Frutta estiva e diabete

by Claudia
4 Agosto 2025

Gentile Laura,
mi hanno da poco diagnosticato il diabete di tipo 2, stiamo sistemando le glicemie e valutando l’uso di medicinali. Io capisco che devo cambiare leggermente la mia alimentazione, a grandi linee so cosa fare, ma sono un po’ in crisi riguardo alla frutta, perché mi piace, soprattutto quella estiva come le angurie, le ciliegie, le nespole, le pesche, le albicocche… Fino adesso non mi sono mai fatto mancare nulla, le ho mangiate al naturale o in macedonia o frullate, che col caldo trovo ideale e piacevole, ma adesso non so proprio cosa fare. Posso consumarli comunque? Magari c’è una quantità o frequenza consigliata o un frutto proibito? Cordialmente,
Daniele

Gentile Daniele,
mi dispiace per la recente diagnosi, vedrà che coi medicinali e la giusta alimentazione le glicemie si stabilizzeranno. La frutta è un alimento molto importante nell’alimentazione di un diabetico ed è vero che molti frutti, soprattutto quelli estivi, sono ricchi di zuccheri, ma non bisogna dimenticare il fatto che sono anche un’importante fonte di vitamine, minerali e antiossidanti, che possono aiutare a promuovere la salute, e di fibra, che supporta la gestione dello zucchero nel sangue e il transito intestinale. Quindi questo contenuto nutrizionale rende tutta la frutta una valida opzione alimentare e non la si può paragonare per esempio alle caramelle o agli snack o ai prodotti da forno ad alto contenuto di zucchero. Non esiste perciò un frutto proibito, è bene comunque conoscere ed «educarsi» a consumarla.

Esistono dei frutti estivi più ricchi di zuccheri come l’anguria, il melone, l’uva e i fichi; è possibile mangiarli controllando la porzione, la frequenza di consumo e il momento della giornata in cui si consumano. Conosce il calcolo dei carboidrati? È una tecnica che permette di calcolare la quantità di carboidrati presenti in un pasto per determinare poi la dose di insulina necessaria da iniettare dopo, per gestire al meglio la glicemia.

Una porzione di frutta dovrebbe apportare al massimo 15g di zucchero, ma i dati non risultano sempre precisi perché la quantità di zuccheri della frutta dipende da vari fattori come il suo grado di maturazione e si deve tenere conto pure della sua ricchezza in fibre, infatti più sono elevate e minore sarà il picco glicemico raggiunto dopo la digestione. In generale è bene sapere che una porzione è all’incirca 150g o ciò che si inserisce nel palmo di una mano adulta. Per la frutta piccola quindi una porzione è, ad esempio due prugne, due kiwi, tre albicocche. Per quella di medie dimensioni è un pezzo di frutta, come per la banana, o un’arancia. Mentre per la frutta più grande una porzione è mezzo pompelmo, una fetta di papaia, una fetta di melone (5cm fetta), una fetta di ananas o due fette di mango (5 cm circa). Per quel che concerne il come mangiarla, se come tale o sottoforma di macedonia posso dirle che se in quest’ultima non si aggiunge zucchero o spremute di altri frutti, la porzione è la stessa che per la frutta in generale o se si mangiasse un singolo frutto. Quindi 150g di mela o 150g di macedonia possono essere considerati equivalenti. Se invece nella macedonia viene aggiunta un’arancia spremuta, la porzione deve calare. Meglio evitare un centrifugato o un estratto di frutta in modo tale da assumere anche la fibra alimentare perché in questi modi essa si perde, e l’indice glicemico è più alto; esiste, inoltre, il rischio che per prepararsi un solo bicchiere di centrifugato si debba usare più frutta rispetto a una singola porzione.
Infine è importante conoscere anche quando mangiarla, ed è meglio come spuntino o merenda lontana dai pasti principali.

Può essere utile anche variare molto la qualità della frutta e mangiare una singola porzione alla volta abbinandola magari a una fonte di proteine o grassi, esempio nello yogurt naturale o con noci. Se la deve mangiare dopo un pasto allora sarebbe opportuno ridurre la quantità dei carboidrati presenti in esso.