Il piccione parlante e la cucina piccante

Dal quaderno dei temi di terza media volti nella scuola Ammiraglio Umberto Cagni di Asti. Tema: Un piccione si posa sul davanzale di camera tua: se avesse il dono della parola cosa direbbe?

Svolgimento: Io penso che, quando si danno dei temi di fantasia, bisognerebbe almeno offrire un’alternativa, che so, Un amico, oppure Parla dello sport che preferisci e spiega il perché. Fin qui la premessa. Per me è impossibile immaginare un piccione che parla. È più probabile che tenga un diario. Dal quale, con il suo permesso, ricopierò alcune pagine scelte.

«Caro diario, oggi è stata una giornata no. Avevo il compito di andarmi a posare sul davanzale della camera di quel povero ragazzo per permettergli di fare un tema decente. […] Peccato che il ragazzo, che vive in un condominio popolare, non abbia una camera tutta per sé ma dorma in cucina su una brandina aperta solo la sera quando tutti gli altri componenti della famiglia vanno a dormire. Ci sarebbe una stanza ma è occupata da una vecchia nonna. Non possono mandarla via, i soldi per comprare l’alloggio erano i suoi risparmi. Solo quando la vecchia andrà all’altro mondo il nostro amico avrà una stanza tutta per sé e io potrò posarmi sul relativo davanzale. Tutto questo per dire che il tema è anche classista, favorisce gli studenti che una camera ce l’hanno. Il mio giovane amico perciò vive, mangia, dorme, gioca, studia, fa i compiti in cucina e già solo per questo fatto meriterebbe un voto in più per ogni materia. È un suggerimento che io butto là perché certe volte anche da un semplice piccione può venire una buona idea. […]

Se nei temi fosse permesso aprire delle parentesi sarebbe il momento giusto. […] Per quanto ricco e completo sia il resoconto, esso sarà sempre ordinato in fila, mentre tutti i fatti accadono insieme. Ho riletto il periodo precedente e devo dire che non è per niente male per un piccione; deve essere che ho la fortuna di frequentare il ragazzo colto e studioso che abita in quella cucina […]. Chiusa la parentesi, proviamo ora a elencare gli accadimenti che ho potuto vedere dal mio osservatorio: il cortese lettore tenga conto che essi avvengono tutti insieme o, meglio ancora, contemporaneamente. (I compagni di classe del nostro amico usano questo avverbio per allungare il brodo, lui no, lui lo fa per «firmare» i suoi temi, per dare loro un timbro inconfondibile.)

La prima cosa che salta all’occhio in cucina è un grande televisore sempre acceso, anche quando in casa non c’è nessuno, […] per tenere lontano i ladri indotti a credere che in casa ci sia qualcuno. Io penso che se milioni di famiglie italiane usano il televisore per tenere lontano i ladri, sai che uso possono fare dei dati d’ascolto? E poi, secondo quella logica, quando c’è qualcuno in casa la tv dovrebbe essere spenta. Invece no, perché chi c’è vuole dare di tanto in tanto un’occhiata allo schermo. Per non sentirsi tagliato fuori, dice. La cucina è il regno della nonna che fa da mangiare per tutti in quanto la mamma e il papà lavorano. La mamma come operatrice scolastica, cioè bidella e il papà come decoratore d’interni, cioè imbianchino. Se non studi, dice la nonna, finirai per fare lo spazzino. Operatore ecologico, la corregge la mamma.

La nonna ama i sapori forti. Il resto della famiglia no. Così la mamma, prima di andare al lavoro, nasconde pepe, noce moscata, senape, curry, peperoncino intero e in polvere, e la nonna, per trovarli, è capace che tira giù l’intera cucina.

Per uno che sta all’esterno è molto divertente osservare la famiglia a tavola. Le facce che fanno dopo la prima cucchiaiata di minestra! Le gote si gonfiano e arrossano, gli occhi si dilatano e iniziano a lacrimare, le mani annaspano per afferrare la bottiglia dell’acqua e versarla direttamente in gola. Solo la nonna resta impassibile: «Buona la minestra, solo un po’ insipida».

Molte, le discussioni per il piccante!

«Questi bambini avranno lo stomaco rovinato», dice la madre. La nonna replica: «È tutta la vita che mangio cibi piccanti e non ho mai avuto niente!».

Il babbo: «La nonna ha lo stomaco foderato di amianto».

La nonna: «È il pepe che fa male, il peperoncino invece fa bene!».

E su queste note di saggezza popolare, chiudo il mio diario: contrariamente a quello che pensano molti appartenenti al corpo docente, un piccione ha molte cose da fare per procurarsi il cibo, non può permettersi il lusso di tenere un diario!

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