Dark pattern

by Claudia

«Mamma, la sfida a Brawl Stars la devo fare oggi perché c’è in palio un regalo. Cosa posso vincere? Skin, potenziamenti che ti danno più vita, più danno o abilità extra». Lo ammetto subito: nonostante la mia passione per Le parole dei figli, quando Enea, l’undicenne di famiglia – un talento per la matematica ma un’avversione per i temi di italiano – pronuncia questa frase, mi spazientisco: «Possibile che alla tua età tu non riesca ancora a esprimerti in modo comprensibile?». I suoi occhi sgranati e il nervoso che vedo salirgli rapidamente mi spingono a rivolgermi a ChatGPT, chiedendole in che cosa consiste il videogioco Brawl Stars: «In pratica, è una specie di battaglia in arena: scegli un personaggio (chiamato brawler), ognuno con abilità uniche, e combatti contro altri giocatori in partite veloci da 3 contro 3». La sorpresa arriva poche righe dopo, quando l’IA aggiunge: «Il gioco punta sulla raccolta di skin e potenziamenti che danno al brawler più vita, più danno o abilità extra».

Che vergogna! In realtà, Enea si è espresso bene, usando i termini propri dei videogiochi, esattamente come fa anche ChatGPT. Sono io l’estranea a questo linguaggio. Le skin sono i vestiti o le versioni alternative dei brawler: non cambiano la forza del personaggio, ma lo fanno sembrare diverso. Più vita vuol dire che il tuo brawler resiste di più agli attacchi degli avversari. Più danno significa che quando attacchi, fai più male agli altri: riesci a batterli con meno colpi. Abilità extra sono nuovi poteri speciali che prima non aveva: uno scudo, una super-velocità, una cura magica. In pratica: il tuo personaggio diventa più forte e più difficile da battere. All’inizio, incapace di capire la terminologia di Enea, mi sfugge completamente ciò che sta dietro alle sue parole: quella sfida a tempo, con il regalo in palio, non è solo una trovata simpatica del gioco.

È un esempio di dark pattern. Lo capisco solo settimane dopo, leggendo giovaniemedia.ch, uno degli strumenti principali che la Confederazione mette a disposizione per aiutare genitori e insegnanti ad accompagnare bambini e adolescenti nell’uso sicuro e responsabile dei media digitali: «Se c’è un aspetto dei videogiochi che i genitori dovrebbero assolutamente comprendere, è proprio quello dei meccanismi che contribuiscono al loro fascino». Dark pattern, tradotto letteralmente dall’inglese «schema ingannevole», indica infatti le strategie usate nei videogiochi per spingere il giocatore a compiere azioni che, forse, senza quella pressione, non avrebbe scelto. Nel caso di Enea, la scadenza imminente e la promessa di una ricompensa creano urgenza e paura di perdersi qualcosa: meccanismi molto potenti, soprattutto per un bambino di 11 anni.

Con l’aiuto di giovaniemedia.ch passiamo in rassegna alcune delle trappole più comuni nascoste nei videogiochi. La trappola delle ricompense e le loot box (scatole del bottino) si basano su principi tipici del gioco d’azzardo e sul meccanismo di attrazione delle slot machine: da un lato vengono promessi premi a sorpresa che non sai quando arrivano che ti invogliano a continuare a giocare, dall’altro sei spinto a comprare scatole misteriose senza sapere cosa c’è dentro. Altri contenuti sono pensati per rendere difficile fare una pausa: se non ti connetti ogni giorno, rischi di perdere quanto hai ottenuto. Ostacoli artificiali ti annoiano e ti inducono a spendere soldi per avanzare più in fretta. Spendere soldi ti permette anche di diventare più forte più velocemente. Non mancano i pulsanti ingannevoli: il tasto per comprare è grande e visibile, quello per rifiutare nascosto e poco evidente.

Il risultato è che i dark pattern sono studiati per allungare il tempo di gioco dei nostri figli, sviluppare dipendenza e colpire anche il portafoglio. «Consiglio per i genitori: se i dark pattern sono già difficili da decifrare per gli adulti, figuriamoci per bambini e adolescenti – sottolinea giovaniemedia.ch –. È allora fondamentale parlarne con i propri figli e spiegare qual è il loro scopo e perché i fornitori di videogiochi li utilizzano. Prendetevi il tempo necessario per familiarizzare con i loro videogiochi preferiti. Giocate insieme e lasciate che vi spieghino cosa li affascina così tanto».