È bello scoprire che, a questo mondo, mentre la tecnologia sembra volerci mantenere in uno stato d’animo di costante e anche angosciosa agitazione, c’è qualcosa che rimane sempre uguale. Qualcosa che veramente non muta mai, facendoci provare almeno per un momento un sentimento di solida sicurezza: la malavita. Questa continua, infatti, a costruire le proprie fortune attraverso le stesse antiche malversazioni di sempre; truffe, traffico di droga, gioco d’azzardo, riciclaggio, estorsione, corruzione. In questo mondo in frenetica evoluzione, in cui l’uomo comune perde ogni giorno di più la nozione del tempo e i valori del vivere sociale, diventando vittima di una digitalizzazione forzata, ecco che esiste almeno un settore della società che sembra mantenere la propria solida tradizione.
Abbiamo bisogno di certezze e, pur nella sua volontà di mostrarci come le cose stiano cambiando e si stiano tecnologizzando in modo forse imprevisto anche sul «lato oscuro della Forza», il lucido, documentatissimo libro-inchiesta Mafia digitale.ch, di Francesco Lepori (Dadò Edizioni, 2025) riesce in qualche modo a chiarire i nostri dubbi. La delinquenza, infatti, sembra proprio rimasta quella di sempre. Anche se ha scoperto la comodità delle nuove tecnologie, le usa essenzialmente per portare a termine i soliti vecchi affari. Sarebbe stato del resto spiazzante scoprire che la camorra stesse investendo la propria smisurata ricchezza per creare un nuovo farmaco contro i tumori, oppure che la ’ndrangheta stesse mettendo in piedi un sistema di monitoraggio del CO2 in grado di diminuire il rischio del riscaldamento terrestre. Niente di tutto questo. Mafia digitale.ch, con una interessante e documentatissima carrellata di episodi scaturiti dalle inchieste e dai processi celebrati negli ultimi anni in Ticino e in Italia, ci mostra come il mondo della delinquenza si sia sì adeguato agli strumenti di comunicazione della nuova era digitale, arrivando a livelli di sofisticatezza impressionanti, ma tutto questo per perseguire i soliti vecchi disegni malavitosi.
La cosa è un po’ sorprendente, ma tant’è. Il libro di Lepori (giornalista esperto di cronache giudiziarie e attivo in particolare nell’Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata dell’USI) scatta una fotografia aggiornatissima e come detto molto ben documentata, prendendo spunto da indagini svolte negli ultimi anni e che hanno portato a fissare in modo inequivocabile il profilo di alcune figure criminali legate al mondo della malavita organizzata. Un lavoro di particolare interesse, come vuole suggerire il titolo stesso con la sua estensione «.ch», perché mostra gli effetti di questo fenomeno non in Calabria, in Sicilia, in Campania, là dove noi pensiamo che queste forme delinquenziali siano attive, ma qui da noi, in Ticino e in Svizzera, cioè fuori dalla nostra porta di casa.
Il libro ci spiega che il mondo del crimine oggi è sostanzialmente noioso. Boss e picciotti usano i social esattamente come tutti noi, per mettere in mostra in modo narcisistico le proprie qualità e ricchezze (magari con qualche Ferrari o Lamborghini in più, d’accordo); postano foto di gattini e di bei fiori su Facebook e Instagram, insieme a messaggi edificanti dal contenuto etico, morale e persino religioso; usano il telefono cellulare (questa volta però di forma e funzionalità un po’ speciale) per tenere traccia dei propri affari. Gli operatori in attività sul lato oscuro dell’economia, insomma, non si distinguono molto dalle persone che incontriamo nella nostra routine quotidiana. Leggendo il libro di Lepori sorge infatti questo semplice dubbio: quelli strani siamo noi, i cosiddetti onesti. Sono i cosiddetti onesti i più a rischio, quando, a volte, perdono la bussola etica, trasformandosi in fiancheggiatori, in facilitatori, in partner d’affari, amnesici o distratti, dei mafiosi. E permettendo a quel sistema malato di portare avanti i propri antichi, consolidati disegni. Nel mondo del crimine tecnologico, insomma, non si può dare la colpa alla sola tecnologia. Come sempre, sono gli uomini, a usarla. Male, a volte.