Suona il telefono. Rispondo.
«Buongiorno, Mozzi, come va?», dice una voce femminile assai gradevole.
«Buongiorno, con chi ho il piacere di parlare?», dico.
«Sono Ornella Baggio, naturalmente», dice Ornella Baggio.
«In che cosa posso esserle utile?», dico.
«Guardi, io non intendo pubblicare un romanzo», dice Ornella Baggio.
«Questo non può che andare a suo merito», dico.
«Non scrivo nemmeno poesie», dice Ornella Baggio.
«E a parte questo», dico, «c’è qualcos’altro che lei non fa?».
«Oh, certo», dice Ornella Baggio. «Non faccio Pilates, non colleziono figurine, non compro su Vinted».
«Ma suppongo», dico, «che tutte queste cose non c’entrino nulla col motivo per cui lei mi telefona».
«Lei è un uomo intuitivo», dice Ornella Baggio.
«Dunque mi dica», dico.
«Mio figlio, lui sì, ha scritto un romanzo», dice Ornella Baggio.
«Può capitare», dico.
«Ed è un romanzo bruttissimo», dice Ornella Baggio.
«Me lo sta dicendo col suo cuore di madre?», dico.
«Naturalmente», dice Ornella Baggio.
«E suo figlio, lui sì», dico, «questo romanzo lo vorrà pubblicare».
«Peggio», dice Ornella Baggio.
«Lo ha già pubblicato», dico.
«Non così peggio», dice Ornella Baggio.
«Non è ancora stato pubblicato ma ha già un contratto», dico.
«Bingo», dice Ornella Baggio.
«E questo romanzo», dico, «è un romanzo autobiografico nel quale suo figlio racconta tutte le angherie, i soprusi, i ricatti affettivi, le castrazioni, eccetera, che gli sono stati imposti da una madre narcisista e anaffettiva».
«Naturalmente», dice Ornella Baggio. «Sa che lei è davvero molto intuitivo? Molto per essere un uomo, intendo».
«Lei solletica la mia vanità», dico.
«Già», dice Ornella Baggio. «In fondo lei è un uomo come tutti gli altri, sempre in cerca di conferme».
«Ma dunque», dico, «vogliamo tornare all’argomento della telefonata?».
«Naturalmente», dice Ornella Baggio. «Ora, io ho già consultato l’avvocata».
«Le ha dato buoni consigli?», dico.
«Mi ha sconsigliato di seguire la via maestra», dice Ornella Baggio.
«E quale sarebbe la via maestra?», dico.
«Mio figlio è appassionato di sesso estremo», dice Ornella Baggio.
«Può capitare», dico.
«Non so se lei ha presente», dice Ornella Baggio. «Quelle cose tipo–».
«Sono un uomo di mondo», dico.
«Naturalmente», dice Ornella Baggio. «Lei capirà, nel corso di queste pratiche, un incidente può capitare».
«Lei ha immaginato di far uccidere suo figlio?», dico.
«Nel culmine del piacere», dice Ornella Baggio. «Una morte bellissima».
«Lo ammetto: c’è della poesia», dico.
«Ho sempre cercato il meglio per mio figlio», dice Ornella Baggio.
«La sua avvocata le avrà prospettato qualche anno di galera», dico.
«Una trentina», dice Ornella Baggio.
«Ma lei è certamente in grado di organizzare un delitto perfetto», dico.
«Naturalmente», dice Ornella Baggio. «Sono vedova da vent’anni».
«Tuttavia la invito a considerare la cosa anche da un altro punto di vista», dico.
«Spari», dice Ornella Baggio.
«Autore morto, libro best seller», dico.
«Lei dice?», dice Ornella Baggio.
«Dico, dico», dico.
«Ma l’editore può pubblicare il libro se l’autore è defunto?», dice Ornella Baggio.
«Se c’è un contratto firmato, senz’altro», dico. «Immagino che l’editore sia già in possesso del testo».
«Naturalmente», dice Ornella Baggio.
«Ecco», dico. «Se io fossi l’editore, appena uscita la notizia del decesso di suo figlio spedirei il libro in tipografia».
«Per fare un sacco di soldi», dice Ornella Baggio.
«Be’», dico, «li farebbe anche lei».
«Anch’io?», dice Ornella Baggio.
«Suppongo che suo figlio non sia sposato e non abbia figli», dico.
«Non gliel’avrei mai permesso», dice Ornella Baggio.
«Dunque lei è l’unica erede», dico.
«Di un sacco di soldi», dice Ornella Baggio.
«Ma lei non si farà dominare dall’avidità», dico.
«Naturalmente», dice Ornella Baggio. «Però sono una donna che sa riconoscere un’opportunità».
«Il famoso sesto senso delle donne», dico.
«Signor Mozzi», dice Ornella Baggio, «lei mi è stato molto utile».
«Ne sono lieto», dico.
«E credo che mi sarà utile anche in futuro», dice Ornella Baggio. «A cose fatte, intendo».
«Naturalmente», dico.
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