Non ne abbiamo ancora capito molto. Sentiamo confusamente (e ripetiamo meccanicamente) che l’intelligenza artificiale cambierà in profondità la nostra vita quotidiana, ma spesso non sapremmo dire esattamente quando e come ciò avverrà. Proviamo allora a considerare un campo particolare: i viaggi. Naturalmente l’intelligenza artificiale viene già utilizzata dalle aziende turistiche, al pari di molte altre, e lo sarà sempre di più in futuro. Certo, il turismo è un’attività di servizio, con una forte componente di contatto umano, e dunque è più difficile standardizzare le operazioni. Ma anche qui, attività come la gestione dei fornitori o della contabilità, per fare qualche esempio, saranno presto affidate all’AI.
Più interessante è esplorare il punto di vista del cliente, turista o viaggiatore. Un anno fa vennero pubblicate le prime guide turistiche scritte da sistemi intelligenti e vendute online. In qualche caso – e lo abbiamo segnalato – si trattava quasi di una truffa: un’accozzaglia di informazioni raccolte in rete e impaginate in formato accattivante. Ma i progressi sono stati rapidi e nuovi prodotti editoriali più curati stanno già modificando il mercato. Infatti, dopo una lunga fase di stabilità, le vendite delle guide turistiche cartacee hanno ricominciato a calare. Per reazione, le guide scritte da autori umani sono e saranno sempre più personalizzate: con consigli soggettivi, punti di vista originali, inserti narrativi.
Nella preparazione del viaggio l’intelligenza artificiale è già utilizzata come un agente di viaggio virtuale. Può gestire facilmente le prenotazioni, seguire l’andamento dei prezzi dei voli, aggiornare i punti fedeltà. Ma non si limita a semplificare le transazioni. Invece di navigare all’infinito tra hotel o leggere centinaia di recensioni contrastanti, i viaggiatori possono affidarsi a un consulente virtuale capace di creare itinerari su misura, ricordando alla perfezione le scelte precedenti. E la realtà virtuale o aumentata consentirà di vedere in anteprima condizioni meteo, stanze d’albergo, musei o altre esperienze, ancora prima della partenza. L’AI è particolarmente efficace per progettare viaggi con un focus specifico, per esempio la sostenibilità ambientale: può selezionare hotel ecologici, percorsi a basse emissioni, luoghi meno affollati.
Secondo la società di ricerca Kantar, il 40% dei viaggiatori ha già utilizzato strumenti di questo tipo e il 62% è disposto a farlo in futuro. Il 55% di chi non usa l’AI dichiara di non fidarsi abbastanza: teme (non senza motivo) informazioni errate o un uso improprio dei dati personali. Ma questa diffidenza potrebbe attenuarsi con l’introduzione di regole chiare e trasparenti. Infine tenete conto che il servizio sarà tanto migliore se invece di mettere alla prova l’intelligenza artificiale come se fosse un esame, le fornirete informazioni dettagliate sulle vostre esperienze e preferenze.
L’unico limite di questo approccio è che la macchina tenderà a proporvi infinite variazioni dello stesso tema: Same same but different, come si dice nel Sud-est asiatico. L’AI ha il suo pregio e il suo limite nel tentativo costante di compiacere l’interlocutore umano. Raramente vi sorprenderà con una proposta di viaggio fuori dagli schemi, semmai potrà rivelare connessioni nascoste. Ad esempio: quali altri viaggi ha fatto chi frequenta regolarmente la vostra meta preferita? Questa semplice domanda può aprire prospettive inaspettate.
Detto questo, è bene ricordare che sulla carta tutto funziona, ma nella realtà le cose possono essere molto più complicate. L’esperienza turistica si svolge in spazi pubblici, spesso all’estero, a contatto con persone di altre lingue e culture. Inoltre il sistema turistico mondiale sta attraversando una fase di crescita disordinata e spesso qualcosa non funziona come dovrebbe. Per questo il dialogo con un agente di viaggio digitale non esclude il ricorso a un interlocutore in carne e ossa, specie se si tratta di una figura affidabile e già sperimentata. Nulla vieta, infine, di lasciare spazio a impulsi più profondi e irrazionali nella scelta di una meta.
Almeno una volta all’anno, concediamoci la libertà di seguire la curiosità, l’intuizione, il colpo di fulmine. Lasciamo al viaggio il suo potere di farci e disfarci.