Ditemi, che cosa vorreste ancora?

by Claudia

Immagino che siate d’accordo, se affermo che non stiamo vivendo uno dei periodi più felici nella storia recente del nostro pianeta. Tra conflittualità palesi, conflittualità latenti, prospettive economiche preoccupanti per i più poveri, che lottano per un salario minimo o anche solo per un posto di lavoro, c’è poco da stare allegri. Provano inquietudine persino i più ricchi, che, saranno anche fastidi grassi, in un battibaleno vedono andare in fumo miliardi di investimenti in borsa. Come reagire? Tirando la cinghia, alleandosi e facendo la voce grossa, studiando altri modelli economici in controtendenza, accettando una differente redistribuzione di risorse e ricchezze? Non ho risposte.

Ho tuttavia interiorizzato una dose abbondante di stupore e di disappunto, quando ho letto che, in questo periodo iper travagliato, i migliori tennisti al mondo rivendicano l’aumento dei premi nei grandi tornei. Si sono messi in campo campioni del calibro di Jannik Sinner, Coco Gauff, Aryna Sabalenka e Novak Djokovic. Quest’ultimo, tempo fa, aveva fondato una nuova associazione di giocatori con lo scopo di opporsi ai vertici del tennis mondiale, rei di distribuire una quota insufficiente di denaro ai veri protagonisti della loro amata disciplina. Dal canto suo la WTA (Women’s Tennis Association) lotta per la parità dei premi tra uomini e donne.

Questi campioni si sono attivati indirizzando una lettera ai dirigenti dei quattro Grandi Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open), e hanno ottenuto un incontro che si terrà prossimamente ai margini del Master 1000 di Madrid. Oltre a più denaro, chiedono un maggior coinvolgimento nelle decisioni che riguardano le competizioni, soprattutto per quanto concerne la salute dei giocatori. Rivendicazione, quest’ultima, che mi pare legittima. Sulle questioni finanziarie, mi permetto di dissentire. In primo luogo, perché i quattro Majors, senza sollecitazioni esterne, ogni anno aumentano il loro Monte Premi. Quest’anno, agli Australian Open, sono stati distribuiti 49 milioni di franchi (+11,5%), di cui 1,6 milioni al vincitore e alla vincitrice. 67mila franchi sono stati invece destinati a chi è stato eliminato al primo turno. La situazione non si discosta di molto negli altri tre grandi appuntamenti, anzi! A Parigi, lo scorso anno, chi ha alzato il trofeo al cielo ha intascato un assegno di 2,280 milioni, cifra che sale a 2,9 milioni a Wimbledon, 3 milioni tondi agli US Open, il torneo più remunerativo grazie al suo monte premi complessivo di 63 milioni di franchi. In tutti e quattro gli Slam, gli eliminati al primo turno se ne vanno a casa con un bottino tutto sommato considerevole, compreso fra i 64mila franchi di Wimbledon e gli 84mila del torneo statunitense.

A termine di paragone, per incassare quest’ultima somma, un fenomeno dominante come Marco Odermatt, dovrebbe imporsi in 2 prove di Coppa del Mondo, e aggiungervi anche un 2° posto. Alle rivendicazioni avanzate dalla parte femminile, possiamo replicare che il tennis è la disciplina sportiva in cui la parità di genere è maggiormente presa in considerazione, nonostante la durata inferiore delle partite. Non mi stupirei se invece scendessero in piazza ciclisti e cicliste. Loro, in strada, ci stanno già per natura. A sudare e a faticare con qualsiasi condizione di tempo, ma con gratificazioni ridicole, se paragonate a quelle che elargisce il tennis. Il monte premi globale del Tour de France, senza dubbio la corsa più ricca del calendario, distribuisce 2,140 milioni di franchi, 465mila dei quali spettano al vincitore. Ebbene, il Tadej Pogačar di turno, per intascarli, deve lavorare in luglio, con temperature che vanno dai 45 gradi afosi del Midi o della Francia profonda, ai 5 del Galibier in una giornata di pioggia. Lo deve fare sull’arco di 21 tappe in 23 giorni, rimanendo in sella, attento, concentrato, messo sottopressione dai rivali, per un totale di circa cento ore. Allo stesso tempo, la signora Katarzyna Niewiadoma, cavalca la sua bici per meno giorni e per meno ore, ma la sua vittoria alla Grande Boucle del 2024 le ha fruttato la «cospicua» somma di franchi 46’500. Volete mettere con i 3 milioni intascati dalla signora Aryna Sabalenka a Flushing Meadows?

Le cifre sono figlie del cambio effettuato il giorno in cui ho scritto l’articolo. Rispetto a quando leggete ci potrebbe essere stata qualche piccola variazione. Ma la sostanza rimane.