Il cavallo: protagonista del nostro territorio

by Claudia
4 Agosto 2025

Da mezzo secolo la Federazione Ticinese Sport Equestri (FTSE) ne promuove il rispetto e avvicina le giovani generazioni al mondo equestre

Nel Cantone Ticino, il cavallo è molto più di un animale sportivo: è atleta, compagno, educatore e spesso anche terapeuta. Grazie al lavoro capillare della Federazione Ticinese Sport Equestri (FTSE), oggi il cavallo è protagonista non solo delle discipline classiche come salto ostacoli, dressage e endurance, ma anche di progetti educativi e terapeutici che ne valorizzano l’intelligenza emotiva e la naturale capacità di comunicazione non verbale. Questo animale esercita da sempre un fascino indescrivibile sull’essere umano: suo grande amico, esso lo ha affiancato nella vita quotidiana, nel lavoro agricolo, nella caccia, negli eserciti, come mezzo di trasporto e, in tempi più recenti, come compagno del tempo libero.

«Negli ultimi cinquemila anni questo maestoso animale ha avuto un ruolo di vitale importanza nell’evoluzione della società umana. Sebbene oggi sia apprezzato a livello planetario soprattutto per il suo impiego nello sport e nel tempo libero, il suo fascino misterioso continua a sedurre l’uomo che però è andato via via perdendo quella conoscenza della specie equina che era del tutto comune sino agli inizi del Novecento. Un sapere che è andato scemando negli anni, complici lo sviluppo della tecnica e il progresso nella meccanizzazione. Possiamo dire che si tratta di un vero e proprio patrimonio dell’umanità che rischia di andare disperso e che merita di essere tutelato al pari di ogni altro bene culturale». Queste le parole dell’avvocata Ester Camponovo, presidente in carica della FTSE che domenica 31 agosto proporrà a tutta la popolazione una vera e propria «Festa cantonale del cavallo» per sottolineare i 50 anni dalla sua fondazione.

Un sodalizio che promuove lo sport equestre in tutte le sue declinazioni, ma sempre con un occhio attento all’animale cavallo, tutto da scoprire, spiega Camponovo: «Può essere definito a pieno titolo come “una cultura da tutelare”: stiamo parlando di un animale che nel sangue, nel cuore e nella mente ha sconfinate praterie, che necessita di muoversi in continuazione e che, nonostante ciò, ha sempre dimostrato grande spirito di adattamento accanto all’uomo che lo ha traghettato nelle sue evoluzioni socioculturali». Oggi la pratica dell’equitazione non si arresta alle porte della scuderia, ma si estende al territorio circostante e in particolare alla campagna cui questo animale appartiene per natura: «Il suo suolo naturale è il terreno che più si addice all’anatomia e alle andature dell’animale stesso. Un terreno che è attraversato da ostacoli artificiali sempre maggiori. Pensiamo all’asfalto, alle barriere architettoniche, al traffico stradale e ai divieti di circolazione che si aggiungono agli ostacoli naturali come frane e piante sradicate che si possono incontrare cavalcando sui sentieri. E il territorio, relativamente ristretto nel nostro Cantone, pare essere il centro del problema da considerare in merito alla sua sopravvivenza: le aree riservate allo svago e al tempo libero sono frequentate e condivise da diverse utenze, delle quali quella equestre è una categoria di relativa minoranza».

Malgrado questa realtà, la FTSE auspica e mantiene vivo un dialogo con tutti i suoi fruitori: «Promuoviamo un inserimento armonioso e costruttivo del cavallo nel contesto e pensiamo ai cacciatori, pescatori, ciclisti, escursionisti, persone che passeggiano sole o con i propri cani: tutti sono parte a buon diritto delle preziose risorse territoriali e naturalistiche che la nostra regione offre e con ciascuno è possibile la reciproca convivenza».

Anche nel nostro Cantone il cavallo è molto più di un animale sportivo: «È atleta, compagno, educatore e spesso anche terapeuta. Grazie al lavoro capillare della FTSE, oggi esso è protagonista non solo delle discipline classiche come salto a ostacoli, dressage e endurance, ma anche di progetti educativi e terapeutici che ne valorizzano l’intelligenza emotiva e la naturale capacità di comunicazione non verbale».

Nella storia di appartenenza al territorio, nella pratica dello sport e nelle sue declinazioni in terapia, si inserisce questo bellissimo e affascinante animale con la sua forza, sensibilità e capacità di entrare in relazione empatica con l’essere umano. Quindi, da noi il cavallo è molto più di un animale sportivo, ribadisce Camponovo, invitando le famiglie ad avvicinare i propri ragazzi e le proprie ragazze alla scoperta di questo mondo che non a caso definisce «una scuola di vita»: «I maneggi affiliati alla FTSE offrono percorsi formativi per adulti e bambini, incentrati su una relazione consapevole con il cavallo. Le competizioni sportive, sempre più accessibili e inclusive, rappresentano un’occasione di crescita personale, dove si impara la disciplina, il rispetto dell’altro (cavaliere e animale) e il valore dell’impegno. Il Ticino ospita regolarmente eventi agonistici regionali e nazionali, valorizzando i giovani talenti e mantenendo viva una tradizione sportiva in armonia con il paesaggio e le comunità locali».

Senza dimenticare che, per le sue doti empatiche e di cura, il cavallo è impiegato in molte strutture ticinesi anche nella terapia assistita per bambini e adulti con disabilità fisiche, cognitive o emotive: «L’ippoterapia e l’equitazione adattata sono pratiche in crescita, supportate da équipe di terapisti e istruttori specializzati, che utilizzano il cavallo come mediatore relazionale e strumento di stimolazione sensoriale. L’andatura del cavallo, simile al passo umano, favorisce lo sviluppo motorio, mentre la connessione emotiva che si crea con l’animale aiuta a migliorare autostima, fiducia e capacità comunicative».

Un futuro da coltivare, per la FTSE, incentivando realtà ticinesi che stanno sempre più investendo in progetti integrati tra sport, educazione e benessere, dove il cavallo è al centro: «Iniziative come i “pony club” per bambini, i campi estivi con finalità sociali e le collaborazioni con scuole e centri diurni dimostrano che il cavallo può essere ponte tra mondi diversi, unendo persone, generazioni e territori».