Conferme e nuove sfide

by Claudia
4 Agosto 2025

Film Festival: ospiti di rilievo, più italiano in cartellone, qualche ombra sul fronte prezzi e ambizioni internazionali

Bene, ma non benissimo. Meglio dello scorso anno, ma ancora distante dalle aspettative. La 78esima edizione del Locarno Film Festival, in programma da mercoledì 6 a sabato 16 agosto, propone un cartellone interessante e ospiti di rilievo, pur lasciando spazio a margini di miglioramento.

Un plauso va agli organizzatori per aver compiuto uno sforzo concreto nel riportare la lingua italiana al centro della manifestazione, dopo che nella scorsa edizione era stata – come avevamo già segnalato su «Azione» – messa un po’ in ombra. Le rassicurazioni su un «Pardo Daily» scritto almeno per metà in italiano e l’aumento dei sottotitoli nella lingua di Dante sono segnali incoraggianti. Certo, il lavoro da fare resta ancora molto: l’ideale sarebbe avere un quotidiano interamente in italiano con traduzione inglese a fronte, così come sottotitoli nella nostra lingua per tutti i film in programma. Tuttavia, la direzione intrapresa merita di essere sottolineata. In questo senso va letto anche l’aumento dei fondi stanziati dal Gran Consiglio per la sottotitolazione nel periodo 2026-2030, che passano da 30mila a 60mila franchi: un segnale politico chiaro e importante.

Prima di entrare nel merito del programma e degli ospiti, va segnalato un altro aspetto significativo: l’aumento dei prezzi di biglietti e abbonamenti. Non si tratta di un rincaro generalizzato, ma alcune categorie ne sono colpite in modo sensibile. È il caso degli over 65, per i quali l’abbonamento è salito da 230 a 250 franchi in un solo anno. Oppure della giornaliera, che ora costa 55 franchi per tutta la durata del festival – a fronte dei 55 franchi dei primi giorni e dei 51 della seconda settimana lo scorso anno, quando non c’erano in più le seconde proiezioni serali in Piazza Grande.

A proposito di quest’ultima attività: si registra negli ultimi due anni una riduzione dell’offerta. La scelta, ci è stato spiegato, risponde a due logiche. Da un lato, la volontà di concentrare le doppie proiezioni nel primo fine settimana per renderle eventi più partecipati; dall’altro, l’esigenza di ottimizzare le risorse, parte delle quali sono state reinvestite proprio nel potenziamento della sottotitolazione.

Entrando nel cuore della manifestazione – ovvero il programma di film e gli ospiti attesi – si possono subito segnalare presenze di rilievo. A cominciare dalle star che illumineranno le sponde del Verbano: Emma Thompson, due volte premio Oscar per Casa Howard e Ragione e Sentimento; Lucy Liu, celebre per i suoi ruoli in Charlie’s Angels, Kill Bill e Ally McBeal; fino a Jackie Chan, leggendario interprete di action movie e icona mondiale delle arti marziali.

Non meno significativo è l’arrivo di Alexander Payne, regista raffinato e amato dal grande pubblico, noto per titoli come Paradiso amaro e il recente The Holdovers. A questi si aggiungono due omaggi: quello alla straordinaria costumista Milena Canonero – quattro Oscar e collaborazioni con autori come Kubrick, Coppola, Polanski, Pollack – e il meritato Premio Cinema Ticino a Michele Dell’Ambrogio, da anni anima e motore del Circolo del cinema di Bellinzona.

Si tratta indubbiamente di nomi di peso, probabilmente superiori a quelli della scorsa edizione, che puntano a richiamare l’attenzione dei media internazionali e a dare maggiore visibilità alla kermesse locarnese. Basteranno a fare il salto di qualità? Difficile dirlo oggi, ma l’impressione è che i gradini da salire per trasformare Locarno nella manifestazione che ambisce a essere siano ancora numerosi.

Sul fronte dei film, il colpo più significativo è la presenza in concorso di Abdellatif Kechiche, regista controverso ma di assoluto rilievo, già vincitore della Palma d’Oro con La vita di Adele. Un nome divisivo, certo, ma importante: le sue opere successive – Mektoub, My Love: Canto Uno e Mektoub, My Love: Intermezzo – erano state presentate rispettivamente a Venezia e Cannes. Che i due blasonati festival abbiano scelto di non invitarlo nuovamente per evitare polemiche? O che Locarno sia stato semplicemente più abile? Solo i vertici di queste rassegne lo sanno. Per i cinefili, resta il fatto che vedere a Locarno l’ultima opera di Kechiche è comunque una buona notizia.

Il festival resta, com’è nella sua vocazione, anche spazio di conferme e scoperte. Tra i ritorni più attesi, spiccano Radu Jude con Dracula, Ben Rivers con Mare’s Nest e lo svizzero Fabrice Aragno con Le Lac, già stretto collaboratore di Jean-Luc Godard nelle sue ultime opere. In extremis si è aggiunta anche Naomi Kawase con L’Illusion de Yakushima. Sul fronte delle novità, suscita curiosità Solomamma, seconda regia dell’attrice e modella norvegese Janicke Askevold, e Le bambine, secondo lungometraggio delle sorelle Valentina e Nicole Brentani, unico film italiano in concorso. Fuori concorso, da segnalare l’attesa per Legend of the Happy Worker, diretto da Duwayne Dunham ma prodotto da David Lynch, in quello che è stato il suo ultimo progetto cinematografico.

Spostando l’attenzione sulla Piazza Grande, va sottolineato un dato significativo: l’alta presenza, superiore alla media degli ultimi anni, di film presentati in anteprima al Festival di Cannes. Sono ben quattro le opere selezionate dal direttore e dal suo team per le proiezioni destinate al grande pubblico, tutte di indubbio valore. Si parte dalla Palma d’Oro Un simple accident di Jafar Panahi, regista che conosce bene Locarno, dove nel 1997 vinse il Pardo d’Oro con il suo secondo lungometraggio. Sempre da Cannes arriva Sentimental Value del norvegese Joachim Trier, vincitore del Grand Prix sulla Croisette lo scorso maggio. A questi si aggiunge La petite dernière, premiato per l’interpretazione femminile, e Testa o croce, western italiano di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, presentato nella sezione Un certain regard.

Da un lato, è certamente positivo che titoli così rilevanti – finora riservati agli addetti ai lavori – vengano proiettati sul nuovo megaschermo della Piazza. Dall’altro, è lecito porsi una domanda: questa forte presenza di film da Cannes non finisce per compensare la quasi totale assenza delle grandi case di produzione hollywoodiane? A onor del vero, l’ultima serata vedrà la proiezione di Kiss of the Spider Woman dell’americano Bill Condon, musical con Jennifer Lopez. Ma ci si può chiedere se un solo titolo a stelle e strisce basti a sostenere le ambizioni di un festival che punta – dichiaratamente – a rientrare tra i primi dieci al mondo.

In conclusione, il Locarno Film Festival si conferma un appuntamento imprescindibile per il cinema in Svizzera. La speranza, per il futuro, è che riesca a conquistare una visibilità internazionale ancora maggiore, senza però smarrire le proprie radici locarnesi e linguistiche.