Airbnb, croce e delizia del turismo nostrano

Nel bel mezzo di una stagione turistica che sembra promettere molto, ecco apparire la notizia che può preoccupare. In Ticino nel 2024 i pernottamenti nelle strutture Airbnb hanno superato il milione. Siccome il Cantone offre 16’196 letti in questo tipo di struttura, questo significa che l’anno scorso il tasso medio di occupazione di quei letti è stato pari al 18,6%. Si tratta di un valore ancora molto lontano da quello che riesce a ottenere l’offerta di letti in albergo (vicino al 40% se calcolato su una stagione di 12 mesi). In termini di cifra d’affari realizzata, la differenza deve essere ancora più pronunciata: i proprietari degli appartamenti Airbnb devono aver incassato circa 65 milioni mentre gli albergatori possono aver realizzato una cifra d’affari superiore ai 400 milioni di franchi.

Viste queste percentuali e l’evoluzione in corso, le domande che si possono porre sono tre. La prima concerne l’evoluzione nel lungo termine di Airbnb: l’effettivo dei letti e quello dei pernottamenti in queste strutture continuerà a crescere? La seconda questione riguarda i mutamenti che la crescita di Airbnb potrebbe indurre nel complesso della struttura ricettiva del turismo ticinese. I pernottamenti Airbnb «cannibalizzeranno» i pernottamenti nelle strutture alberghiere e para-alberghiere? Infine, la terza domanda concerne le possibili ripercussioni del continuo aumento dell’effettivo dei letti Airbnb sull’offerta di appartamenti come residenza primaria nelle maggiori destinazioni turistiche del Cantone.

Airbnb nasce a San Francisco alla fine del 2007 per merito di Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk. In Ticino il portale in questione deve essere arrivato qualche anno dopo, quasi sicuramente non prima del 2010. Ma nel decennio 2010-2020 Airbnb ha fatto anche da noi passi da gigante. Nel 2022, finalmente, viene introdotta anche nel nostro Cantone una regolamentazione che consente oggi di quantificare l’importanza di questo tipo di strutture ricettive. Se aggiungiamo il milione di pernottamenti evocato qui sopra ai 4,4 milioni di pernottamenti del 2023 (settore alberghiero più settore para-alberghiero) costatiamo, da un lato, che in quell’anno il turismo in Ticino ha superato i 5 milioni di pernottamenti e, dall’altro, che i pernottamenti Airbnb si stanno avvicinando al 20% del totale. Siccome il grande vantaggio di Airbnb è dato dal prezzo modesto del pernottamento, e siccome i letti disponibili sono ancora sottoutilizzati, è da attendersi che in futuro il numero dei pernottamenti Airbnb continuerà ad aumentare, anche se a un tasso più contenuto di quello conosciuto fin qui. Dovesse crescere, per fare un esempio, solo a un tasso pari al 5% annuo per ancora 20 anni, nel 2045 il numero dei pernottamenti Airbnb oscillerebbe attorno ai 2,5 milioni raggiungendo quindi il numero dei pernottamenti in albergo – se dovessero restare stabili – e portando il totale dei pernottamenti turistici in Ticino a superare i 7 milioni di unità.

Queste previsioni, le quali rappresentano un’estrapolazione delle tendenze in atto da una decina di anni, non possono però essere formulate che al condizionale. Questo perché nessuno può oggi prevedere quali saranno gli effetti della rapida crescita di Airbnb sull’evoluzione a lungo termine delle strutture alberghiere e para-alberghiere del nostro Cantone. Fino a oggi non si è manifestato nessun effetto di «cannibalizzazione» per quel che riguarda i pernottamenti. Ma non è detto che questo non succeda nel prossimo futuro se l’offerta di letti Airbnb e i loro tassi di occupazione dovessero continuare ad aumentare. Concretamente le strutture ricettive Airbnb potrebbero minacciare i pernottamenti negli alberghi, specialmente quelli meno cari, a due o tre stelle, come pure nelle strutture para-alberghiere. Ancora più importante potrebbe essere l’impatto negativo di queste strutture sull’offerta di appartamenti e sugli affitti delle destinazioni turistiche più attrattive. Lo provano le manifestazioni anti-turistiche, a tratti violente che anche quest’anno si sono riscontrate in più di un porto del Mediterraneo. Anche se, per il momento, in Svizzera, il caro affitti da Airbnb si è fatto sentire solo in destinazioni turistiche alpine, non è detto che non si manifesti domani anche nelle destinazioni del turismo lacuale.

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