Mendrisio, stanza 404: confessioni di una receptionist

Arrivo a Mendrisio. Trovo il mio albergo.
«Buongiorno signor Mozzi», dice la receptionist Ariella – il nome è scritto sul badge –, prima ancora che io mi presenti.
«Buongiorno», dico. «Ci siamo già visti?».
«Di persona no», dice Ariella. «Ma la seguo da anni sui social».
«Ah», dico.
«Il suo profilo Facebook è molto istruttivo», dice Ariella, «per noi che aspiriamo a pubblicare un romanzo».
«Lei ha scritto un romanzo?», dico.
«Gliel’ho anche mandato, nel 2017», dice Ariella.
«E?», dico.
«Lei mi ha risposto sei mesi dopo», dice Ariella, «dicendomi che le era parso molto brutto».
«Spero di non averla offesa», dico.
«Per carità», dice Ariella, «qui in albergo ne vediamo di tutti i colori».
«Posso immaginare», dico. «Purtroppo il mio lavoro consiste proprio nell’essere schietto».
«E noi apprezziamo la schiettezza, non si preoccupi», dice Ariella. Anche la mia collega del pomeriggio, la receptionist Mara, le ha mandato un romanzo. Nel 2018».
«Oibò. Anche quello “molto brutto”?», dico.
«“Tremendo”, credo che le abbia scritto», dice Ariella.
«C’è una sottile differenza», dico.
«La più fortunata è stata la cameriera ai piani Serena», dice Ariella. «Le ha mandato un memoir nel 2022».
«Qualcosa sulla pandemia, suppongo», dico.
«Già», dice Ariella. «Lei si è limitato a rispondere che gli editori non vogliono saperne di memoir sulla pandemia».
«È vero», dico.
«Peccato», dice Ariella, «perché il barman della sera, Roberto, ne ha scritto uno che secondo me è proprio bello. Però non ha osato mandarglielo».
«Avete tutti l’abitudine di leggervi reciprocamente?», dico.
«Certamente», dice Ariella. «Tutti. Tranne il cuoco Olindo».
«È geloso di quello che scrive?», dico.
«Se la tira un sacco», dice Ariella, «perché ha frequentato un corso di scrittura on line con Tarcisio Brondi».
«Non lo conosco», dico.
«È uno che fa corsi di scrittura on line», dice Ariella.
«Ho capito», dico. «Ma non ho mai sentito parlare di lui».
«Brondi invece conosce benissimo lei», dice Ariella.
«Come lo sa?», dico.
«Ho seguito una sua lezione on line gratuita promozionale», dice Ariella.
«E?», dico.
«Brondi ha detto che lei è il più delinquente truffatore che si aggiri nell’infame mondo dell’editoria italiana», dice Ariella.
«Carino», dico.
«Ma non si preoccupi», dice Ariella, «un po’ di rivalità tra persone che competono sullo stesso mercato non può fare male».
«Non ne dubito», dico.
«D’altra parte», dice Ariella, «non è che lei, affermando di non aver mai sentito nominare Brondi, cosa impossibile visto che Brondi è famosissimo nel mondo dei corsi di scrittura on line, sia meno sprezzante nei suoi confronti».
«Il mio non è un giudizio sprezzante», dico. «È un’ammissione d’ignoranza».
«Sarà», dice Ariella. «Comunque, ecco: la sua camera è la 404, quarto piano, a sinistra quando esce dall’ascensore. La colazione è dalle sette alle dieci. Dovrà lasciare libera la camera entro le undici».
«Ho un treno alle nove», dico.
«Allora farà probabilmente in tempo a conoscere la cameriera ai piani Rosalia», dice Ariella.
«Ha scritto un romanzo anche lei?», dico.
«Una saga fantasy in tre volumi», dice Ariella.
«Io non mi occupo di fantasy», dico.
«Gliel’ho detto», dice Ariella. «Ma lei è una testarda».
«Cercherò di spiegarglielo», dico.
«Una volta che abbiamo avuto ospite un famoso agente letterario», dice Ariella, «Rosalia lo ha legato nudo a una sedia e gli ha raccontato tutti i tre volumi della saga».
«Santi numi!», dico. «E com’è andata a finire?».
«Ci ha messo mezza giornata», dice Ariella. «Lui è stato contentissimo e le ha proposto di sposarla».
«Ma la cosa non è andata a buon fine, mi par di capire», dico.
«Rosalia non sopporterebbe mai di essere pubblicata solo perché è la moglie di un famoso agente letterario», dice Ariella.
«Mi pare giusto», dico.
«È una questione di dignità», dice Ariella.
«Senz’altro», dico.
«Oh, ma quasi mi dimenticavo», dice Ariella. «Il direttore dell’albergo, Saverio, mi ha detto di chiederle se può farle compagnia a colazione, domattina».
«Niente in contrario», dico.
«Allora gli do conferma», dice Ariella. «Ma stia attento, sarà un osso duro. Saverio scrive poesie».

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