Emissioni di CO2, l’Ue allenta le regole

Una spada di Damocle incombeva sull’industria automobilistica. Se ne parlava da tempo e rischiava di mandare a gambe all’aria i più grossi gruppi automobilistici. Stiamo parlando delle stringenti normative relative alle riduzione delle emissioni di CO2 imposte dal Parlamento europeo che penalizzavano con multe milionarie chi non era in grado di rispettarle. Dalla politica deriva la corsa all’elettrico, alle zero emissioni, degli ultimi anni. Corsa che non ha regalato i risultati aspettati. È sotto gli occhi di tutti: l’elettrico funziona, sempre di più, ma le vendite sono sotto le aspettative.

Ecco allora che lo scorso mese di maggio il Parlamento europeo è corso ai ripari approvando a larga maggioranza una modifica legislativa che introduce maggiore flessibilità nei criteri per la riduzione delle emissioni di CO2 da parte dei costruttori di autovetture e furgoni. Il provvedimento ha raccolto 458 voti favorevoli, 101 contrari e 14 astensioni. L’obiettivo è dare sostegno a un comparto industriale e strategico in un momento caratterizzato da una transizione tecnologica importante e da una crescente concorrenza globale proveniente soprattutto dalla Cina. Il nuovo meccanismo riguarda il triennio 2025-2027 e permette ai costruttori di calcolare la conformità ai limiti di immissione non più su base annuale ma come media su tre anni. Ecco allora che lo spauracchio delle multe, salatissime, viene messo da parte.

Eventuali sforamenti temporanei potranno essere compensati da risultati migliori negli anni successivi. La proposta approvata dal Parlamento è parte del piano d’azione industriale per l’automotive annunciato dalla commissione europea lo scorso 5 marzo. Ne aveva parlato a gennaio Ursula von der Leyen: «Obiettivo rafforzare la competitività europea in un settore messo sotto pressione della rapidità dell’innovazione tecnologica». «Questa flessibilità temporanea non indebolisce gli obiettivi climatici», si affrettano a precisare da Bruxelles.

Margini più gestibili

Restano invariati: dal 2025 al 2029 le emissioni di CO2 delle nuove auto e dei nuovi furgoni dovranno essere ridotte del 15% rispetto ai livelli del 2021. Ma adesso i margini sono più gestibili per le imprese. Per favorire la rapida adozione della misura il Parlamento ha scelto di attivare la procedura d’urgenza, strumento previsto dai regolamenti Ue per le leggi prioritarie. Siamo di fonte è una trasformazione green epocale che deve essere sostenuta anche da misure che tengano conto della realtà produttiva e degli equilibri globali. Resta tuttavia l’impegno europeo a non abbassare la guardia sugli obiettivi ambientali, che prevedono lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. È una misura ponte, destinata a facilitare un percorso. In termini calcistici si potrebbe dire «salvati in corner»: questo tenta di fare il Parlamento europeo. Il rischio concreto era che «Il bando immediato dei motori termici potrebbe portare all’effetto Havana: consumatori non pronti all’elettrico costretti a mantenere veicoli vecchi e inquinanti» ha scritto Ola Källenius, Presidente della European Automobile Manufacturers’ Association e numero uno di Mercedes Benz Group AG, nel mese di luglio su «The Economist». Una vera e propria distorsione. L’invecchiamento del Parco circolante come effetto collaterale delle politiche ambientali troppo rapide e non accompagnate da adeguate leve economiche. Se gli Stati non aiutano i loro cittadini con adeguati incentivi economici, molti automobilisti non saranno in grado di sostituire la loro vecchia automobile. Ecco allora che si ottiene un risultato diametralmente opposto a quello che si voleva. Non una decarbonizzazione diffusa, ma un immobilismo della mobilità definito per classi sociali che porta a un congelamento del mercato.

Famiglie spaccate

E se l’acquisto dell’automobile è il secondo più importante in termini economici dopo quello della casa, ecco chiarirsi la diffidenza che sta entrando all’interno delle famiglie. Discussioni transgenerazionali tra genitori e figli ma anche tra marito e moglie. Lo sa bene il manager di Mercedes Källenius la cui moglie è una green influencer della Green Globe Organization. Ecco allora che seduti a tavola, durante la cena, la moglie spinge per l’ibrido plug-in e per elettrificare l’intera gamma Mercedes Benz.  Oltre alla riduzione delle emissioni di CO2 c’è un obiettivo altrettanto importante perseguito negli ultimi anni dall’Ue e dai costruttori automobilistici: annullare la mortalità per incidenti stradali entro i 2050. «A Helsinki l’ultimo incidente stradale mortale si è verificato oltre un anno fa, era il luglio del 2024» hanno dichiarato l’amministrazione comunale e la polizia della capitale finlandese che conta 690’000 abitanti, che arrivano a un milione e mezzo nell’area metropolitana. Limiti di velocità più bassi» spiega Roni Ultrainen, ingegnere che si occupa del traffico per la capitale nordica. Secondo i dati raccolti dall’amministrazione il rischio di mortalità per i pedoni è stato ridotto del 50% abbassando i limiti di velocità da 40 a 30 km/h in gran parte dell’area residenziale della città. A questo si aggiungono oltre 70 autovelox e un rigoroso sistema di controlli e sanzioni. Un obiettivo che a Helsinki è stato già centrato con 25 anni di anticipo. Per le zero emissioni, invece, a Helsinki e nel resto d’Europa bisognerà attendere ancora un po’. Meglio tardi che mai, comunque.

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