Una piccola frana inquieta la grande diga

by Claudia
4 Agosto 2025

In Vallese corsa contro il tempo per riaprire le strade che conducono all’attrazione turistica della Grande Dixence

«Route barrée». Le vie d’accesso che portano alla diga della Grande Dixence, in Vallese, sono chiuse, e lo resteranno almeno fino a metà agosto. Questo perché lo scorso 12 luglio si è staccata una frana dal versante orientale che sovrasta la parete di questo bacino di contenimento, che è la più imponente al mondo con i suoi 285 metri di altezza e che rappresenta una delle pagine più significative nella storia dello sfruttamento dell’«oro blu» in Svizzera. In tutto sono precipitati a valle circa seimila metri cubi di rocce, proprio a lato del muro della diga, alcuni massi hanno colpito la struttura, altri sono caduti nelle acque del lago, che porta il nome di «Lac des Dix». Da allora quei pendii sono instabili, con altri massi che potrebbero pure loro cadere e che in alcuni casi raggiungono persino la grandezza di un torpedone, come ci è stato detto dal sindaco di Hérémence, Gregory Logean. Situato a 1200 metri di altitudine, questo comune si trova ad una ventina di chilometri da Sion ed è posizionato proprio all’imbocco della valle che porta alla grande diga che sfrutta l’acqua del fiume Dixence e quella di ben 35 ghiacciaci.

Un dato va subito sottolineato: la frana dello scorso luglio non ha provocato danni a questa struttura, che continua a svolgere il suo compito in perfetta sicurezza, lassù a quasi 2400 metri di altitudine. In questi giorni i responsabili della Grande Dixence hanno più volte ribadito che «la sicurezza dell’impianto non è mai stata messa in pericolo». Leggermente diversa la versione del comune di Hérémence, che in un suo comunicato del 23 luglio definisce «non significativo» il rischio legato alla diga. In ogni caso, in questa vallata del canton Vallese vi sono al momento diversi problemi da affrontare. Il primo è ovviamente di natura geologica, vista l’instabilità della parete, che ora è costantemente monitorata, anche con una serie di sensori elettronici. E questo potrebbe permettere di riaprire perlomeno la strada d’accesso, grazie anche alla posa di speciali semafori, con il rosso pronto a scattare in caso di smottamento. Più complessa sembra invece essere la riapertura dei sentieri, visto che appare oggettivamente più difficile raggiungere con un allarme eventuali escursionisti, in gita verso la Grande Dixence. Per le autorità locali l’obiettivo è comunque quello di un ritorno alla normalità a partire dalla metà di agosto. E questo anche per salvare la stagione turistica. Durante i mesi estivi questa diga vallesana attrae all’incirca 100’000 visitatori, attratti dall’imponenza di questo impianto idroelettrico e anche da una serie proposte pensate proprio per i turisti, a cominciare dalla teleferica che permette di raggiungere il «coronamento», la parte più alta della diga.

Ai piedi della parete c’è anche un albergo, l’Hotel du Barrage, un edificio degli anni 50 del secolo scorso, che originariamente serviva da alloggio per gli operai chiamati a costruire questo grande muro. Diga che oggi, per i più audaci, può essere osservata lanciandosi anche con una corda sospesa, una «tirolese» che percorre questo colosso di cemento da un versante all’altro, grazie ad un cavo d’acciaio lungo oltre 700 metri. Ma si è pensato anche agli appassionati di arrampicata, grazie ad alcune vie aperte proprio lungo questa immensa parete. Senza dimenticare che per chi vuole, e si tratta di circa 15’000 persone ogni anno, c’è anche la possibilità di visitare i cunicoli interni al muro di contenimento. Attrazioni turistiche, anche mozzafiato, che al momento sono tutte impraticabili, una chiusura forzata che a detta del sindaco di Hérémence Gregory Logean «rappresenta un grosso guaio per tutta la nostra regione». Chiusa è anche la mostra fotografica che era stata installata sulla diga, proprio all’inizio dell’estate. Un’esposizione voluta per ricordare i 75 anni dalla creazione della società anonima che ha poi realizzato la diga. E qui val la pena di aprire una breve pagina storica, vista la valenza di questo impianto per tutto ciò che ruota attorno all’energia idroelettrica del nostro Paese. Quella della Grande Dixence è una lunga storia che inizia già alla fine degli anni 20 del secolo scorso, quando viene costruita una prima diga, oggi sommersa dalle acque del bacino di contenimento. Il grande cantiere per la costruzione dell’attuale Grande Dixence scatta appunto 75 anni fa, con la nascita della società anonima che nel 1953 ha poi dato il via al cantiere. Fino al 1961, anno della messa in funzione della diga, in tutto ben tremila professionisti – tra operai, tecnici e ingegneri – si sono alternati alla costruzione di questo immenso muro, che alla sua base è largo ben 200 metri per poi restringersi a 15 lungo il «coronamento» della diga. Un’impresa titanica, basti pensare alle condizioni di lavoro in quota e in tutte le stagioni. Ma non si è solo costruito, si è anche scavato, con la realizzazione di una rete di cunicoli – per un totale di ben cento chilometri – che ancora oggi permette di raccogliere l’acqua dalle valli laterali e di condurla nel lago della Grande Dixence. Rispetto all’imponenza di questa diga, la frana dello scorso 12 luglio appare tutto sommato di dimensioni ridotte, se non fosse che il riscaldamento climatico e lo scioglimento del permafrost hanno fatto scattare diversi campanelli d’allarme, perlomeno tra gli addetti ai lavori. Non per nulla lo stesso canton Vallese e l’Ufficio federale dell’ambiente stanno conducendo uno studio proprio per capire quali rischi geologici possano pesare sul futuro dei bacini idrici vallesani. Un’analisi di cui ha parlato di recente il «Tages Anzeiger» e che non è ancora del tutto conclusa. I primi risultati ci dicono che in Vallese sono almeno sette le dighe circondate da pareti potenzialmente instabili. Rocce e massi che se dovessero cadere in acqua potrebbero creare delle onde in grado di superare i muri di contenimento. Le conclusioni di questo studio sono attese per la fine del 2026 e al momento, sottolineano i gestori di questi impianti, la sicurezza è garantita. La frana nei pressi della Grande Dixence rappresenta tuttavia un primo, piccolo, segnale di allarme. Da non sottovalutare.