Dutti: amato e odiato

Il conoscitore delle donne

Duttweiler è cresciuto a Zurigo in una famiglia in cui erano le donne a comandare. Era l’unico maschio tra quattro sorelle. Suo padre, ex albergatore, lavorava come amministratore presso l’associazione alimentare di Zurigo. Alcuni biografi sono certi che questa famiglia orientata al femminile abbia avuto una forte influenza su Dutti. Per tutta la vita ha sempre ascoltato le donne. La moglie Adele è stata la sua più stretta confidente mentre definiva la sua consigliera Elsa Gasser – brillante economista ed ex giornalista della «NZZ» – «la mia opposizione con retribuzione fissa», poiché apprezzava le sue obiezioni e le sue idee audaci. Dutti era anche considerato una persona dotata di grande carisma, che come capo della Migros sapeva incantare le clienti alle inaugurazioni dei negozi. Le sue doti persuasive non riguardavano però solamente le donne: Dutti era descritto anche come un «pescatore di uomini». Quando Duttweiler fondò la Migros nel 1925, puntò tutto su un’unica carta: il favore delle casalinghe. Aveva cinque furgoni di vendita che giravano per Zurigo con prodotti a prezzi impareggiabili. Un volantino della Migros iniziava con le parole «Alla casalinga che deve fare i conti». Il fondatore dell’azienda era certo che le donne avrebbero riconosciuto i vantaggi dei negozi su ruote.

«E sono felice di ammettere che sono riuscito a rivoluzionare il commercio alimentare solo perché ho trovato un partner intelligente: la casalinga svizzera» Gottlieb Duttweiler a un congressoa Boston il 19 ottobre 1953

L’imprenditore della start-up

Fin da ragazzo, Duttweiler infastidiva i suoi insegnanti con il suo carattere irrequieto e ribelle che si rifiutava di accettare l’ordine stabilito. Su richiesta della direzione scolastica, abbandonò la scuola cantonale e svolse un apprendistato commerciale. Una scelta logica per uno che, già da bambino, allevava porcellini d’India per rivenderli. Quando fondò la Migros nel 1925, diede una scossa al commercio al dettaglio tradizionale svizzero. Per tutta la vita Dutti sperimentò nuove idee imprenditoriali, accettando anche i fallimenti. La Migros deve la sua nascita a tutta una serie di gravi insuccessi nella vita di Duttweiler, come quando, ad esempio diventò produttore di canna da zucchero in Brasile. Niente riuscì mai a fermarlo, era sempre pronto a cogliere l’opportunità successiva. Come quando cerò di rivoluzionare il settore dei taxi nel 1951. Quell’anno Dutti acquistò 100 taxi a Londra, per utilizzarli per il trasporto di passeggeri a prezzo economico a Zurigo. Si auspicava che anche un lavoratore comune potesse permettersi un taxi. Ne seguì una guerra dei prezzi, che Dutti perse. Dovette vendere le sue auto, ma reputò un successo il fatto di essere riuscito a contribuire a una riduzione permanente delle tariffe dei taxi.

Il politico frustrato

Nel 1933 i concorrenti della Migros, in particolare i commercianti al dettaglio di medie dimensioni, ottennero dal governo un divieto di creazione di nuove filiali che rimase in vigore fino al 1945 e impose restrizioni all’azienda di Dutti: essa non poteva più aprire nuovi negozi. Per poter combattere meglio il divieto, Duttweiler si lanciò in politica, seppure a malincuore, quasi per autodifesa. Fondò il partito «Anello degli Indipendenti» e fu eletto nel Consiglio nazionale nel 1935. Fu membro del Parlamento per un totale di 24 anni. Con il suo carattere irrequieto e impaziente, Dutti urtò ripetutamente la tranquilla scena politica bernese. Era considerato un collerico, a volte brusco e sgarbato, ma si diceva anche che fosse un buon ascoltatore. Si batté con determinazione per la libertà del commercio e contro i cartelli, spesso in tribunale, ma si scontrò con una forte opposizione. Lo si accusò ripetutamente di fare politica per la sua Migros per puro interesse personale.

«Nella politica svizzera era percepito come un uomo d’affari di cattivo gusto ed eccessivo, dalle azioni imprevedibili» «Du», ottobre 2000

Nel 1948, attraverso un’iniziativa Duttweiler propose che la Svizzera accumulasse scorte di beni essenziali in caso di eventuali guerre future, ma il Consiglio nazionale continuava a rimandare la questione, e la sua pazienza si esaurì. Per protesta, lanciò due sassi contro la finestra di Palazzo federale. I suoi avversari vi videro la prova che fosse definitivamente impazzito.

La figura odiata

In molte regioni rurali, Duttweiler e la sua azienda furono contestati fino agli anni Cinquanta. Le clienti Migros erano considerate delle traditrici. Nell’hinterland lucernese, i parroci dal pulpito predicavano contro Dutti e la grande «M». Persino il «New York Times» parlò di quell’agguerrita lotta culturale.

Il filantropo

Negli anni Dieci del Novecento, Duttweiler era ancora un grossista di prodotti alimentari convenzionali che aveva accumulato una grande fortuna, persa poi dopo la Prima guerra mondiale. In veste di dirigente di Migros, cominciò a mettere in discussione il capitalismo convenzionale e a promuovere una nuova economia di mercato al servizio del popolo.

«Il liberismo sconsiderato di Manchester è morto, viva il liberismo sociale responsabile!» Gottlieb Duttweiler in «Die Tat», 18 maggio 1944

Alle parole di Dutti seguirono azioni altrettanto importanti. Nel 1948 egli fondò la Scuola Club Migros, che rese l’istruzione accessibile anche alle classi più povere. Nel 1957 creò il Percento culturale Migros, organizzazione grazie alla quale oggi Migros spende 121 milioni di franchi all’anno per il bene della collettività. Il passo più audace Dutti però lo fece nel 1940, quando trasformò la sua azienda in una cooperativa. Donò così alla popolazione il lavoro di una vita.

«Il matrimonio di Duttweiler rimase senza prole, pertanto il suo istinto paterno fu tutto rivolto alla sua ’famiglia M’» «Zeit», 15 giugno 1962

Il padre del popolo

Verso la fine della vita di Duttweiler, l’ostilità nei suoi confronti diminuì e anche la stampa borghese iniziò a mostrargli rispetto. Era ormai opinione comune che avesse fatto molto per la Svizzera e soprattutto per le persone meno fortunate del Paese. Quando morì nel 1962, il cordoglio fu enorme. I funerali si svolsero nella chiesa Fraumünster di Zurigo, impossibilitata ad accogliere tutta quella fiumana di persone: la messa fu dunque trasmessa anche in altre tre chiese. Il quotidiano «Blick» riassunse in modo esemplare l’atmosfera dell’epoca: la Svizzera aveva perso un filantropo.

La figura del secolo

Ma come è visto Gottlieb Duttweiler oggi? A 63 anni dalla sua morte, non ha perso nulla della sua importanza: è stato un pioniere eccezionale e ha modernizzato la Svizzera in molti ambiti della vita di tutti i giorni. Anche chi non sa nulla di lui, vive in un Paese profondamente plasmato da Dutti.

 

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