che fosse posizionata al centro dell’universo è un esempio di idea dominante che ha polarizzato il pensiero lungo linee prestabilite. Una volta che si instaurano delle idee dominanti, qualsiasi altra cosa viene vista in modo da avvalorarle. Per noi è facile criticare quei costruttori di carrozze a cavalli che pensavano che le automobili fossero degli stupidi marchingegni che non avrebbero mai avuto successo. Di fatto, anche noi siamo prigionieri di idee consolidate. Una tecnica di pensiero laterale che possiamo utilizzare consiste nell’elencare tutte le idee dominanti che influiscono sulla nostra situazione per poi metterle deliberatamente in discussione.
Cosa ci fa temere di pensare fuori dagli schemi?
Esiste un concetto chiamato «pensiero di gruppo». Le persone, quando sono in gruppo, prendono spesso decisioni sbagliate perché cercano di raggiungere il consenso minimizzando il conflitto. Reprimono i punti di vista dissenzienti, evitano le questioni controverse e si isolano dalle influenze esterne. Il risultato è che non considerano davvero le prospettive alternative. Chi dice qualcosa di non ortodosso o bizzarro sembrerà strano e si assumerà un grosso rischio. Le persone non vogliono sembrare stupide, non auspicano di essere derise né ridicolizzate. Ma a volte servono idee molto audaci e molte volte provengono dagli esterni e non dagli interni al proprio gruppo di riferimento.
Come possiamo pensare «lateralmente»?
Ho elencato tutte le tecniche principali che servono a sviluppare il pensiero laterale nel mio libro. Quando abbiamo un’idea, è sempre bene farsi delle domande: se fosse vero il contrario? Se non avessimo bisogno di farlo? Se trovassimo una maniera completamente diversa di porre domande? È più facile capire il pensiero laterale in retrospettiva che guardando al futuro. Travis Kalanick era a Parigi nel 2009 e non riusciva a trovare un taxi libero. Se avesse pensato verticalmente, avrebbe deciso di prendere la metropolitana, camminare, salire sull’autobus oppure aspettare un taxi. Lui, però, pensava lateralmente: «Posso sfruttare la capacità di tutti gli automobilisti di Parigi che potrebbero essere felici di darmi un passaggio per una tariffa ridotta». E ha creato Uber che adesso è una app del valore di 60 miliardi di dollari. Nessuna compagnia di taxi ci sarebbe mai arrivata.
Nel suo libro lei scrive che le persone immigrate sono particolarmente capaci di creare imprese di successo. Perché hanno un vantaggiorispetto ai nativi?
Il motivo principale è ciò che Matthew Syed chiama «mentalità dell’outsider». Le persone immigrate hanno sperimentato un Paese e una cultura diversi. Non sono cresciute con i presupposti e le convinzioni radicate nella maggior parte della popolazione nativa. Essendo al di fuori dei quadri di riferimento prevalenti, possono sfidare lo status quo e vedere nuove possibilità. Possono contrapporre e combinare due punti di vista diversi, perché è quello che hanno fatto fin dal loro arrivo. La Kauffman Foundation riferisce che più del 40 per cento delle aziende Fortune 500 è stato fondato da immigrati o da figli di immigrati, che più del 50 per cento delle startup americane da un miliardo di dollari, o «unicorni», ha almeno un fondatore immigrato e che gli immigrati, rispetto ai nativi, hanno quasi il doppio delle probabilità di fondare una nuova azienda.
Il suo consiglio è di fare domande. Quanto è importante chiedere?
Il pensatore laterale è sempre curioso e pone molte domande, intelligenti, stupide, infantili. Nel 1970 il figlio di sei anni di Roger Hargreaves, Adam, fece al padre una domanda che solo un bambino poteva pensare. Adam chiese: «Papà, com’è fatto il solletico?». In risposta, Hargreaves, da fumettista, disegnò l’immagine di un blob arancione e rotondo con una faccia e lunghe braccia gommose. Il blob divenne il personaggio principale del suo primo libro, Signor Solletico. Hargreaves faticò a trovare un editore disposto ad accettarlo, ma alla fine il libro fu pubblicato e divenne l’inizio della serie Mr. Men, che ha venduto più di 90 milioni di copie.
In che modo i pregiudizi ci impediscono di pensare fuori dagli schemi?
I pregiudizi ci imprigionano in ragionamenti precostituiti. Dovremmo sforzarci di essere più aperti mentalmente, incoraggiare opinioni contrarie, frequentare persone che la pensano in modo contrario al nostro invece di circondarci di chi è d’accordo con noi. Mi viene in mente l’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Ha affidato tutte le cariche governative importanti a collaboratori che gli sono leali e non intendono contraddirlo. Così può realizzare le sue politiche senza problemi. Ma sta facendo un grosso errore perché se sbaglia, nessuno glielo dirà. Una situazione fantastica se si va nella direzione giusta. Se però la direzione è sbagliata, ci si può schiantare.