Corridoi faunistici a favore della biodiversità

I lavori sono quasi conclusi tra Lumino e San Vittore e la rinaturazione lungo la A13 ha comportato la costruzione di un passaggio faunistico sull’autostrada all’altezza di San Vittore (l’apertura è prevista il prossimo autunno). I passaggi faunistici non sono una novità, se ne parla seriamente sin dagli anni Novanta. Una perizia – fatta allestire negli anni 1997-1999 da Stazione ornitologica svizzera, Società svizzera di biologia della fauna e Ufficio federale dell’ambiente – evidenziava la necessità di garantire alla fauna selvatica una sufficiente possibilità di movimento sul territorio attraversando strade nazionali e ferrovie ad alta velocità munite di recinzioni. Molti corridoi naturali per la fauna selvatica di importanza sovraregionale e regionale risultano, infatti, interrotti o compromessi dalla costruzione della rete autostradale ma anche dall’espansione degli agglomerati urbani e delle aree costruite.

Strutture sovraregionali: situazione precaria

L’indagine indicava che 47 (16%) dei 303 corridoi per la fauna selvatica di importanza sovraregionale erano interrotti, dunque inutilizzabili; inoltre, la funzionalità di oltre la metà dei corridoi (171, pari al 56%) risultava da parzialmente a fortemente pregiudicata e solo un terzo circa (85, 28%) era ritenuto intatto. Così distribuiti i corridoi per la fauna di importanza sovraregionale: 128 (42%) sull’Altopiano, 84 (28%) nelle Alpi, 56 (18%) nel Giura e 35 (12%) nelle Prealpi. In totale, 78 corridoi di importanza sovraregionale, la cui funzionalità dipendeva da un’opera costruttiva specifica per la fauna selvatica, come un sopra o sottopassaggio per animali selvatici: in pratica, rimanevano 64 corridoi da risanare con un’opera costruttiva, di cui 51 da ripristinare con impegno maggiore.

D’altronde, la costituzione di reticoli ecologici sovraregionali rientra fra i compiti della «Strategia paneuropea per la promozione della diversità biologica e paesaggistica», approvata dai ministri dell’ambiente nel 1995 e alla quale la Svizzera ha aderito con un programma per gli anni 1996-2005, impegnandosi a costituire e mantenere sistemi di zone di protezione della natura e del paesaggio collegati fra loro. Il progetto «Corridoi per la fauna selvatica in Svizzera» è una delle basi per la realizzazione di un reticolo ecologico nazionale, divulgato all’inizio di questo secolo.

Alla lente le proposte di intervento in Ticino

Sono molte le località e le proposte d’intervento nel Ticino. Ad Airolo (Motto Bartola e Foppa) c’è un corridoio che allaccia Leventina e Val Bedretto, con cervi migratori sotto i viadotti della strada del Gottardo, in zona perturbata da attività militari, agricoltura, turismo e circolazione. Il Passo del San Giacomo sulla Nufenen è fra i migliori corridoi fra Val Bedretto e Val Formazza, idem la zona in direzione di Ulrichen quale relazione tra Alto Vallese e Ticino, e stessa valenza per la zona più a nord di Airolo con il Passo del San Gottardo tra Canton Uri e Grigioni.

Nella zona di Quinto (Ambrì e Tre Cappelle), tra i due versanti della Leventina in presenza di strada e ferrovia, si impongono almeno impianti di segnaletica attiva. Anche a Giornico (Biaschina) analoga constatazione. A Biasca, all’imbocco del Brenno, in connessione fra Leventina e Blenio, occorre proteggere la piccola fauna, mentre nella zona di Malvaglia (Lesgiüna) – a causa del corridoio bruscamente interrotto fra i due versanti della Valle di Blenio – si registrano molti animali periti in strada; la Valle di Blenio è importante, sia per il Passo del Lucomagno in direzione della Valle di Medel, sia per il Passo della Greina con percorso obbligato per ungulati sempre tra Ticino e Grigioni. Attorno a Claro (Gnosca e Moleno), problemi delicati a protezione della fauna selvatica, con urgenza di concreti provvedimenti. Nel Piano di Magadino, a Gudo, presente un percorso permanente della fauna (animali grossi ma anche piccoli) nei trasferimenti tra regione montagnosa e pianura, mentre i territori di Aurigeno-Gordevio sono un passaggio obbligato tra i versanti boschivi della Vallemaggia e la zona alluvionale dei Saleggi. Altre segnalazioni: il comparto del Ceneri a Rivera con la connessione attorno a Sigirino a causa della cesura procurata dalla N2, e il comprensorio di Croglio-Monteggio lungo la Tresa quale trait-d’union tra Malcantone e Italia.

Rete autostradale e ferrovia, principali cause di cesura

E oggi? Molti corridoi faunistici, osserva il capo dell’Ufficio cantonale caccia e pesca Tiziano Putelli, sono compromessi o interrotti da interventi costruttivi specie da parte della rete autostradale, procurando varie interruzioni, vere e proprie separazioni all’interno di varie zone, con la necessità – per mitigare la mortalità di selvaggina e di fauna anche piccola – di installare recinzioni o ostacoli, con l’impegno rivolto alla creazione di passaggi faunistici, sì da ripristinare il più possibile i corridoi originari. Impresa però titanica non solo per i costi elevatissimi, ma anche perché si tratta di inghippi non facilmente risolvibili dal profilo tecnico, dovendo intervenire con «cerotti» nonché l’inserimento di rampe e percorsi permanenti. Le recinzioni, non di rado, non bastano e comunque, in presenza di manufatti imponenti, i corridoi si rivelano indispensabili per la funzione di interconnessione e il ruolo di infrastruttura di portata ecologica.

Alcuni esempi significativi a favore della fauna

Altro rapporto, nel 2020, dell’UFAM: non si discosta granché da quello citato sopra, rilevando che in Svizzera ci sono ben 304 corridoi faunistici di importanza sovraregionale frammentati, con la constatazione che sia i grandi animali selvatici (come caprioli e cervi), sia quelli di media taglia (volpi e conigli), ma anche i piccoli anfibi e pipistrelli hanno bisogno di spostarsi per nutrirsi e riprodursi. Amara la conclusione: 47 corridoi (16%) inservibili, oltre la metà (171 corridoi, pari al 56%) notevolmente compromessa, poco meno di un terzo (86 corridoi, 28%) intatto.

Nell’ultimo ventennio, l’USTRA – con UFAM e Cantoni – lavora intensamente nel risanare i corridoi interrotti, promuovendo importanti passaggi faunistici lungo le Strade nazionali, come appunto i lavori quasi conclusi sulla A13. Un altro progetto significativo di ormai imminente attuazione nel contesto del Parco fluviale Saleggi-Boschetti è la realizzazione di una pozza multifunzionale nei pressi del Centro sportivo di Sementina e, soprattutto, un ponte ecologico (o faunistico) per consentire l’attraversamento sopra la strada cantonale che affianca il comparto, in modo da migliorare il collegamento tra il Piano di Magadino e il versante montano.

Da citare pure il noto passaggio faunistico studiato da AlpTransit a compensazione ambientale per la costruzione della galleria di base del Ceneri e in presenza del grave impatto procurato dal deposito di Sigirino, in modo da consentire gli spostamenti degli animali selvatici nella zona che collega i due versanti della valle: è ubicato al cosiddetto «Dosso» di Taverne. E ancora: a Claro, come pure alla Lesgiüna è stata posata la segnaletica luminosa attiva, collegata a sensori che rilevano la presenza di animali nelle vicinanze della strada, così che gli automobilisti siano indotti a ridurre la velocità. Fra i passaggi faunistici a carattere locale citiamo: un passaggio faunistico nei pressi del Golf a Losone, strutture analoghe tra il San Giorgio e il Monte Generoso, nonché nella Valle della Motta; nell’ambito della sistemazione idraulica del Roncaglia in zona «Fornace» (Comuni di Novazzano e Mendrisio, quartiere di Genestrerio) è appena stato ripristinato un corridoio faunistico e di migrazione per collegare i biotopi umidi lungo il Laveggio (Colombera, Molino, Pra Vicc) a Prato Grande e – attraverso la Valle della Motta – quelli del basso Mendrisiotto (Torazza, Pra Coltello e Seseglio), considerata l’elevata presenza di anfibi e altra piccola fauna terrestre.

Cosa si dice nella Legge sulla caccia

Anche la consultazione sulla revisione dell’Ordinanza sulla caccia contempla un capitolo su «Corridoi faunistici», insistendo sull’Inventario di quelli di importanza sovraregionale che «servono a garantire nel lungo periodo la migrazione della selvaggina lungo assi di interconnessione tra gli spazi vitali», per cui «Confederazione e Cantoni provvedono affinché la funzionalità dei corridoi faunistici sia garantita e non venga compromessa da altri utilizzi». In questo contesto, l’accento è posto in particolare su un delicato aspetto, ovvero che le recinzioni (elettriche mobili e fisse, a griglia metallica, ecc.) non abbiano a ledere «il rispetto della fauna selvatica».

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