Ma quindi, è nato prima l’uovo o la gallina? È il quesito che ci accompagna dalla nostra infanzia. È la domanda che affonda le radici nei secoli che hanno visto la divisione fra filosofi e scienziati e non smette mai di emergere nelle più svariate discussioni, a metà tra curiosità e voglia di risolvere uno dei misteri più discussi della nostra storia. Se ve lo state ancora chiedendo sappiate che ora la scienza è finalmente in grado di darvi una risposta. Insomma, il «quesito dei quesiti» che pareva destinato a non trovare mai riscontro è stato risolto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Ginevra capitanato dal professor Omaya Dudin, assistente presso il Dipartimento di Biochimica della Facoltà di Scienze, che vanta un curriculum di tutto rispetto pure come ricercatore SNSF-Ambizione presso l’EPFL di Losanna.
Secondo questa ricerca, pubblicata dall’autorevole rivista scientifica «Nature», è l’uovo ad avere il diritto di primogenitura. Ma per comprendere il punto di partenza di questo studio bisogna risalire al fatto che le prime uova di uccello risalgono a 200 milioni di anni fa, mentre le uova fossili più antiche ritrovate appartenevano a rettili e sono state deposte addirittura 350 milioni di anni fa dai captorinomorfi (il gruppo di rettili più primitivo). Poi, una delle rivoluzioni più importanti dell’evoluzione risale al Carbonifero, quando i rettili adottano una soluzione che permette loro di rendere la fase riproduttiva indipendente dalla presenza di acqua. Per questo l’uovo, precedentemente ricoperto solo da una membrana, si deve dotare di un guscio rigido, sottile e poroso (insieme a una riserva di sostanze nutritive come grassi, proteine e zuccheri) a protezione dell’embrione dalla disidratazione e dai possibili predatori. Questo passo evolutivo ha fatto in modo che l’embrione potesse raggiungere un grado di sviluppo maggiore di quello delle larve degli anfibi e, alla nascita, il piccolo ha un’elevata probabilità di sopravvivenza anche se si affaccia in un ambiente arido.
Dagli uccelli (che nascono nel Giurassico circa 140 milioni di anni fa) alla nostra gallina bisogna arrivare a soli (si fa per dire) 50 milioni di anni fa, quando da un embrione di un uovo, frutto di una nuova ricombinazione di geni, nasce il primo animale simile a quello che oggi conosciamo. La storia insegna dunque che le maggiori trasformazioni evolutive sono avvenute proprio attraverso l’uovo. Ma gli scienziati dell’Università di Ginevra capitanati dal professor Dudin non si sono limitati a queste considerazioni storico-cronologiche e sono partiti dal fatto che le prime forme di vita apparse sulla Terra erano unicellulari (composte da una sola cellula) come ad esempio il lievito o i batteri. Solo in seguito si sono evoluti gli animali (organismi multicellulari) che si sono sviluppati da un’unica cellula (la cellula uovo) per formare esseri complessi.
«È uno sviluppo embrionale che segue tappe precise notevolmente simili tra le specie animali, e che potrebbe risalire a un periodo molto precedente alla loro comparsa», spiegano gli scienziati che ammettono però quanto ancora sia poco conosciuta la transizione dalle specie unicellulari agli organismi pluricellulari. Essi sono partiti proprio da questi presupposti per studiare la Chromosphaera perkinsii, un organismo unicellulare primordiale, «cugino stretto degli animali» comparso sulla Terra molto prima delle forme pluricellulari che si è separato dalla linea evolutiva animale più di un miliardo di anni fa. Un approccio che ha offerto una preziosa visione dei meccanismi che possono aver portato alla transizione verso la multicellularità. Di conseguenza, secondo gli studiosi, la risposta all’annosa questione dell’uovo e della gallina risiede proprio nella transizione da essere unicellulare a essere multicellulare: «Gli animali si sono sviluppati da una singola cellula, la cellula uovo, per formare esseri complessi: queste cellule si dividono senza crescere ulteriormente, formando colonie multicellulari che assomigliano alle prime fasi dello sviluppo embrionale animale». Osservando la Chromosphaera perkinsii gli scienziati sono giunti a una logica conclusione: «Sebbene questa sia una specie unicellulare, il suo comportamento dimostra che i processi di coordinamento e differenziazione multicellulare sono già presenti nella specie ben prima della comparsa dei primi animali sulla Terra».
Ancora più sorprendente è il fatto che «il modo in cui queste cellule si dividono e la struttura tridimensionale che adottano ricordano in modo impressionante le prime fasi dello sviluppo embrionale degli animali». A suffragio di questa tesi sta l’analisi dell’attività genetica all’interno di queste colonie resa possibile grazie alla collaborazione con Hohn Burns (Bigelow Laboratory for Ocena Sciences). Essa ha rivelato «intriganti somiglianze con quelle osservate negli embrioni animali», suggerendo che i programmi genetici che regolano il complesso sviluppo multicellulare erano già presenti più di un miliardo di anni fa. La prima autrice dello studio Marine Olivetta conclude: «Lo studio dimostra che o il principio dello sviluppo embrionale esisteva prima degli animali, oppure i meccanismi di sviluppo multicellulare nella Chromosphaera perkinsii si sono evoluti separatamente».
Insomma, semplificando i concetti e i risultati scientifici, l’uovo sarebbe nato prima della gallina. E ciò si può affermare perché l’osservazione della divisione cellulare, simile a quella dell’embrione animale in organismi unicellulari preistorici (Chromosphaera perkinsii), ha suggerito che lo sviluppo embrionale esisteva prima dell’evoluzione degli animali (organismi multicellulari).