La realtà di Radio Gwen(dalyn), un luogo dove si dà voce anche alla cultura «altra»
C’è un po’ di tensione in via alla Campagna, al secondo piano di una vecchia casa di Molino Nuovo, una di quelle sfuggite alla speculazione edilizia e dove si respira ancora l’aria di una Lugano d’altri tempi. È proprio da questa cucina, con le pareti colorate e il pavimento di cementine esagonali tipiche dell’edilizia popolare del secolo scorso, che Radio Gwendalyn trasmette questa sera, ospite dell’associazione culturale Ahora Es Cuando. Mancano pochi minuti alla messa in onda e Daniela, una delle tre conduttrici, non si trova. È scesa a telefonare agli ospiti per spiegare loro come raggiungere lo studio, ma c’è ancora da rivedere la scaletta e definire la playlist musicale.
Sta per iniziare la sesta puntata de La Repubblica delle Palme, una delle novità del palinsesto primaverile di Gwen (chiamata affettuosamente così dalle persone che l’ascoltano). Armando collega gli ultimi cavi dei microfoni al mixer, pronto a inviare il segnale al server che lo manderà in onda. Marco è ancora immerso nel montaggio di un’intervista registrata in esterna questa mattina, mentre nella stanza accanto si sta per concludere una lezione di pianoforte.
L’orologio segna le 18.00 e, come per magia, tutto si sistema. Io mi siedo su un vecchio divano e mi godo la diretta che parte in perfetto orario. La nuova trasmissione si propone di raccontare «questo bizzarro Cantone, tra leggerezza e serietà, per esplorare storie inusuali e tematiche più grandi di noi», come spiega Daniela nell’introduzione. Gli ospiti della puntata sono Peruz e Gabriel, due giovani luganesi che, lo scorso settembre, hanno intrapreso un viaggio in bicicletta da Breganzona fino alla Turchia. Il pretesto? Mangiare un kebab a destinazione. Un’idea quasi dadaista, almeno in apparenza. Bastano però poche parole per capire che il kebab è solo una scusa: il vero motore del viaggio è la voglia di esplorare, incontrare nuove persone e scoprire il mondo con gli occhi curiosi di chi parte senza troppe certezze. Durante uno stacco musicale, Cristian mi racconta che questa trasmissione è pensata anche come una palestra per nuovi volontari: «Un modo per imparare sul campo i meccanismi radiofonici e far nascere nuove trasmissioni». Marco aggiunge: «Siamo una radio comunitaria, vogliamo offrire una piattaforma di espressione al maggior numero possibile di persone», nei programmi infatti si presta una particolare attenzione ai gruppi marginalizzati e alle minoranze. «Vogliamo costruire una comunità attorno alla radio, basata su ideali comuni e con una visione sociale», conclude con convinzione.
Radio Gwen è la prima radio comunitaria della Svizzera italiana ad aver ottenuto dall’Ufficio Federale delle Comunicazioni lo status di radio complementare senza scopo di lucro. Essere una radio complementare significa colmare i vuoti lasciati dalle emittenti commerciali e pubbliche, svolgendo un ruolo di servizio per il territorio. La concessione, valida per dieci anni, garantisce un finanziamento annuale, ottenuto rispondendo ai requisiti di un bando pubblicato nel 2022. Anche questo progetto è quindi uno dei tanti spazi informativi resi possibili grazie ai fondi raccolti tramite il canone radiotelevisivo. Accanto a questo importante finanziamento, la radio è sostenuta anche da diversi enti e fondazioni, tramite il merchandising e attività di supporto tecnico a vari eventi.
Radio Gwen nasce nel 2005 da un’idea di Alan Alpenfelt e Stefano Palermo. I suoi primi passi li ha mossi in un garage dietro al Murrayfield Pub di Chiasso, per poi trasferirsi allo Spazio Lampo, sempre nella cittadina di confine, dove ha ancora il suo studio principale. D’anima nomade, trasmette anche da numerose sedi provvisorie, seguendo festival e iniziative temporanee. Tra queste, i tre mesi intensi di programmazione dalla yurta montata fuori dalla Straordinaria, nello sterrato della Gerra a Lugano. Oggi la radio sta crescendo e cerca di organizzarsi in modo più strutturato. Accanto alle decine di volontari che preparano le trasmissioni, ora è possibile stipendiare un gruppo di coordinatori, responsabili della gestione e degli aspetti fondamentali del progetto. Ma cosa distingue Radio Gwen dalle altre emittenti? Cris è chiaro: «Abbiamo una grande possibilità di sperimentare, e anche di sbagliare. Questo ci dà una libertà enorme». «Non abbiamo pressioni politiche o commerciali», aggiunge Marco «il nostro stile è forse meno professionale, ma più autentico: nelle nostre trasmissioni mettiamo molto di noi».
Scorrendo le pagine e i file audio sul sito di Radio Gwen, si percepisce subito la ricchezza e la complessità della sua offerta. La radio è un vero e proprio crocevia di realtà, associazioni e progetti radicati sul territorio. Citarli tutti sarebbe impossibile, ma alcuni spiccano immediatamente. C’è Radio Casvegno, un’iniziativa di comunicazione radiofonica realizzata in collaborazione con l’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale di Mendrisio. Ogni settimana, le puntate vengono registrate all’interno del parco di Casvegno, con l’obiettivo di dare voce agli abitanti del quartiere e coinvolgerli attivamente nella realizzazione delle trasmissioni. Oppure Nettune, il network di radiofonia studentesca del Canton Ticino, che riunisce giovani appassionati di radio provenienti da diversi licei del Cantone.
Non manca lo spazio per la sperimentazione sonora, come nel caso di Canale Milva, una mostra sonora che utilizza il suono come strumento di produzione artistica. Il progetto raccoglie una serie di rubriche, ognuna dedicata a una canzone o a una cantante, con una particolare predilezione per le dive della musica italiana.
Ma Radio Gwen non è solo talk e sperimentazione: la musica ha un ruolo centrale, con una particolare attenzione alla scena elvetica. Quasi un quarto dei brani trasmessi sono di produzione svizzera e si vorrebbe aumentare ancora questa percentuale. «Cerchiamo di dare spazio alle etichette indipendenti, non solo alle produzioni delle major», precisa Daniela. Vale quindi la pena di sintonizzarsi a qualsiasi ora, tramite lo streaming dal sito ufficiale www.radiogwen.ch o in DAB, per immergersi in questo magnifico jukebox e scoprire artisti e band ancora poco conosciuti.
Tutte le trasmissioni vengono poi messe a disposizione sotto forma di podcast e restano quindi sempre fruibili. «Anche mio padre, che ha ottantun anni, si complimenta per la bella musica che trasmettiamo», racconta Marco con un sorriso.
Sono le 19.13 quando, dopo l’agenda culturale, la trasmissione giunge ai saluti. Ma il palinsesto di Radio Gwen è abbastanza flessibile da accogliere senza problemi questi piccoli sforamenti. Mentre si spengono i microfoni e si smonta lo studio, già si inizia a pensare alla puntata di giovedì prossimo. Nonostante le sfide che l’attendono, Radio Gwen continua a essere un luogo di incontro, sperimentazione e libertà.