Lo smartphone ha conquistato anche gli anziani

by Claudia

Pro Senectute: Lo studio nazionale Digital Seniors 2025 indaga l’utilizzo delle tecnologie digitali degli over 65

Persone anziane sempre più online con grande uso dello smartphone soprattutto per informarsi e mantenere i contatti sociali. È quanto emerge dallo studio nazionale Digital Seniors 2025 che Pro Senectute Svizzera ha commissionato per la quarta volta. Dal 2010 ogni cinque anni infatti la maggiore organizzazione attiva a favore degli anziani nel nostro Paese analizza il comportamento delle persone con oltre 65 anni nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Queste ultime rappresentano una delle maggiori sfide per le generazioni più avanzate con il rischio di esclusione da tenere sotto controllo. Il recente studio dimostra però progressi sorprendenti negli ultimi quindici anni. La testimonianza che abbiamo raccolto nel nostro cantone, nel Centro diurno Ai Gelsi a Riva San Vitale, conferma come anche a 84 anni si possa essere fan dello smartphone fino al punto da non poterne più fare a meno.

Nel 2025 ad affermare di utilizzare Internet è l’89% degli intervistati, contro il 38% del 2010. L’incremento è vistoso e ormai per gli anziani essere online fa parte della routine, in particolare nella fascia d’età più giovane, fra i 65 e i 74 anni. Per chi ha più di 85 anni l’utilizzo diminuisce attestandosi al 60%. Lo studio, basato su un sondaggio rappresentativo che ha coinvolto 1455 persone in tutta la Svizzera, mostra come una parte della popolazione anziana, stimabile nel 5-10%, non ne faccia uso.

Fra queste persone non c’è sicuramente Piergiorgio Crivelli di Capolago che a 84 anni è super informato anche sulle versioni di smartphone a venire. Possiede un modello a doppio schermo che definisce in prima battuta il sostituto del televisore e un’enciclopedia. «Non posso più farne a meno – afferma – e togliermelo sarebbe come tagliarmi un braccio». Piergiorgio Crivelli ha lavorato per 42 anni nella medesima azienda di viaggi occupandosi di amministrazione e contabilità. Ha quindi utilizzato anche il computer fino al momento del pensionamento, avvenuto nel 2001. Dopo diversi anni acquista il primo telefono cellulare che all’inizio come tutti utilizza solo per effettuare e ricevere chiamate. Progressivamente si adegua all’evoluzione tecnologica e oggi è presente anche su Facebook dove pubblica i suoi aforismi. «La televisione l’ho regalata, perché guardo tutto sullo schermo del cellulare per un totale di circa tre ore al giorno», prosegue Piergiorgio nel raccontare la sua quotidianità. «Però lo so usare solo per ciò che mi serve. Faccio anche molte ricerche su avvenimenti storici, in particolare misteri non risolti come l’assassinio del presidente Kennedy. In primavera ho partecipato al corso organizzato qui al centro diurno per imparare a inviare le foto. Non riesco a fare cose complicate perché fatico a tenere a mente i vari passaggi. Ho anche l’e-banking, ma lo utilizzo solo per controllare la mia situazione finanziaria e non per compiere operazioni».

E di fronte alle difficoltà come si comporta? «Quando ho un problema – risponde – per prima cosa annullo tutto e provo a rifare. Se poi proprio lo smartphone si blocca, vado nel negozio dove l’ho comprato e mi faccio aiutare». Appassionato, oltre che di aforismi, della costruzione di navicelle spaziali, il vivace signore vive solo al domicilio, guida un’auto automatica senza più utilizzare l’autostrada e sfrutta le nuove tecnologie anche per la sicurezza personale. Spiega ad «Azione»: «Porto un bracciale al polso e quando esco di casa ho con me un secondo dispositivo in modo che il telesoccorso possa sempre vedere dove mi trovo». Quanto allo smartphone, Piergiorgio già guarda con interesse al prossimo modello, ancora più performante.

Di sicuro non è il solo over 65 con questa attenzione, proprio perché lo smartphone è diventato il secondo dispositivo più utilizzato dopo il televisore (87% il primo, 75% il secondo), superando di un punto percentuale la radio. Ciò che più ha sorpreso i ricercatori dell’Alta scuola specializzata del nord-ovest della Svizzera (FHNW) e Pro Senectute Svizzera è la rapidità della svolta nel settore dell’informazione. Spiega Peter Burri Follath, responsabile della comunicazione dell’organizzazione: «Per la prima volta risulta che le persone anziane si informano più attraverso i dispositivi digitali, come smartphone, tablet e computer (33%) che tramite i canali tradizionali come la televisione (30%), la stampa (22%) o la radio (15%)». Sul ruolo dello smartphone, il nostro interlocutore evidenzia che «la tendenza a prevalere sugli altri dispositivi si era già notata nello studio del 2020. Per molte persone lo smartphone è diventato l’accesso alla digitalizzazione». Molto utilizzati risultano anche i servizi digitali quali il bancomat (89%), il pagamento senza contatto (83%) o ancora l’acquisto di biglietti dei mezzi pubblici (62%) benché, soprattutto in questi ambiti, le competenze possono essere molto diverse in quanto le persone più giovani e con un livello di istruzione maggiore si dimostrano più ferrate. Le conoscenze permettono inoltre di aumentare la fiducia nei confronti delle applicazioni il cui utilizzo è a volte limitato dai timori legati alla sicurezza. In crescita, infine, anche il ricorso allo streaming.

Per il portavoce di Pro Senectute Svizzera il nuovo studio mette in evidenza tre aspetti principali: «La popolazione della terza e quarta età è molto più connessa rispetto al passato, tanto che nove persone su dieci sono online. Da parte nostra salutiamo questo risultato in modo positivo, perché rappresenta un indicatore di integrazione nella società. Il problema si pone però con il grado di competenza. Quest’ultima varia molto, da chi non riesce a fare nulla a chi si destreggia in tutto. Dobbiamo prestare attenzione a questo divario, offrendo la possibilità di accrescere le competenze digitali con proposte mirate. Anche il dato relativo al mezzo digitale quale fonte d’informazione deve far riflettere, da un lato il servizio pubblico e dall’altro gli enti che operano a favore della popolazione anziana. Bisogna infatti evitare i rischi connessi a questa scelta tipo la presenza di fake news. In generale, migliorare le competenze è importante perché favorisce un utilizzo del dispositivo sicuro, critico e a proprio vantaggio. Un altro aspetto rilevante è costituito dalla percentuale di persone in età avanzata che non utilizza le tecnologie digitali. Le limitazioni cognitive o fisiche influiscono su questa percentuale che deve mantenere il diritto di non essere connessa e poter disporre di sufficienti alternative tradizionali».

Lo studio indica che le motivazioni di coloro che non utilizzano Internet sono in via principale la mancanza di un valore aggiunto, la complessità del mondo digitale e l’offerta sufficiente dei media tradizionali. Per chi invece desidera imparare, il supporto di familiari e amici è sempre basilare. Altrettanto importanti, come indica anche Piergiorgio Crivelli, sono i corsi di formazione che a livello regionale Pro Senectute Ticino e Moesano offre da diversi anni. Corsi che sono diventati con il tempo sempre più mirati con lo smartphone a farla da padrone. Oggi hanno grande successo le proposte con esercizi pratici nell’uso delle app.

In Ticino l’anno scorso l’ente ha organizzato 33 corsi per un totale di 160 partecipanti, mentre nel primo semestre del 2025 si è già raggiunta quota 25 formazioni coinvolgendo 75 anziani. Il corso proposto al Centro diurno Ai Gelsi, ad esempio, era concepito in sei incontri, di cui una prima lezione di prova gratuita per valutare le competenze e le aspettative dei presenti. Nei successivi appuntamenti, guidati dalla formatrice Federica Bianchi, è stato approfondito di volta in volta un numero limitato di argomenti riuniti per ambiti come ad esempio comunicazione, connettività e fotocamera.

Le offerte di supporto per permettere alle persone anziane di integrare le tecnologie digitali nella vita quotidiana, rimanendo così in sintonia con l’evoluzione della società, sono molteplici e mirano sempre più a rispondere a esigenze individuali. Ognuno tende infatti a utilizzare ciò che gli serve attraverso il dispositivo preferito che anche per la grande maggioranza degli anziani si chiama smartphone.