La vita di Dutti in 90 secondi

15 maggio, mattina: l’ultima prova  costumi
Monika Schmid è bravissima nel suo mestiere. Come costumista ha già lavorato per molti film per il cinema e serie TV. Gli abiti ideati per il dramma storico Zwingli (in cui si narra la vita e l’opera del celebre riformatore protestante, Ndr) le sono valsi il Premio del Cinema Svizzero nel 2019.

Al momento è impegnata in un progetto il cui risultato sarà di soli 90 secondi. Stiamo parlando dell’ultimo spot pubblicitario della Migros, che racconta la storia del fondatore Gottlieb Duttweiler in fast motion.

Monika Schmid ci tiene a questo progetto come fosse un lungometraggio. Insieme al suo team ha allestito un enorme magazzino di costumi in un ex centro logistico nella Pfingstweidstrasse di Zurigo.

Camicette, gonne e sottovesti, borsette, collane di perle, cravatte e abiti maschili – tutti dagli anni Venti agli anni Cinquanta – sono appesi disposti in file nel bianco abbagliante dei tubi fluorescenti. Già solo la scelta di copricapi è enorme: spazia dalla coppola all’elegante Borsalino.

Dove prende tutte queste cose Monika? «Sono oggetti che abbiamo noleggiato da costumerie in tutta Europa», spiega. «Per poterlo fare bisogna coltivare relazioni per anni e instaurare un clima di fiducia. Le costumerie vogliono ovviamente essere sicure di riavere tutto in condizioni impeccabili».

Oggi per Monika Schmid è un giorno importante: l’ultima prova costumi generale prima delle riprese. «Gli attori devono sentirsi a proprio agio nei costumi», spiega Monika. «Solo così l’effetto è davvero realistico».

Quello che intende dire diventa chiaro quando arriva Andrew Greenough, attore inglese poco conosciuto in Svizzera che nello spot interpreta l’anziano Gottlieb Duttweiler. È stato scelto per questo ruolo perché assomiglia incredibilmente al fondatore della Migros. Durante la prova costumi indossa un abito a tre pezzi del 1939. Adesso sì che la trasformazione è perfetta: sembra Dutti in carne e ossa!

15 maggio, pomeriggio: i tesori del negozio di seconda mano
Cambiamo luogo: adesso ci troviamo in un magazzino di Glattbrugg ZH. Qui, la scenografa Su Erdt e il suo team hanno raccolto per mesi una collezione fenomenale di oggetti storici, fra cui mobili d’ufficio antichi, macchine da scrivere, telefoni a disco e televisori a tubo catodico.

«Abbiamo trovato quello che cercavamo nei negozi di seconda mano e nei mercatini delle pulci», racconta la scenografa. «Abbiamo anche comprato alcune cose all’asta su Ricardo»

Ma per lo spot servono anche oggetti che non si trovano più da nessuna parte, come il mitico detersivo «Ohä», lanciato da Dutti nel 1931. Il team della scenografa ha utilizzato come modello foto storiche scovate nell’archivio Migros e riprodotto diverse scatole di detersivo.

La star assoluta fra gli oggetti di scena è un Ford T, che 100 anni fa girava per Zurigo come negozio mobile. Nel 1925, anno di fondazione della Migros, era uno dei cinque furgoni di vendita che Dutti utilizzava per portare i prodotti a prezzi accessibili direttamente alla clientela.

Quest’auto d’epoca appartiene alla Cooperativa Migros di Zurigo. Un pittore di scena ha rivestito accuratamente la preziosa auto con un sottilissimo strato di sapone e argilla curativa. «L’auto non deve sembrare un pezzo da museo scintillante, ma un oggetto di uso quotidiano» spiega la scenografa.

Si capisce subito che Su Erdt non vede l’ora di girare le riprese, ma è anche un po’ tesa. In effetti manca poco e gli oggetti di scena dovranno dare prova della loro efficacia davanti alla telecamera.

21 maggio, mattina: azione sul ponte Münsterbrücke
Oggi è già il terzo dei quattro giorni di riprese e probabilmente la data più importante della produzione dello spot. Il regista Jan-Eric Mack è determinato a realizzare la scena d’apertura di 15 secondi e cioè: Dutti e sua moglie Adele (interpretati da Joe Flynn e Eden Vansittart) viaggiano su un furgone di vendita Ford nell’anno di fondazione della Migros.

Entrambi sfoderano entusiasmo e ottimismo, perché credono fermamente nella loro grande idea: scuotere il paralizzato commercio al dettaglio svizzero con negozi mobili.

È necessaria una mega organizzazione per riuscire nel viaggio indietro nel tempo fino al 1925: il ponte Münsterbrücke di Zurigo è chiuso e gli agenti di sicurezza in gilet arancione fluorescente lo delimitano. Due telecamere immortalano la scena da diverse angolazioni.

L’inquadratura è stata scelta in modo che sullo sfondo sia visibile una fila di case storiche sulla riva sinistra della Limmat, perfette come contesto architettonico per l’anno di fondazione della Migros. Solo una pubblicità luminosa rossa dovrà essere eliminata digitalmente in post-produzione.

L’assistente alla regia pronuncia la magica parola «Azione!» e un pezzo di passato prende vita. Dutti e Adele sono sul ponte davanti al Ford T e presentano la loro merce ai passanti. All’improvviso, due furfanti sfrecciano su una bicicletta sgangherata e scaraventano gli espositori dal banco di vendita per pura cattiveria.

I sacchetti di carta scoppiano, i cornetti e il riso sono tutti sparpagliati sul marciapiede. In una manciata di secondi, la scena mostra chiaramente che per Gottlieb e Adele non sono state tutte rose e fiori prima che la Migros avesse successo.

Bisogna ricominciare più volte prima che la scena sia finalmente come desiderato: succede infatti che i passanti nascondano l’azione, o che il gilet arancione di un agente di sicurezza si rifletta sul parabrezza dell’auto d’epoca.

Nel frattempo, su Zurigo si addensano nuvole grigio-nere e sembra arrivare un acquazzone, ma il regista non si scompone e va avanti finché non ha ripreso tutto. «Alla fine il cielo cupo è stato un regalo», ammetterà più tardi con un sorriso. «Era perfetto per la scena che dovevamo girare».

Terminate le riprese, la troupe è soddisfatta e al contempo un po’ malinconica, perché l’intenso periodo delle riprese è quasi finito. Il regista riassume lo stato d’animo generale: «A tutti noi piacerebbe continuare e fare un lungometraggio su Dutti».

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