Un universo di colori in continua espansione

by Claudia

Mondoverede: le ortensie, dall’affascinante storia del nome ai segreti per coltivarle, passando per le varietà più resistenti

Di alcune piante sembra che non se ne abbia mai abbastanza, perché con la loro fioritura ogni vaso, aiuola e giardino diventano più belli. È il caso delle ortensie, Hydrangea, conosciute da tutti, facilissime da coltivare, che ogni anno accrescono le loro varietà con nuovi ibridi che vivaisti infaticabili continuano a creare, regalandoci sfumature sempre più belle e generose.

A giustificazione della differenza tra il nome botanico e quello volgare vi sono molte leggende, tutte legate a storie d’amore. Due ricercatori di piante, Philibert Commerson e Antoine de Bougainville, partirono dalla Francia nel 1766 per un viaggio intorno al mondo alla ricerca di nuove piante. Sbarcati in Cina, scoprirono le Hydrangea. Poi la fantasia prende il volo: c’è chi racconta che Commerson trovò anche l’amore, oltre alle piante, innamorandosi di Hortense Lapeaute, moglie di un importante astronomo; storia che venne ostacolata, sebbene continui a durare nel nome della donna che Commerson utilizzò per ribattezzare la pianta più bella da lui scoperta. Un’altra versione riporta invece l’incontro con Hortensia de Nassau, figlia del principe Nassau, che lo accompagnò durante una spedizione botanica. In ogni caso, oggi i cataloghi dei collezionisti sono vere opere d’arte grazie alla palette di colori che offrono questi fiori.

I nuovi esemplari che compaiono di anno in anno sono specie legati alla macrophylla, l’ortensia per eccellenza, presente in ogni giardino semi ombroso, che cresce placida con i suoi fiori blu o rosa. Giunta in Europa, ha incontrato subito i gusti dei giardinieri più importanti grazie alle sue minime esigenze: poco sole, una vigorosa potatura a fine inverno, acqua e fertilizzante in primavera. Le ortensie, come quasi tutti sanno, risentono molto del pH del terreno: con suoli acidi avremo fiori blu, per sfumare al rosa servono invece suoli alcalini o neutri. Solo le varietà bianche rimangono imperturbabili al terreno, sfumando quasi impercettibilmente verso un bianco rosato.

Così, come piccoli alchimisti, è possibile somministrare sali di ferro, torba, terra di faggio, aghi e cortecce di pino per creare sfumature più intense di rosa fino ai blu più accesi. Un trucco: essendo le nostre acque di irrigazione ricche di calcio e quindi in grado di eliminare l’acidità del terreno, si può aggiungere un cucchiaio di aceto ogni 5 litri d’acqua.

Tra le più nuove collezioni troviamo il gruppo «You & Me», creato in Giappone, con piante adatte anche alla coltivazione in vaso come «Desireè» con contrasti rosa e celeste, «Forever» blu mare e rosa, e «Romance» di un blu molto scuro e un fuxia sgargiante. Dai fiori con toni del rosso carico troviamo «Magical Ruby Tuesday», varietà molto generosa, alta fino a un metro, con ottima durata anche come fiore reciso. Deve il suo nome alla canzone dei Rolling Stones del 1967, in omaggio a una groupie dell’epoca. Per chi predilige colori intensi, ecco la serie Hydrangea macrophylla «Black Diamonds», selezionata in Germania, con varietà come la teller «Dark Angel Purple», dai fiori bronzei rigati di bianco che cambiano colore con il passare delle settimane.

In vaso è preferibile coltivare varietà più compatte, come «Black Knight», alta 60 cm, con fiori viola lampone mescolati con strisce nere, da abbinare alla candida «Double France», anch’essa alta solo 60-70 cm. Tra le più robuste, l’azzurra «Hopcorn», alta fino a 130 cm, ideale da piantumare davanti a un vecchio muro, magari ricoperto di edera.

Per chi invece ha un giardino esposto al sole, esistono le ortensie paniculate. Molto vigorose, si presentano come arbusti a foglia caduca, ricchissimi di fiori a forma di lunghe pannocchie da giugno fino all’autunno. Con portamento di cespugli ordinati, compatti, con steli eretti e robusti, hanno attirato negli ultimi anni l’attenzione di molti ibridatori. Chiamate anche ortensie di montagna per via della loro resistenza fino a 2000 metri di altitudine, sopportano senza problemi il gelo, fino a – 20°C. La larghezza si aggira tra i 50 cm e i 2 metri, quindi al momento della piantagione va predisposto uno spazio adeguato. Amanti di terreni fertili e ben drenati, assumono un aspetto rigoglioso se il terriccio risulta leggermente acido. Richiedono una concimazione primaverile con un prodotto per acidofile, mentre la potatura invernale si esegue eliminando i rami più vecchi e accorciando la chioma.

Tra tutte, la più semplice da reperire è «Limelight», con fiori verde lime che diventano bianchi e poi rosati. Una caratteristica delle ortensie è proprio questa: subire una piacevolissima evoluzione cromatica nel corso delle settimane, con gradazioni dal bianco al porpora, lilla, arancione fino al vinaccia in pieno autunno. Ne sono esempio «Pink Diamond» e «Pinky-Winky» dal magnifico aspetto bicolore, «Vanille Fraise» dal color fragola e «Fraise Melba» che vira al rosso carminio, con chioma ampia fino a 3 metri.

Per chi preferisce dimensioni più contenute, esistono varietà nane come «Bobo», «Polestar», «Little Fresco», «Coussine Petite Flori», «Little Hottie», ideali per la coltivazione in vaso o mastelli, magari da alternare con varietà più alte come «Confetti», dal rosa confetto dei fiori.

Che siano macrophylla o paniculate, le ortensie rimangono protagoniste indiscusse di giardini e terrazzi, capaci di affascinare e stupire stagione dopo stagione.