Lo si attraversa a piedi o in bicicletta, ma anche in auto o in treno. Il Parco del Piano di Magadino si estende su una superficie di 2350 ettari, coprendo circa il 60% della superficie totale del Piano. Comprende spazi agricoli e naturalistici, ma anche vie di comunicazione e alcune, poche, zone edificate.
Raggiungerlo è molto semplice, essendo racchiuso in un territorio compreso tra Sementina e il Lago Maggiore e delimitato lateralmente dai nuclei abitati ai piedi delle montagne. I punti d’accesso sono numerosissimi, così come anche le opportunità: dalle passeggiate alle attività sportive nella natura, dalle visite alle osservazioni.
La bellezza e la semplicità di un’ambiente pregiato si possono osservare quotidianamente, seguendo le varie vie che attraversano questa distesa di quasi undici chilometri di lunghezza e una larghezza media di circa due chilometri, dove s’incontrano per esempio anche il laghetto del Demanio, il viale alberato, la riserva naturale Ciossa Antognini o l’area protetta delle Bolle.
Ma oltre alla vista, anche altri sensi vengono stimolati: odori e rumori ci travolgono e nel 2023 la Fondazione del Parco del Piano di Magadino ha inaugurato un progetto per far vivere, in modo originale il territorio. Si tratta di un paesaggio sonoro composto da sei piattaforme, distribuite dalle Bolle di Magadino a Giubiasco, nelle quali il visitatore è invitato ad ascoltare i suoni della natura e non solo.
Camminando o pedalando s’incrociano le postazioni che, corredate da un pannello informativo, sono l’occasione per fermarsi ad ascoltare l’ambiente circostante. A dipendenza del luogo, della stagione e dell’orario di percorrenza, si possono udire il cinguettio degli uccelli, il vento, il fiume o il rumore di qualche animale. Ma non mancano i brusii di sottofondo, il frastuono della strada (soprattutto alla postazione numero due, situata al Ponte sul Fiume Ticino), oppure rimbombi lontani, per esempio di macchinari al lavoro.
E poi, ancora, gli aeroplani, il treno o il ronzio dell’alta tensione, in particolare alla Monda, postazione numero tre. Una vasta varietà di suoni che cambiano a dipendenza del luogo e del momento e che si possono anche confrontare o rivivere ascoltando quelli registrati sul sito del Parco, a cui si accede anche tramite un codice QR segnalato su pannelli informativi.
Sulle tavole si trova la cartina del Piano, così da potersi orientare e raggiungere il punto successivo, ma anche piccole e brevi spiegazioni sui motivi di alcuni suoni o altre particolarità, con pure alcuni spunti per ascoltarli in modo differente. Per meglio udire i rumori, ogni piattaforma è dotata di alcuni semplici imbuti che, come l’intera struttura, sono stati costruiti con legno di larice e abete ticinesi.
Come sottolineato in fase di presentazione dal direttore della Fondazione del Parco del Piano di Magadino Giovanni Antognini, «si tratta di un progetto legato al tempo libero, ma che ha pure una ragione didattica perché si allena un senso importante come l’udito e nel contempo si comprende la complessità di un ampio territorio e della sua variegata natura».
Proprio per questi aspetti, il percorso è particolarmente adatto ai bambini e alle famiglie, che lo possono completare in bicicletta e partecipare al concorso, cercando di scovare i suoni che si percepiscono nelle varie postazioni (il tagliando di partecipazione è inserito nel volantino del progetto, reperibile sul sito del Parco o presso le Organizzazioni turistiche regionali).
Uno degli obiettivi del Piano di utilizzazione cantonale (PUC) del Parco del Piano di Magadino è d’altronde proprio quello di valorizzare lo svago di prossimità quale componente dell’offerta turistica regionale.
Accanto a questo tipo d’attività, rientrano nel concetto del Parco anche la valorizzazione della qualità del paesaggio, della ricchezza ecologica e della biodiversità, il tutto rafforzando e sostenendo il settore agricolo, sempre proteggendo, gestendo e promuovendo le componenti naturali e le funzioni ecologiche presenti al suo interno.
Costituito nel 2014 con l’obiettivo di favorire uno sviluppo sinergico delle diverse vocazioni del territorio, il Parco s’è quindi arricchito con un ulteriore tassello, appoggiandosi su delle solide conoscenze: «Esatto, in Ticino il concetto di paesaggio sonoro (soundscape) è stato ripreso e approfondito dal DFA della Supsi, dal quale abbiamo attinto diverse competenze», conclude Antognini.