«Crisi» adolescenziale o disturbo alimentare?

Gentile Laura,
le scrivo perché sono preoccupata per mia figlia undicenne, ultimamente mi sembra abbia troppo interesse per il suo corpo e nello specifico per il suo peso, è sviluppata da pochi mesi, non è sovrappeso ma credo lei si comporti come se lo fosse. Ho paura che possa diventare anoressica ma non riesco a capire se sia solo una mia fobia (da giovane ho avuto una cara amica malata e ne sono rimasta impressionata) o se ci sono veri campanelli di allarme: a volte mangia normale, altre volte meno, a volte fa tantissimo sport altre volte si chiude tutto il giorno in camera…non so se siano crisi adolescenziali «normali» o l’inizio di una malattia. Cosa mi consiglia di fare? Come capire se è anoressia? La ringrazio molto.
/ A.

Buongiorno,
l’adolescenza effettivamente è un periodo critico in cui avvengono cambiamenti in tutte le sfere dell’individuo, sia dal punto di vista fisico che cognitivo e questo può portare a delle crisi di identità, a dei comportamenti «anomali» che però spesso fanno parte del normale processo di crescita individuale.

Se tali mutamenti avvengono prima o dopo rispetto ai loro coetanei può insorgere una maggiore apprensione rispetto alla trasformazione che subisce il proprio corpo. Questa preoccupazione è spesso causata dalla mancanza di conoscenza o dal non accettare il fatto che il processo di sviluppo varia in base a caratteristiche individuali, come ad esempio il genere, e anche da fattori esterni (come l’alimentazione).

Oltre ai radicali cambiamenti fisici, si accentua anche la capacità d’introspezione dell’adolescente: iniziano a confrontarsi sempre di più con i compagni della stessa età e ognuno tende a paragonarsi con un modello fisico ritenuto ideale. Questo porta alla conseguenza che molti adolescenti si sentono infelici per il loro aspetto esteriore e tendono purtroppo a non accettarsi pensando oltretutto di non essere graditi neanche agli altri. Tutto ciò può essere un terreno fertile per i disturbi del comportamento alimentare.

I diversi tipi di disturbi alimentari presentano sintomi differenti, ma ogni condizione implica un’estrema focalizzazione su questioni legate al cibo e all’alimentazione, e alcuni sul peso. I maggiori sintomi che possono farci scattare un campanello d’allarme, oltre alla più evidente perdita di peso drammatica sono la preoccupazione per il peso con la paura di ingrassare o di essere grasso e il pesarsi ripetutamente. Il costante pensare al cibo e alle sue calorie, ai grammi di grasso o alle diete in generale. Iniziare a limitare la qualità e la quantità dei cibi consumati oppure rifiutarsi di mangiare direttamente certi cibi. L’evitare di mangiare in pubblico o inventare scuse per non mangiare all’ora dei pasti e negare la fame. Cucinare per gli altri ma non mangiare niente. Sviluppare rituali intorno al cibo come la separazione dei vari componenti del pasto, evitando qualsiasi contatto tra cibi diversi sul piatto.

Altri comportamenti non direttamente legati al cibo possono essere delle costanti lamentele di costipazione e dolore addominale. Indossare strati di vestiti per nascondere la perdita di peso o per stare al caldo perché non si tollera più il freddo. Esprimere la necessità di «bruciare» calorie e la pratica di esercizio fisico eccessivo. Il passare da stati di letargia a eccesso di energia. A livello fisico il sintomo più drastico è la mancanza di periodi mestruali. Attenzione anche se ha la sensazione di vertigini o di svenimento.

Sinceramente non so risponderle, da quello che descrive si riconoscono, o almeno si percepiscono alcuni sintomi, ma se sua figlia sia davvero malata o siano solo dei comportamenti passeggeri dovuti all’adolescenza non glielo posso dire. La via più sicura è quella di contattare il pediatra in modo che possa fare una diagnosi e pensare a una cura e a sviluppare una rete di supporto formata da professionisti tra cui uno psicologo e una dietista in modo da supportare ed aiutare sua figlia a tutti i livelli.

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