Non bastava essere i più forti nello sci alpino. E neppure ci si è accontentati del nostro dominio pluridecennale nella mountain bike. Anche nell’hockey su ghiaccio, abbiamo compiuto importanti passi avanti. Siamo regolarmente fra le otto grandi forze del pianeta. Con licenza di colpire anche più in alto, a caccia del tanto agognato titolo mondiale. Forse, la Champions League conquistata quest’anno dai Lions di Zurigo è un segno premonitore. In passato abbiamo persino tentato, con successo, un’incursione nella vela.
Insomma, lo sport svizzero cresce e si fa apprezzare. Ne avevamo accennato due settimane fa a proposito dello sci di fondo. Lo facciamo a viva voce oggi parlando di atletica leggera. «Tre indizi fanno una prova», così sosteneva Agatha Christie, la regina del romanzo poliziesco. I nostri atleti e le nostre atlete, questi indizi li hanno messi in bacheca. Agli Europei assoluti del 2024, a Roma, i nostri si sono ritrovati al 5° posto del medagliere con 9 riconoscimenti, 4 dei quali del metallo più prezioso. Poche settimane fa, agli Europei Indoor di Apeldoorn, in Olanda, sono saliti al 4° rango, davanti a colossi come Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania. Il terzo indizio giunge da molto lontano, dai Mondiali Indoor di Nanchino, in Cina, dove le atlete rossocrociate, questa volta solo loro, si sono messe al collo 4 medaglie. L’oro nei 60 piani con Mujinga Kambundji, l’argento nei 60 ostacoli con sua sorella Ditaji e con Annik Kaelin nel salto in lungo, infine il bronzo nell’asta con Angelica Moser. Come dire che siamo diventati una potenza mondiale. O, quanto meno, siamo vicinissimi alla «crème de la crème».
Scarsi non lo eravamo mai stati. Eravamo anzi abituati a qualche sporadica soddisfazione, ma singola. Come dimenticare la plurispecialista Meta Antenen, il pesista Werner Günthör, l’ottocentista André Bucher o l’ostacolista Kariem Hussein? Oggi possiamo però parlare tranquillamente di movimento. Non nasce per caso, all’ombra di una foglia di cavolo. Dietro i trionfi, ci sono molteplici concause, come suggerisce Enrico Cariboni, opinionista per la RSI e Direttore sportivo del GAB Bellinzona. Il tutto è iniziato alcuni anni fa, quando World Athletics decise di assegnare a Zurigo l’organizzazione degli Europei del 2014. Da allora, è scattato un piano di ristrutturazione, sia nell’ambito della formazione, sia in quello degli impianti. Quest’ultimo, particolarmente curato a nord delle Alpi, passibile invece di indispensabili miglioramenti a sud del San Gottardo.
La creazione del Kids Tour, una sorta di triathlon per bambini, comprendente il lancio della pallina, i 60 metri e il salto in lungo, ha contribuito notevolmente all’allargamento del bacino d’utenza. In fondo, nulla di nuovo rispetto a quanto si faceva un tempo nell’ambito della vetusta Istruzione Preparatoria (IP) e della più moderna Gioventù e Sport (GS). Tuttavia, lo spirito di emulazione nei confronti di alcuni modelli virtuosi, come le sorelle Kambundji, Simon Ehammer, Ajla Del Ponte, eccetera, unitamente all’interattività del progetto, che consente ai bambini di verificare online classifiche e record, hanno fatto sì che l’atletica leggera sia diventata un fenomeno glamour.
Cariboni ci fa pure notare un altro aspetto sorprendente per i non addetti ai lavori. Tra i migliori «25 Meeting» al mondo, quattro si disputano in Svizzera: il Weltklasse di Zurigo, l’Athletissima di Losanna, il Galà dei Castelli di Bellinzona e lo Spitzenleichtathletik di Lucerna. A titolo di paragone, Berlino, si trova alle spalle dei nostri appuntamenti. Vorrà pur dire qualcosa!
Da ultimo, ma non certo per importanza, pensiamo a due ulteriori lati del poliedro che rendono attrattiva questa disciplina. Costa poco, e la possono praticare tutti. Anche chi è molto robusto e sovrappeso, può trovare gloria: per emergere nel getto del peso, nel lancio del disco, del martello e del giavellotto servono chili.
Il momento felice dell’atletica leggera svizzera sembrerebbe destinato a perdurare. Swiss Athletics sta covando un’idea, un progetto. Quello di riportare gli Europei in casa, aggregandoli a quelli di numerose altre discipline come il nuoto, il ciclismo, la ginnastica, la scherma e altro ancora. Insomma, una sorta di Mini Olimpiade. Finanziariamente meno onerosa, ma tutto sommato molto ambita e motivante.