Giuliano Scabia
Lettere a un lupo
Edizioni Casagrande
Nel fitto della coscienza, dove le domande si aggirano come animali notturni, un uomo comincia a scrivere a un lupo. Non è il pretesto per una favola, né l’allegoria di un’anima in pena: è un gesto preciso, radicale, poetico.
Lettere a un lupo, ora ristampato nella collana «Tascabili» a ventiquattro anni dalla prima uscita, è una breve raccolta di prose firmata da Giuliano Scabia, tra le figure più visionarie del teatro e della letteratura italiani. In questo libriccino illustrato – le immagini sono dello stesso autore – Scabia affida la voce narrante a un io solitario che dialoga con una creatura simbolica, ma concreta. Il lupo, da figura dell’altro o dell’ombra, si trasforma in interlocutore capace di ascolto e vicinanza.
Ogni lettera è un esperimento di prossimità. I pensieri scivolano leggeri, ma restano incisi come graffi. Ci sono la città e la foresta, l’ingranaggio e il sogno, la stanchezza e la speranza: contrasti che l’autore orchestra con una lingua affilata e tenera. Il formato epistolare – scelto non per nostalgia ma per precisione – rende possibile una forma di onestà spoglia, e forse anche infantile, ma mai ingenua. Non cerca consolazioni, ma domande.
Giorgia Gianetiempo
Sessantasei gradini
Accornero Edizioni
Nel suo claustrofobico rifugio, Diletta ha costruito un universo di regole per sfuggire a un tormento interiore che dura da diciotto anni. Nel suo libro d’esordio, Giorgia Genatiempo di Lugano, ci conduce in un viaggio psicologico intenso, dove le ossessioni si intrecciano con la fragilità, e ogni giorno è scandito da limitazioni che sembrano impossibili da superare. Il mondo esterno, con i suoi sessantasei gradini, rappresenta una sfida che non può più evitare. Un susseguirsi di eventi sconvolgenti stravolgerà quel fragile equilibrio, obbligandola a confrontarsi con paure che l’hanno tenuta prigioniera troppo a lungo. Sessantasei gradini è una narrazione che esplora i confini tra isolamento e rinascita, immergendo il lettore in una realtà soffocante e al tempo stesso intrisa di speranza.
Doris Femminis
Chiara cantante e altre capraie
Temposospeso Editore
Il vento fresco delle valli alpine soffia sulle storie di donne che non si arrendono, che combattono la monotonia e la fatica, ma allo stesso tempo sognano e desiderano più di quanto il destino sembri riservare loro. Elisa, con la sua intelligenza inquieta e la voglia di altro, sente sulla pelle il peso di un mondo che non le appartiene. Ma la montagna, per quanto grigia e implacabile, custodisce sogni di libertà e di cambiamento che solo chi sa guardare oltre il confine della quotidianità può scorgere.
Pubblicato per la prima volta nel 2016 da Pentàgora, Chiara cantante e altre capraie è tornato da poco in libreria in una nuova edizione, e con una rinnovata forza narrativa. Il romanzo si immerge nella Cavergno di inizio Novecento, dove le vite di quattro bambine diventano un cammino che le condurrà a diventare donne nel segno di un mondo che muta. Tra transumanza, storie di contrabbando e tensioni sociali, le protagoniste sono costrette a fare i conti con le rigide regole sociali che hanno per sfondo la montagna, non solo come luogo geografico, ma anche quale metafora di una lotta per la libertà. Un romanzo che esplora la forza dei legami umani e la resilienza delle donne.
A cura di Baggi e Ceresa
Domenico Ceresa, l’album dell’immigrato
Edizioni Lucie
È un tributo a una figura fondamentale nella documentazione visiva del Ticino e dell’emigrazione. Parliamo de L’album dell’immigrato di Domenico Ceresa, muratore e fotografo autodidatta proveniente dalla Valle d’Intelvi. Un album di belle fotografie, scattate con una Leica negli anni Trenta-Cinquanta, che restituisce l’intensità della vita nelle nostre valli, con uno sguardo unico che raccoglie un mondo di storie, emozioni e paesaggi attraverso le comunità di Malvaglia, Semione e Ludiano, impegnate in attività quotidiane, matrimoni, lutti e tradizioni. Ceresa ha saputo immortalare con grande sensibilità le storie di una popolazione segnata dalla fatica dell’emigrazione. Il volume, curato da Willy Baggi e Arnoldo Dino Ceresa, raccoglie oltre 300 immagini che offrono una testimonianza storica e sociale dell’epoca.
Begoña Feijoo Fariña
Come onde di passaggio
Capelli Editore
C’è un tempo in cui tutto sembra ordinario, ma in realtà ogni singolo gesto nasconde la possibilità di una frattura improvvisa. Nel romanzo Come onde di passaggio di Begoña Feijoo Fariña, la quotidianità di cinque vite si intreccia, rivelando una Genova che ignora l’imminente catastrofe del crollo del Viadotto Polcevera. Dario, Sandy, Luca, Marisa e Dante sono i protagonisti di storie diverse, ognuna con le proprie sfide: da una vacanza in Svizzera con la figlia alla gestione di un grave malessere familiare, dalla ricerca di una carriera in Germania alla lotta con un passato doloroso. Tuttavia, il destino li costringerà a confrontarsi con un evento che cambierà per sempre il corso delle loro esistenze, come accade a molti il 14 agosto del 2018, quando si verificò il dramma.
Feijoo Fariña, che dopo anni in Ticino si è trasferita a Brusio in Valposchiavo, fonde la narrazione con il respiro di una realtà che a volte scivola via senza lasciare traccia, nel tentativo di catturare l’inquietudine di un presente sospeso e l’urgenza di riconsiderare le proprie certezze. La vita è un flusso inarrestabile, proprio come le onde, che con forza colpiscono, ma che lasciano anche spazio alla speranza.
Francesca Auguadri
Solo in alto guardano le foglie
FirenzeLibri
È un invito a cercare lo slancio, quando tutto spinge a restare a terra. C’è una zona intermedia in cui la poesia accade: un varco fra soglia e sparizione, fra tensione e caduta. È lì che si muove la voce di Francesca Auguadri, nella raccolta Solo in alto guardano le foglie (collana «Fuori stagione», FirenzeLibri), che genera spazi incerti dove il senso non si impone, ma si lascia intravedere.
Ne dà prova, ad esempio, la poesia Tra, grazie alla quale si entra agilmente in questa zona di passaggio: tra sacro e profano, veglia e fine, stoffa e pelle. Al di là dell’interpretazione ultima, è un linguaggio fatto di pieghe e sussurri, in cui il corpo si disgrega e l’emozione si annida nei dettagli minimi – «il piacere nei capelli», «le ossa nella schiena». Versi che sembrano tenuti insieme da fragilità, come «ali di farfalla», eppure reggono una visione nitida.
Auguadri, docente e già autrice di Fram-menti di vita, affida alla poesia un compito preciso: non spiegare il mondo, ma salvarne ciò che ancora splende. Anche quando tutto pare spingere verso il basso, il suo sguardo resta in alto, dove le foglie – e chi le osserva – possono ancora volare.
Una raccolta al contempo leggera e intensa, che tiene il lettore in ascolto.