I Territori di parole si fanno cofanetto

Immaginate di poter esplorare la Svizzera italiana non solo con gli occhi, ma anche attraverso le parole. Di seguire un sentiero e, invece dei cartelli, trovare citazioni di scrittori che quei luoghi li hanno vissuti, amati, narrati. È questo il cuore del progetto Territori di parole, un’iniziativa dell’Osservatorio culturale del Cantone Ticino che unisce letteratura, geografia, narrazione e memoria. Un’iniziativa (concepita in modo da essere dinamica e partecipativa, aperta alle segnalazioni del pubblico) che ha suscitato l’interesse di diverse istituzioni culturali e accademiche. Ad esempio, il Campus SUPSI di Mendrisio ha ospitato la mostra Territori di sguardi e di parole (conclusasi il 17 aprile), che ha valorizzato la Guida letteraria della Svizzera italiana (https://map.geo.ti.ch/s/guida_letteraria) attraverso testi, mappe tematiche e immagini realizzate dagli studenti. Questa esposizione ha evidenziato l’importanza del progetto nel creare connessioni tra letteratura, territorio e arti visive, promuovendo una comprensione più profonda e sfaccettata della regione. Sempre di fresca realizzazione è ora un piccolo cofanetto – sobrio ed elegante – che raccoglie una serie di fascicoli dedicati ai diversi distretti della Svizzera italiana, che a loro volta contengono selezioni di citazioni estratte proprio dalla già citata e fornitissima guida-mappa letteraria virtuale.

Ogni fascicolo racconta un territorio attraverso brani selezionati da autori che lo hanno descritto in versi o prosa: da Bellinzona alla Vallemaggia, dalla Riviera al Grigioni italiano.

Le parole si intrecciano con immagini create dagli studenti del Bachelor in Comunicazione visiva della SUPSI, creando un dialogo tra arte, paesaggio e narrazione. È un modo inedito di camminare tra le righe della geografia ticinese, lasciandosi guidare non solo da mappe topografiche ma da suggestioni letterarie.

Il cofanetto «Territori di parole» è pensato come strumento di divulgazione e scoperta, e rappresenta anche un invito a un turismo più lento, consapevole, fatto di soste e riflessioni. La già citata mostra al Campus SUPSI di Mendrisio, Territori di sguardi e di parole, ha ulteriormente valorizzato il progetto, dimostrando come l’unione tra parole e paesaggio possa diventare esperienza estetica e culturale. Eppure, dietro la brillante idea e la qualità dell’esecuzione, si intravede una zona d’ombra «necessaria» e nota agli addetti ai lavori che hanno dovuto scegliere come dare il via a un progetto di più ampie aspirazioni. Ciò significa che le citazioni sono tutte di autori (non pochi, invero, dato che sono oltre 800) del passato – soprattutto dell’Ottocento e Novecento – con scarsissima rappresentanza della produzione letteraria contemporanea. Gli scrittori attivi dal 2000 in poi, sono pochi e già passati a miglior vita, per linea editoriale. La mappa letteraria del Ticino non si fermerà però alla tradizione, dato che – sentito Roland Hochstrasser, responsabile del progetto – vi sono già buone idee che le permetterà di evolversi includendo anche voci nuove, quelle che raccontano il territorio di oggi, con i suoi mutamenti sociali, climatici, culturali. Fondamentali, in un’epoca che chiede proprio di saper leggere il presente. Il progetto sarà aggiornato, ampliato, e aperto alla scrittura contemporanea, anche giovane. Solo così la mappa potrà davvero riflettere non solo la memoria, ma anche la vita attuale del territorio trasformandolo persino in attrazione turistica…

«Territori di parole» è un oggetto culturale prezioso: è agile come un taccuino da viaggio, profondo come una biblioteca tascabile. Un invito a (ri)scoprire il Ticino con occhi diversi, e orecchie attente a ciò che si è detto… e, presto, a ciò che si dice ancora.

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