No, non si può togliere. Quel pallino azzurro che appare da qualche settimana in qua sulla parte inferiore destra nella vostra schermata di Whatsapp è lì e ci rimane. È il pulsante di collegamento con Llama 4, la piattaforma dialogica dell’Intelligenza Artificiale messa in opera da Meta, la società che gestisce Facebook e che molti anni fa ha acquisito il più popolare programma di comunicazione via chat al mondo. Avete provato a chiacchierarci un po’? La conversazione con lui è quella vagamente stucchevole sperimentata ogni volta che si interagisce con i suoi confratelli (o consorelle, non si sa) offerti oggi dal mercato IA: sia ChatGPT, sia Deepseek et similia ricoprono a volte il ruolo del compagno secchione che con nonchalance ti lascia copiare dai suoi appunti e che, povero, fa di tutto per risultarti simpatico. La presenza del pallino azzurro, comunque, per quanto possa sembrare divertente la possibilità di giochicchiarci, non è piaciuta a molti utenti. I quali hanno cominciato a chiedere in giro per forum e per social se davvero è inevitabile trovarselo sotto gli occhi ad ogni apertura di Whatsapp. E la risposta è stata, appunto, che sì, è obbligatorio tenerselo, e che no, non si può togliere di lì.
Sembrava che tutto finisse con un sospiro di delusione generale. E invece, è recentissima la notizia che in Italia il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori (in sigla CODACONS), ha diffidato Meta e presentato un esposto al Garante della privacy e all’Autorità antitrust italiane, perché questa scelta potrebbe configurarsi come «una pratica commerciale scorretta». La richiesta è quella che l’elemento venga del tutto rimosso, finché non sarà chiarito dalle norme d’uso se il prodotto è usato per raccogliere dati all’insaputa dell’utente, dati usati nello specifico per l’addestramento dei modelli di funzionamento dell’IA stessa. L’utilizzatore deve essere in grado di dare il consenso all’uso delle proprie conversazioni per Llama.
A questo punto in molti di noi potrebbe aprirsi un interrogativo: «A cosa serviranno mai le mie interazioni con un giocattolo di quel tipo?». Gran parte delle persone, immaginiamo, rivolgeranno a Llama domande ben poco interessanti, tali da non sembrare utili per addestrare nemmeno un bambino di scuola media. Sulla chat di Whatsapp, poi, il livello di dialogo sarà difficilmente di alto livello. Per capire, in realtà, quanto anche delle porzioni apparentemente insignificanti di dialogo interattivo uomo-macchina possono essere importanti, occorre riflettere sul meccanismo di funzionamento di queste strutture. Qualche tempo fa su Git Hub, una importante piattaforma in cui i professionisti del settore informatico interagiscono e si scambiano informazioni, era stata data la possibilità di dare un’occhiata «sotto il cofano» di un motore IA (l’articolo purtroppo ad oggi non è più raggiungibile). Da un esame sommario di quel resoconto, lunghe pagine di codice di programmazione significative solo per addetti ai lavori, si poteva comprendere che per nutrire i loro LLM (modelli linguistici di grandi dimensioni) i fornitori di IA stanno in un certo senso registrando tutte le domande possibili e tutte le risposte possibili che gli esseri umani possono formulare. Questo materiale viene opportunamente smontato (il termine tecnico è tokenizzato), inscatolato, repertoriato, classificato per argomenti. L’enorme bagaglio è esattamente quello che occupa gli spazi nei colossali datacenter di cui abbiamo parlato spesso. In pratica, tutto lo scibile umano è messo a disposizione dei grandi database contestuali, che lo richiameranno in uso a seconda delle necessità.
Se chiediamo ad esempio a Llama4 chi è Francesco Chiesa, lui ci risponderà «Francesco Chiesa è un calciatore italiano, nato il 25 giugno 2001. Gioca come attaccante nella Juventus». Questo perché qualche tifoso, discutendo con amici su Whatsapp, l’avrà recentemente chiamato in causa… Siamo in attesa di vedere gli effetti dell’esposto di CODACONS. Se venisse accettato, Meta dovrà rivedere la sua scelta. E, forse, il pallino potrà sparire.