«Già da piccolo avevo un trenino elettrico»

Come saranno i treni del futuro? Durante il viaggio da Berna a Zurigo, il CEO delle FFS Vincent Ducrot ci racconta dei nuovi treni ad alta velocità, dei posti di movimento intelligenti e della maggiore capacità nelle ore di punta.

Signor Ducrot, si sposta più in treno o in auto?
Viaggio molto in treno. Oggi a Zurigo, domani in Ticino, giovedì a Ginevra. Per me il treno è più di un semplice mezzo di trasporto. Fa semplicemente parte della vita quotidiana di un CEO delle FFS.

Quando viaggia in treno, la gente la riconosce?
Ogni tanto qualcuno mi rivolge la parola, di solito le persone sono molto cordiali. Capita che mi pongano una domanda o che mi ringrazino, cosa che mi fa sempre piacere.

Qual è il suo treno preferito?
In realtà mi piacciono tutti i treni, sia quelli moderni sia i vecchi tesori. Conosco bene la nostra flotta e la tengo sotto controllo. Se in viaggio vedo una lampada difettosa, ad esempio, lo segnalo. I treni sono per me una vera passione.

Da dove nasce questo entusiasmo?
Già da bambino avevo un trenino elettrico. Un momento indimenticabile è stato il viaggio con mio zio sul Trans Europ Express, un treno di lusso veloce e confortevole in uso tra gli anni 60 e 80. La sensazione di velocità e la tecnologia mi hanno catturato allora e non mi hanno abbandonato fino ad oggi.

Quindi bisogna essere una specie di nerd delle ferrovie per fare il capo delle FFS ?
Penso di sì. È di grande aiuto, soprattutto quando si costruisce così tanto. Una persona che non comprende le complesse interrelazioni fra tecnologia, orari e infrastrutture non può dirigere un’azienda ferroviaria.

Lei proviene dall’informatica. Quest’esperienza la aiuta nella gestione delle ferrovie?
Sì, molto. Che si tratti di dati sugli orari, di posti di movimento o di servizi alla clientela, tutto si basa su sistemi informatici. Il mio background mi aiuta a comprendere il contesto tecnico e a creare ponti tra ingegneri, esperti e il pubblico.

Ha affermato che sui treni c’è bisogno del 20% di posti in più ogni 15 anni. Perché?
La popolazione è in crescita e dopo la pandemia le persone viaggiano molto di più, soprattutto nel tempo libero. Un tempo andare a un concerto a Zurigo era qualcosa di speciale, ma oggi fa parte della vita quotidiana. I pendolari si spostano meno, ma fanno tragitti più lunghi. Ciò comporta un aumento della domanda di posti a sedere.

Quali sono i progetti più importanti delle FFS?
Attualmente sono in corso oltre 30 grandi progetti di costruzione. Ad esempio, stiamo ampliando le grandi stazioni ferroviarie di Berna e Losanna. Si tratta di lavori di costruzione molto complessi, perché non abbiamo interrotto il servizio per portarli avanti. Oltre ai nuovi edifici, anche la manutenzione delle infrastrutture esistenti è molto importante.

Perché la manutenzione sta diventando sempre più importante?
Molti impianti sono vecchi, alcune gallerie hanno 80 o 100 anni. Investiamo circa due miliardi di franchi all’anno per garantire che tutto funzioni in modo sicuro e affidabile.

Così tanti soldi! Possiamo permettercelo?
Al momento, sì. Grazie al fondo per l’infrastruttura ferroviaria, disponiamo di una solida base finanziaria. La legge stabilisce che la manutenzione viene prima delle nuove costruzioni. Questo è molto importante. Perché lo dico apertamente: se risparmiamo sulla manutenzione, rischiamo di trovarci in uno scenario simile a quello della Germania, con treni moderni ma una rete fatiscente, che provoca ritardi. Ciò non deve accadere da noi.

A volte i treni sono sostituiti da autobus, come nel caso della tratta Berna-Friburgo. Come mai?
Abbiamo chiuso completamente la linea per due mesi, invece di effettuare i lavori a tappe nell’arco di tre anni. Si tratta di una soluzione più intensa a breve termine, ma migliore e più sicura a lungo termine. La chiusura relativamente lunga di una linea principale è un test. Vedremo se avrà successo. Finora il servizio di autobus sostitutivi funziona in modo impeccabile.

In Svizzera francese la cancellazione dei collegamenti diretti con Ginevra ha suscitato delle critiche. Qual è la sua posizione al riguardo?
Capisco molto bene le critiche, ma purtroppo abbiamo dovuto stabilizzare l’orario perché c’erano troppi ritardi. Oggi, circa il 94% dei treni è puntuale, una percentuale molto superiore rispetto al passato. Il nuovo tunnel di Ligerz sul lago di Bienne dovrebbe rendere possibili nuovi collegamenti diretti a partire dalla fine del 2029.

Si dice che le ferrovie stiano diventando sempre più digitali. Che cosa significa, concretamente?
Oggi, ogni linea è divisa da segnali in sezioni su cui può circolare un solo treno. In futuro, i treni comunicheranno tra loro in modo da poter viaggiare a intervalli di tempo più ravvicinati. Ciò significa che è possibile aggiungere sui binari dal 20 al 30% di treni in più.

Sembra un grande cambiamento.
Sì, a Zurigo abbiamo ancora un posto di movimento degli anni 50. Funziona, ma è obsoleto. La sostituzione richiede diversi anni, ma ne vale la pena.

Quali sono i vantaggi concreti della digitalizzazione per i viaggiatori?
Possiamo reagire in modo più flessibile agli spostamenti nel tempo libero. In caso di bel tempo nei fine settimana o di una bella nevicata in inverno, in futuro faremo circolare spontaneamente treni aggiuntivi. Grazie alle moderne tecnologie informatiche e all’intelligenza artificiale, possiamo pianificare in modo più veloce e più mirato.

In quali ambiti le Ferrovie Federali Svizzere utilizzano già l’intelligenza artificiale?
Ad esempio, nel servizio clienti, in caso di malfunzionamenti o nella disposizione dei treni. Mentre un essere umano può esaminare 20 scenari, l’IA può analizzare migliaia di varianti e suggerire la soluzione migliore. Questo alleggerisce enormemente il nostro personale.

Quando sostituiremo i macchinisti con treni a guida autonoma?
Mai. Un giorno sarà di sicuro possibile a livello tecnico. Ma sul treno dovrebbe esserci comunque qualcuno in grado di reagire immediatamente in caso di malfunzionamento. Ecco perché l’emozionante lavoro del macchinista non diventerà mai noioso.

Cosa ne pensa dei nuovi treni notturni?
Rimangono un mercato di nicchia, ma sono utili su alcune tratte. Stiamo investendo in un nuovo collegamento con Malmö, ad esempio. I treni notturni hanno circa 250 posti, quelli diurni più di 1000, il che fa la differenza anche in termini di emissioni di CO₂. Mi aspetto che in futuro un numero maggiore di treni normali attraversi l’Europa durante la notte.

Non è una soluzione molto comoda.
Sicuramente ci vorrebbero dei sedili più comodi di quelli utilizzati finora. Siamo abituati a viaggiare di notte in aereo, quindi perché non in treno?

Quali sono le nuove destinazioni a cui punta?
Stiamo valutando Barcellona, Roma e Londra. A tal fine, abbiamo bisogno di treni ad alta velocità che possano viaggiare fino a 300 km/h. Collaboriamo con ferrovie partner, ma siamo più flessibili con i nostri treni. Il nostro obiettivo è quello di indire una gara d’appalto per i nuovi treni nel 2026.

Quali sono le tendenze per i nuovi treni?
Finestrini più grandi, più spazio per biciclette e bagagli, buona connessione a internet grazie ai vetri permeabili ai telefoni cellulari e prese di corrente anche in seconda classe. Il comfort sta diventando sempre più importante, soprattutto nel trasporto per il tempo libero.

Le FFS compiranno 125 anni nel 2027. Quali risultati vorrebbe aver raggiunto per allora?
Fino ad allora, vorrei poter dire: abbiamo fatto molte cose nel modo giusto. Vorrei che i treni siano più puntuali, che i collegamenti siano migliori e che le ferrovie crescano in modo sostenibile. E vorrei aver dimostrato alla Svizzera che le ferrovie hanno un ruolo importante non solo oggi, ma anche in futuro.

Prossima fermata: Stazione Centrale di Zurigo. Grazie mille per l’intervista!
Grazie, è stato divertente!

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