Agli inizi di marzo le FFS hanno presentato il loro Rapporto di gestione per il 2024. Nel complesso traspare una moderata soddisfazione per i risultati raggiunti. A ben guardare emerge tuttavia una grande preoccupazione per quanto riguarda l’evoluzione del traffico merci. Di cosa si tratta?
Sulla rete ferroviaria elvetica circolano sia treni merci sia viaggiatori. Si parla di una infrastruttura con traffico misto. Non sempre la coabitazione tra i due generi di traffico è indolore. In particolare le differenti velocità e le diverse movimentazioni rendono l’esercizio ferroviario più complesso e rigido, riducendo la capacità potenziale rispetto ad un sistema con traffico omogeneo. Ciò è tanto più evidente su di una rete sempre più intensamente trafficata come quella svizzera. Il ruolo attribuito al trasporto su ferro dei viaggiatori e delle merci è in Svizzera particolarmente rilevante. La quota di mercato del primo oscilla attorno al 20%; quella del secondo veleggia nel complesso attorno al 40% ma nel settore del traffico del transito transalpino supera l’80%. Un vero exploit nel panorama ferroviario europeo. Dal profilo finanziario il traffico merci è tuttavia una spina nel fianco delle FFS. Nonostante il continuo incremento delle prestazioni sin dal secondo dopoguerra i ricavi non hanno tenuto il passo. A fronte dell’agguerrita concorrenza stradale i margini economici si sono progressivamente ridotti. Le difficoltà sono state all’origine di diverse riforme di natura organizzativa e gestionale. La più ampia è stata la cosiddetta riforma delle ferrovie, entrata in vigore nel 1999. Le FFS da regia federale sono diventate una società anonima di diritto speciale e, pur rimanendo proprietà della Confederazione, hanno acquisito una maggiore autonomia imprenditoriale. Il settore del trasporto merci e quello dei viaggiatori a lunga percorrenza sono tenuti, secondo gli obiettivi strategici stabiliti dalla Confederazione, a coprire interamente i propri costi. Per meglio perseguire questo traguardo sono anche state cosituite due società ad hoc: nel 2001 la FFS Cargo SA, che opera sul piano nazionale, e, nel 2010, la FFS Cargo International SA, specializzata nel traffico internazionale.
L’evoluzione registrata a partire dal 2000 non ha tuttavia modificato sostanzialmente il quadro. Lo sforzo messo in campo per ammodernare le infrastrutture, il materiale rotabile, l’organizzazione dell’esercizio e per promuovere un maggiore coordinamento tecnico-gestionale con gli altri Paesi sull’asse nord-sud hanno prodotto miglioramenti significativi. Ripetuti programmi di razionalizzazione hanno contenuto l’incremento dei costi ma pure sacrificato la capillarità del servizio. Nel medesimo periodo i ricavi sono però caduti di quasi il 40%. Così dal 2000 in poi i risultati complessivi del gruppo FFS nel settore merci, fortemente condizionati dal traffico interno e da quello legato all’import-export, sono stati quasi sempre deficitari. Il disavanzo del 2024 ha raggiunto i 76 milioni di franchi, il doppio rispetto all’anno precedente.
Ben altra evoluzione hanno invece conosciuto le prestazioni e i ricavi nel settore del trasporto viaggiatori. A partire dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso gli introiti hanno superato quelli del traffico merci e da allora lo scarto è aumentato sempre più. Lo scorso anno le FFS hanno registrato un record assoluto di viaggiatori trasportati. La crescita dei ricavi nel medesimo periodo è andata oltre il 140%.
Per sostenere il traffico merci su ferro la Confederazione è finora scesa in campo a diverse riprese, in particolare attraverso gli investimenti nella nuova trasversale alpina e nel sostegno alla costruzione dei terminali, nell’intento di evitare il collasso degli itinerari autostradali e di salvaguardare la regione alpina. Lo Stato ha pure elargito indennità per rendere l’esercizio e le tariffe più competitive. Da poco il Parlamento federale ha approvato nuove misure destinate a sostenere in particolare il traffico interno con carri completi isolati. Questo servizio mira soprattutto alla domanda per tragitti sulle medie distanze. Due crediti-quadro per il periodo 2026-2032 sono stati destinati a incentivare un salto tecnologico nell’ammodernamento del materiale rotabile, attraverso contributi per gli investimenti nell’accoppiamento automatico dei carri, rispettivamente attraverso il versamento di indennità d’esercizio per un periodo transitorio. Affaire à suivre.