Il nuotatore che attraversò la Svizzera a bracciate

by Claudia

Adrenalina: dall’impresa sul Lago di Lugano al triathlon alpino: il vodese Noam Yaron mette il corpo al servizio dell’ambiente

Lago di Lugano, Lago di Zurigo, Lago di Costanza, Lago dei Quattro Cantoni e Lago di Neuchâtel. Cinque laghi, sparsi un po’ qua e un po’ là sul territorio della Svizzera, ma legati assieme da un fil rouge. Un denominatore comune che ha un nome e un cognome. Noam Yaron, 28enne vodese (di Morges) che ha completato questo singolare tour de Suisse lacustre attraversandoli tutti a nuoto, nella loro lunghezza. Un tour de force, ribattezzato l’Odissea dei laghi (e comprendente gli specchi d’acqua con la maggior superficie in territorio svizzero), exploit che rimane negli annali, dato che nessuno – per quanto se ne sappia – ha mai ritentato l’impresa completata da Noam Yaron in una decina di giorni (dal 21 al 31 agosto del 2022), e cominciata proprio dal Ticino.

A quasi tre anni di distanza da quell’impresa, Noam Yaron conserva ancora un vivido ricordo della tappa ticinese. «Per pura coincidenza, quel giorno, una domenica, era stata pure programmata la classica Traversata del lago popolare (da Caprino al Lido di Lugano, ndr), così, per motivi di sicurezza, prima di lanciarmi in questa sfida, ho dovuto pazientare una buona mezz’oretta ammollo nell’acqua. E benché le temperature esterne e dell’acqua fossero estive, questo mi è ovviamente costato qualche energia», ricorda il romando.

L’intoppo non gli ha comunque impedito di portare a termine la traversata, ma nel suo caso, appunto, nel senso della lunghezza del Ceresio (ossia 35 km), completata nel tempo di 11 ore, 18 minuti e 22 secondi. Non è però stata una passeggiata. Anzi, già alle prime bracciate l’intero progetto ha rischiato di naufragare, quando Noam ha accusato una piccola crisi: «Non ho mai sofferto così tanto, fisicamente e mentalmente. Avrei potuto gettare la spugna un centinaio di volte, poi ho cercato di distogliere l’attenzione dal dolore, ripetendomi che era qualcosa di effimero se rapportato al dispiacere che mi sarei portato appresso per tutta la vita qualora avessi alzato bandiera bianca, e così sono andato avanti, bracciata dopo bracciata». Fino a toccare terra ferma, ad Agno, diventando, per quanto è dato a sapere, il primo nuotatore a riuscire nell’impresa di attraversare il lago di Lugano nella sua lunghezza.

Un’impresa che a molti potrebbe sembrare folle, ma che per Noam Yaron fa parte di un quadro ben preciso: «Lo sport, con tutta la sua visibilità mondiale, è uno dei migliori vettori attraverso i quali portare avanti una campagna di sensibilizzazione duratura circa la conservazione delle acque e della biodiversità. Ho dunque cercato di unire le mie due passioni, quella per il nuoto e quella per la comunicazione (con una rete di contatti sui vari canali social che supera abbondantemente il mezzo milione di utenti) per metterle al servizio della Natura, quella con la “N” maiuscola».

Riassumendo, Noam Yaron si sente un po’ sportivo, un po’ ecologista e un po’ ambientalista… «Sicuramente più sportivo. Anzi, a dirla tutta, non amo molto quelle etichette tipo ecologista o altro, che fa molto (troppo) attivista. Io voglio solo sensibilizzare le persone, ma attraverso lo sport, niente di “estremo” inteso come qualcosa che va sopra le righe».

Classe 1997, Noam Yaron non nasce però, sportivamente parlando,… in acqua. Premesso che una base di nuoto ce l’aveva già (non a caso è anche stato campione svizzero a livello giovanile sulla distanza di 3 km in acque libere), da piccolo ha praticato lo judo. Poi, nel 2017, ha partecipato alla maratona di New York. Prima di lanciarsi nell’Odissea dei laghi, ha fatto il… rodaggio attraversando il Lago di Ginevra: 80 km a nuoto completati in meno di 20 ore!

Una prima impresa incredibile che ha di certo scatenato molte sensazioni: «Soprattutto molto stress, ma anche un po’ di paura. C’è però pure molta adrenalina, che ti spinge ad andare avanti, una bracciata alla volta, e l’eccitazione di avere l’opportunità di portare a termine delle sfide che potenzialmente nessun altro prima di te ha realizzato».

Ma come ci si prepara per una sfida come quella della traversata di un lago? «La mia settimana tipo di allenamento comprende quattro sedute di allenamento in piscina, nuotando dai 6 ai 10 km, due sedute di fitness finalizzate in particolare al potenziamento della resistenza muscolare, e una di preparazione mentale (ipnosi, visualizzazione,…)».

Per la cronaca, completata la traversata del Lago di Lugano (in 37’979 bracciate), l’Odissea dei laghi di Noam Yaron due giorni più tardi è proseguita nelle acque del Lago di Zurigo (40 km nuotati in 13 ore, 19 minuti e 15 secondi e 45’959 bracciate), in quelle del Lago di Costanza (25 agosto, 39 km 13 ore, 43 minuti e 31 secondi e 44’469 bracciate), del Lago dei Quattro Cantoni (29 agosto, 35 km in 11 ore, 14 minuti e 46 secondi e 37’786 bracciate) e del Lago di Neuchâtel (31 agosto, 38 km in 11 ore, 5 minuti e 1 secondo e 36’308 bracciate). Tutte le volte stabilendo un tempo record. «Il più impegnativo è stato indubbiamente il Lago di Zurigo, vuoi per la sua lunghezza, vuoi per le condizioni in cui mi sono trovato: considerata la sua forma stretta, c’erano molte correnti, e a fine giornata avevo vento sostenuto contrario. Non da ultimo, quel giorno in acqua c’era parecchio “traffico”».

Finita lì? Macché. Nel 2023 Noam, sempre animato dalla “causa” naturalistica, ha ideato il suo triathlon personale attraversando la Svizzera da est a ovest, 750 km di percorso, comprendenti diversi laghi alpini («non in Ticino, ma non è detto che se dovessi fare il bis, una capatina a sud delle Alpi ci possa stare la prossima volta»), con un dislivello positivo di 13’000 m. «In quel caso l’obiettivo era di mettere il focus sui laghi di montagna, e in particolare di quelli oltre i 1000 m di quota, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza della salvaguardia della biodiversità in quota. Abbiamo un patrimonio per le mani, e danneggiandolo, danneggiamo noi stessi». Unendo l’utile al dilettevole: «Nel Lago di St. Moritz, grazie alla mia impresa, per la prima volta sono state individuate delle meduse: un’importante scoperta dal profilo scientifico».