Un Museo che mette radici

Uscire dalle mura del museo per collegarsi al territorio e soprattutto alla gente che questo territorio lo vive ogni giorno. È quanto propone il Museo Hermann Hesse Montagnola a Collina d’Oro con un nuovo progetto partecipativo che quest’anno invita ad avvicinarsi al famoso scrittore tedesco attraverso uno dei temi a lui più cari: il giardino. Se nelle sale della Torre Camuzzi, oltre a visitare l’allestimento permanente, è possibile immergersi nei giardini protagonisti della vita di Hesse presentati in una mostra temporanea, all’esterno e nelle vicinanze si percepisce subito qual è oggi il significato di un giardino, dei suoi fiori, delle sue piante. Alla loro ombra, all’entrata del Museo, è stato infatti realizzato un tavolo alto la cui base è un compost, parola che si ritrova nel titolo dell’esposizione: Nei giardini di Hesse: tra compost, arte e consapevolezza. Quest’ultimo termine ha molteplici significati in relazione al progetto, dalla sensibilità nei confronti dell’ambiente fino all’attitudine dei cittadini del Comune di Collina d’Oro rispetto a un bene culturale quale è il Museo Hermann Hesse. Il suo direttore artistico e operativo Marcel Henry spiega come l’intento del nuovo progetto partecipativo – curato dall’etnologa nonché mediatrice culturale Veronica Carmine e che culminerà nel 2027 con le celebrazioni dei 150 anni dalla nascita dello scrittore – sia quello di consentire al Museo di mettere radici nel territorio in modo da crescere su basi solide.

I giardini poetici

Uno scrittore di lingua tedesca nella realtà della cultura svizzero-italiana è una fonte di ricchezza che può però incontrare qualche difficoltà a livello di legame con il territorio e di promozione. Marcel Henry, che dirige il Museo Hermann Hesse dal 2023, raccoglie la sfida di migliorare il dialogo fra queste due anime dell’istituzione puntando sulla partecipazione della popolazione. Cittadine e cittadini sono chiamati ad andare oltre il ruolo di fruitori di eventi proposti dal Museo – peraltro numerosi, differenziati e destinati a un pubblico di ogni fascia d’età – diventando protagonisti delle nuove proposte. Spiega il direttore: «Giardini poetici è il primo atto del progetto partecipativo #HesseMontagnola27 che ci accompagnerà ancora per due anni fino al 150. della nascita dello scrittore. Nello spazio pubblico di Montagnola abbiamo disposto partendo dalla centrale Piazza Brocchi delle installazioni realizzate in collaborazione con undici associazioni attive nel Comune di Collina d’Oro. Liberamente visibili, raccontano la comunità nella sua diversità attraverso le caratteristiche di ogni ente, un fiore e una parola simboli della loro identità e non da ultimo brevi testi di Hesse sulle rispettive specificità. In effetti AGISCO, ASSI, ATTE, Collina In Festa, Collina d’Oro Musica, FC Collina d’Oro, Grüpp di Griss e di Peraa della Collina d’Oro, Stangon da Carabieta, Tennis Club Collina d’Oro, The Golden Hill Voices e Unihockey Collina d’Oro si occupano di promuovere attività diversificate quali musica, letteratura, sport e occasioni conviviali. Non mancano gruppi la cui attenzione è rivolta in particolare a determinate fasce della popolazione come i bambini e gli anziani. In questa preziosa occasione promossa dal Museo Hesse viene evidenziata la connessione fra la vita comunitaria odierna, interpretata come un giardino vivo e plurale, e la figura del famoso scrittore, premio Nobel per la Letteratura nel 1946, che per oltre quarant’anni (dal 1919 al 1962, anno della sua scomparsa) ha vissuto a Montagnola, apprezzandone la natura e la tranquillità.

«Questa visione del giardino comunitario ideata da Veronica Carmine – precisa Marcel Henry – ha favorito il coinvolgimento di undici associazioni nell’elaborazione e nella realizzazione della mostra temporanea outdoor (fruibile fino al 12 ottobre) offrendo lo spunto a tutti i visitatori di approfondire l’opera di Hermann Hesse. Ogni postazione offre infatti citazioni dell’autore che possono essere l’occasione per andare alla scoperta dell’opera che le racchiude. Hesse è stato un appassionato giardiniere in tempi in cui questa attività da parte di un letterato godeva nel suo Paese d’origine di poca considerazione per non dire che veniva apertamente dileggiata come in una copertina della rivista Spiegel del 1958. Oggi invece esiste una nuova sensibilità, maturata anche in relazione ai cambiamenti climatici». L’iniziativa, sostenuta dal Comune di Collina d’Oro, è arricchita da un’agenda collaterale volta sempre a promuovere la cura dell’ambiente in sintonia con lo spirito di Hesse che si occupava personalmente del verde in cui erano immerse le sue abitazioni, da ultimo l’ampio giardino della Casa Rossa a Montagnola. La natura rappresentava per Hesse una fonte di equilibrio e di ispirazione per la sua scrittura. Oltre a diversi concerti e alla festa artistica per il compleanno dello scrittore lo scorso 2 luglio, il calendario prevede il prossimo fine settimana un corso di acquarello con escursioni e pittura all’aria aperta (un ulteriore richiamo a una delle passioni di Hesse) e appuntamenti autunnali che porteranno il progetto anche al di fuori dei confini comunali.

L’intento del direttore Henry è infatti quello di allargare l’interesse raggiungendo la vicina Italia. «Dal nord giungono i visitatori desiderosi di ripercorre le tracce dello scrittore, ma possiamo ugualmente guardare a sud con progetti legati ai temi caratteristici di Hesse, in modo da favorire un approccio più soft, garante di maggiore continuità nel tempo». Prosegue l’intervistato: «Un museo letterario monografico come il nostro necessita di un flusso continuo di visitatori corrispondente a un appoggio ideologico e morale a sua volta essenziale per garantire l’impegno finanziario degli enti che lo sostengono, oggi rappresentati da Comune, Cantone, fondazioni e privati».

Con lo sguardo al futuro

Partito due anni fa con un workshop che accoglieva in primis le idee del team del Museo e di due persone esterne, il progetto partecipativo ha ora trovato una linea anche se la caratteristica di questo genere di approccio è la flessibilità. È inoltre sempre necessario un impegnativo lavoro di ascolto e motivazione da parte di chi guida il progetto, in questo caso Veronica Carmine. Unitamente a Marcel Henry promuove la visione che porterà alle celebrazioni del 2027 quando è previsto un nuovo allestimento permanente che possa integrare anche le voci della popolazione e un grande progetto partecipativo in fase di elaborazione. Già delineati invece i contorni dell’elemento centrale dell’anno prossimo. Marcel Henry: «L’idea per il 2026 è quella di dar vita a un teatro partecipativo, magari itinerante, ancora più aperto rispetto all’iniziativa di quest’anno nel senso di estendere a tutte e tutti gli interessati la possibilità di essere parte del progetto creativo e rappresentativo anche perché il teatro fa ricorso a numerose competenze». Da segnalare inoltre che dallo scorso anno il Museo dispone di un atelier in centro paese per offrire spazio di lavoro a giovani artisti, inaugurato quest’anno con la presenza di Valerio Abate. Proveniente da diverse esperienze nel mondo dell’arte nello spazio pubblico, il direttore è sensibile a questo tipo di connessione con l’opera di Hermann Hesse, come dimostra anche la mostra pop-up proposta il 6-7 settembre al Garage Collina d’Oro a Gentilino, dove saranno presentate le opere di sei artisti il cui lavoro è strettamente legato alla natura e agli alberi, con i quali Hesse nutriva un intenso legame.

Permettere alla popolazione locale di scegliere parte del profilo del Museo è secondo Marcel Henry la strategia per rafforzare il legame fra le due entità e di conseguenza la posizione dell’istituzione museale che in generale da torre d’avorio quale era un tempo tende oggi a diventare parte integrante del tessuto comunitario. D’altronde nel 2022 la conferenza generale dell’International Council of Museums (ICOM), di cui Marcel Henry è membro a livello del comitato svizzero, ha aggiornato la definizione di museo sulla base di tre concetti: inclusione, partecipazione, sostenibilità. L’aspetto sociale ed ecologico di queste istituzioni è quindi non solo una sfida ma pure un obbligo. Il Museo di Montagnola si è incamminato su questa via con i giardini di Hesse, reali e comunitari.

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