Viale dei ciliegi

by Claudia

Christine Nöstlinger, Nel ducato in fiamme, San Paolo (Da 11 anni)

Sono usciti da poco due romanzi di quella che può essere considerata la più celebre autrice di lingua tedesca per ragazzi dell’ultimo mezzo secolo: Christine Nöstlinger. Austriaca, nata nel 1938 e morta nel 2018, ci ha lasciato storie deliziose, sia di genere fantastico sia realistico, sempre pervase di humour e sottile ironia, anche quando narrano di temi tutt’altro che da ridere, come la guerra, che lei visse negli anni della sua infanzia e che seppe raccontare con una limpida, caustica, disarmante (è il caso di dirlo) prospettiva bambina. Come avviene nel romanzo Nel Ducato in fiamme, tradotto ora per la prima volta in italiano per San Paolo. La sapiente traduzione di Anna Patrucco Becchi ha saputo rendere in italiano tutta l’incisività della scrittura della Nöstlinger, la grazia schietta e «impertinente» della voce narrante della piccola protagonista, che guarda il mondo degli adulti con quell’acutezza mista a stupore che solo i bambini hanno. Inoltre, la scrittura originale presenta frequenti forme gergali tipiche della cultura austriaca, e la traduttrice ha saputo fare scelte opportune, lasciandole quando era il caso o invece adattandole in altre occasioni, come ad esempio nel titolo, che in italiano ha addirittura una risonanza gaddiana, e che ai giovani lettori potrà evocare un mondo in rovina e in cambiamento, mentre in tedesco evocava una celebre filastrocca infantile, Maikäfer, flieg: «Maggiolino vola via! Papà in guerra già s’avvia…». La Nöstlinger pubblica questo romanzo nel 1973, ma i fatti che racconta sono ispirati alla sua infanzia, e risalgono al 1945, in una Vienna sotto le bombe e con l’Armata Rossa alle porte, e quindi in premessa ci avverte che, se la filastrocca Maikäfer, flieg è per i bambini contemporanei appunto solo una filastrocca, «i bambini di allora sapevano esattamente quello che stavano cantando. Papà si era avviato davvero in guerra». Così è per Christel, la bambina protagonista, che con la mamma e la sorella sfolla in campagna, nella villa estiva di una ricca signora trasferitasi in Tirolo, che aveva bisogno di personale che si prendesse cura della sua casa. Comincia così l’avventura quotidiana di Christel, una sorta di strana «vacanza» in cui i bambini possono anche sfuggire allo sguardo degli adulti, e nelle loro libere esplorazioni riflettere e farci riflettere su molte cose, senza nascondere quelle più cupe, come la preoccupazione per i nonni rimasti a Vienna, o per i soldati russi accampati in villa che di notte si ubriacano, o per quello che è uno dei personaggi più toccanti del romanzo, Cohn, cuoco dell’esercito, ebreo di Leningrado, mite, miope e saggio, emarginato dai soldati ma molto amato dalla piccola protagonista, che con il suo sguardo limpido sa vedere oltre la superficie.

Christine Nöstlinger, Che c’importa di Re Cetriolo, La Nuova Frontiera Junior (Da 9 anni)

Un altro romanzo di Christine Nöstlinger appena uscito, e presentato anch’esso alla recente Bologna Children’s Book Fair, è Che c’importa di Re Cetriolo. Era già uscito in italiano in precedenza ma si tratta comunque di una novità perché torna in libreria con una nuova traduzione, affidata anche in questo caso ad Anna Patrucco Becchi, che anche qui si destreggia ad esprimere ottimamente in italiano tutta l’ironia lessicale della Nöstlinger. Qui siamo in un ambito completamente diverso dalla storia di guerra di cui parlavamo prima, perché, pur in una situazione realistica di partenza – quotidiane gioie e fatiche di una famiglia composta da papà, mamma e tre figli – irrompe improvvisamente un personaggio buffo, ingombrante e fantastico, il Re Cetriolo (il Gurkenkönig) del titolo. Con sommo sconcerto la famiglia se lo trova sul tavolo della cucina a chiedere asilo in quanto, racconta, è stato scacciato dai sudditi in rivolta, dal suo regno «nella cantina inferiore» della casa, quella dove non si va mai, ma che non a caso costituisce uno di quegli underground fantastici di cui è ricca la letteratura per l’infanzia. Ad ogni modo, il Re Cetriolo si rivela da subito una presenza invadente e molesta, anche se il papà sembra subirne il fascino, e così pure il fratellino più piccolo, mentre Wolfgang, il fratello di mezzo e io narrante, non si fa intimidire e cerca di venire a capo della questione, con l’aiuto della sorella maggiore. Un romanzo che nel suo surreale brio non nasconde un senso etico-politico, e che esprime, anch’esso, quella che è una delle cifre più peculiari della scrittrice austriaca, e cioè il saper raccontare il mondo con la limpidezza senza sconti dello sguardo bambino.