Rotta sull’Indonesia: Louis Margot a metà del guado

by Claudia

Continua lo straordinario giro del mondo dell’atleta di Morges dopo l’attraversata del Pacifico

«Asr». Sarà già capitato, a chi mastica di tennis, di imbattersi in queste tre lettere guardando il programma giornaliero di un torneo. L’acronimo sta per After a suitable rest. Che, in italiano, può essere tradotto con «Dopo un adeguato riposo».

A scanso di equivoci, diciamolo subito: la puntata odierna di Adrenalina non parla di palline e racchette. Dal mondo del tennis prende però a prestito questa espressione, che calza a pennello a Louis Margot, il 33enne vodese che nel settembre del 2023 si era lanciato nella titanica impresa di compiere il giro del mondo con la sola forza muscolare.

Un giro del mondo iniziato appunto un anno e nove mesi fa (e di cui avevamo riferito nel numero 18/2024 di «Azione»), ma che lo vede tutt’ora impegnato, perché l’arrivo al… punto di partenza (Morges, nel Canton Vaud) è previsto per l’autunno dell’anno prossimo.

Torniamo a parlare di Louis Margot per fare dunque il punto della situazione di questa sua impresa, proprio nei giorni in cui entra in una delle sue fasi cruciali.

C’è un tempo per tutto. Quello per viaggiare, quello per riposare e, anche, quello per rimettersi in viaggio. Tre mesi dopo essere sbarcato a Hiva Oa, nell’arcipelago delle Isole Marchesi, primo approdo dell’estenuante traversata dell’Oceano Pacifico («La tappa più impegnativa dell’intero progetto», ci aveva confidato, non senza qualche timore, al momento di imbarcarsi per la traversata, quando l’avevamo raggiunto telefonicamente nel porto di Lima, in Perù, lo scorso autunno), Louis Margot è tornato sul «ponte di comando» della sua imbarcazione, ha rimesso mano ai suoi remi e ha ripreso il suo viaggio, che lo dovrebbe portare in Asia.

Sulle Isole Marchesi era sbarcato un sabato sera di inizio marzo. Ad attenderlo, a questo approdo a metà… del guado dell’enorme distesa blu, c’era anche una delegazione partita appositamente dal Canton Vaud comprendente anche i suoi familiari.

Un po’ di aria di casa, dato che la casa vera e propria dovrà ancora aspettare parecchio prima di ritrovarla. Poi, Louis Margot si è preso un «timeout», peraltro indispensabile, per radunare le forze, fisiche e pure mentali, prima di riprendere il suo viaggio che, remata dopo remata, dovrebbe portarlo sulla terraferma, verosimilmente quella dell’Indonesia. Il suo «adeguato riposo» appunto.

«Quattro mesi al largo, in solitaria, ti lasciano ovviamente il segno: una parte di me è come se fosse ancora là fuori, in quell’immensa distesa blu», aveva confessato dopo un mesetto di riposo a Hiva Oa. Lasciando la costa sudamericana, Louis Margot aveva parlato della necessità di «staccare la spina», di… disconnettersi per un po’ dal resto del mondo.

Sotto questo punto di vista, la prospettiva di quattro mesi di navigata in solitaria ha raggiunto il suo scopo… «Viviamo vite bombardate dai social media e da uno stress costante, tanto che non riusciamo più a prenderci il tempo per noi stessi. È tutto troppo frenetico. Ritrovarti tutto solo in mezzo a un oceano e per mesi, ti insegna a focalizzarti sul presente. Potrà suonare strano all’orecchio di chi non ha mai provato una sensazione simile, ma, ripensando a quei momenti, mi sento di poter affermare di non essermi mai sentito così bene come in quelle settimane trascorse là in mezzo all’oceano. E so benissimo che quando ritroverò nuovamente la terraferma, una volta completata l’ultima parte della traversata del Pacifico, dovrò riabituarmi al trantran quotidiano. Non sarà facile…».

Per Louis Margot, Hiva Oa è un po’ come il giro di boa del suo viaggio intorno al globo: «Ora che sono a… metà del guado dell’Oceano Pacifico (e dell’intero progetto di giro del mondo con la forza muscolare), il mio modo di vivere quest’avventura è mutato.

Per parecchio tempo mi sono sentito come se tutto il progetto fosse appena cominciato. Quando riprenderò la mia navigazione facendo rotta sull’Asia, per me sarà come iniziare il lungo viaggio di ritorno verso casa. Che, a ogni buon conto, comporterà altri sei mesi circa di remate in solitaria.

Ma adesso è anche diverso: dopo aver attraversato l’Atlantico ed essermi lasciato alle spalle la prima metà del Pacifico circa, so cosa mi attende: una certa dimestichezza con gli aspetti mentali che comporta questo genere di impresa. Certo, non sarà comunque una passeggiata, ma dovrei aver imparato a gestire questo genere di situazioni».

E così, a inizio giugno, per lui è nuovamente scoccata l’ora di ritirare l’ancora e partire. Puntando appunto verso l’Asia, che conta di raggiungere, seguendo una rotta che lo dovrebbe veder attraversare Papua Nuova Guinea e Australia, in 4-6 mesi di navigazione in solitaria, e senza ulteriori scali.

Con oltre diecimila chilometri ancora da percorrere, questa nuova parte del suo periplo dovrebbe portarlo a un totale complessivo di ventimila chilometri di navigazione nelle acque dell’Oceano Pacifico, pari alla metà della circonferenza della Terra!

A Hiva Oa Louis Margot ha sì recuperato le energie, ma ha pure lavorato sodo – supportato dal team che coordina il progetto Human Impulse – per organizzare tutta la logistica concernente l’ultimo segmento in acqua, al termine del quale si separerà dall’imbarcazione che è stata la sua «casa» durante la traversata dell’Atlantico e quella del Pacifico. Compreso il sostentamento, aspetto tutt’altro che marginale pure quest’ultimo, considerato che per raggiungere l’Indonesia, il fabbisogno energetico stimato è di oltre un milione di kilocalorie.

Cosa l’attende sulla costa dell’Indonesia? Pur nella consapevolezza che non è il caso di mettere il carro davanti ai buoi (o, meglio, la… barca davanti al percorso ancora da coprire), qualora dovesse riuscire nei suoi intenti di raggiungere l’Indonesia, Louis Margot diventerebbe il primo svizzero a completare la traversata dell’Oceano Pacifico, remando dall’America del Sud in direzione dell’Asia.

Ma il suo viaggio non finirà lì, visto che poi inforcherà la bici per attraversare l’Asia e l’Europa, pedalando in direzione di Morges.