Un’intrigante avventura su rotaia

L’estate è una stagione fra le più ricche di iniziative quando si tratta di sfruttare al meglio la bellezza dei nostri territori. Se a ciò aggiungiamo il fascino di uno spettacolo all’aperto e l’empatia che sviluppa grazie alla contagiosa magia di un racconto… il teatro prende vita.

Certamente occorre mettere assieme molti ingredienti. A cominciare dalla scelta di uno scenario naturale che sappia sorprendere anche nel più timido dei suoi scorci, a cui va aggiunta una storia fatta rivivere attraverso i suoi protagonisti in contesti narrativi dove la memoria è fondamentale.

Da sempre la nostra attenzione si rivolge maggiormente alla dimensione teatrale di alcune iniziative che hanno il merito di attrarre il pubblico con spensieratezza e che soprattutto si lasciano ricordare.

A distanza di anni dalla sua prima edizione, abbiamo voluto ripercorrere un tratto della Centovallina (Ferrovia Vigezzina-Centovalli) nello spettacolo che il Teatro Dimitri ha creato chiamando a raccolta una trentina di persone di ogni età fra attori, comparse, musicisti, ferrovieri e cuochi per un teatro itinerante su rotaia con festa finale.

Centovalli-Cento ricordi nasce nel luglio del 2012 per iniziativa di Dimitri, una sorta di omaggio alla sua terra voluto dal popolare clown con una storia che viene raccontata da Verscio a Camedo, a bordo di un treno e nelle stazioni. Il successo fu immediato tanto da essere replicato l’anno seguente.

Nel 2019 nasce una seconda edizione con il titolo La canzone della valle e, sebbene fosse venuto a mancare il suo ideatore scomparso nel 2016, lo spirito non cambia come pure il cast multigenerazionale degli interpreti e il nucleo creativo composto da Masha Dimitri con il regista Livio Andreina, la scenografa e costumista Anna Maria Glaudemans e il compositore Oliviero Giovannoni. È ancora un grande successo interrotto però dalla pandemia.

Si arriva così, a grandi falcate, a luglio 2025 con il debutto della terza tappa di Centovalli-Cento ricordi. C’è un nuovo titolo, Robinia delle Valli, ed è una storia movimentata e avvincente che vede protagonista una figura femminile ispirata a Robin Hood: un’eroina forte e coraggiosa decisa a lottare contro le ingiustizie.

Tutto ha inizio a fine pomeriggio. Il raduno è nella corte del Teatro Dimitri di Verscio: famiglie al completo di villeggianti e un buon numero di indigeni non vogliono mancare all’appuntamento. La canicola sembra proporre una tregua quando i potenziali viaggiatori vengono invitati a spostarsi nel parco adiacente dove alberi e sculture ricordano i grandi clown del passato: da Grock ai Fratellini, da Marceau a Dimitri sotto un grande arbusto piantato da lui stesso.

A far da pronuba c’è la Capostazione Giuseppina (Masha Dimitri), figura sorridente e indispensabile per unire tutti i fili del racconto e accompagnare gli spettatori. A poco a poco i personaggi principali vengono presentati in una versione bilingue perfettamente equilibrata, con scene che riassumono il clima della vicenda e sulle note dell’orchestrina che accompagna l’intero spettacolo. Le Centovalli che ci vengono descritte sono abitate da poveri contadini che devono sottostare alle tasse ingiuste di un Conte che comanda nella regione oltre a subire gli appetiti finanziari di un commerciante di mais. Tutto ciò genera scontento e desiderio di ribellione a cui si aggiunge la presenza del brigantaggio.

Nonostante l’evidente ispirazione dall’eroe di Sherwood, l’adattamento e la regia di Livio Andreina restituiscono molti aspetti della storia locale e ci ricordano le condizioni di miseria che la popolazione subiva in passato. Emerge il personaggio di Robinia (l’eccellente Benedetta lele), ragazza forte e decisa, un’arciera formidabile e paladina degli oppressi. Non esita a creare la banda degli Uccel di bosco, ladruncoli e poveracci con cui fomentare la ribellione per riscattare la popolazione dalla la miseria.

Robinia viene da subito inseguita dai buffi sgherri del Conte (Emerson Vergel e Veronica Naretto) mentre sua figlia Mary scappa di casa rincorsa dalla Contessa-madre (Sissi Coppe). Saranno le due costanti d’animazione per tutto il viaggio. E il pubblico si fa subito complice, sin dal momento di salire a Verscio sulla Centovallina quando la narrazione si caratterizza con una prossimità vivace e ben articolata. I personaggi attraversano il pubblico scandendo slogan e messaggi ripetuti in nome della libertà, dell’uguaglianza. Rivendicano un mondo migliore e protestano contro gli affaristi improvvisati e le tasse che dovrebbero pagare i più ricchi rispetto ai meno abbienti.

La storia prosegue, anche sulle note dell’orchestrina che punteggia l’itinerario e accompagna canzoni corali. Una sosta a Intragna si trasforma in un teatro all’aperto dove si ricorda un passato di emigrazione in cui i giovani spazzacamini partivano per l’Italia del Nord in cerca di lavoro. Nel frattempo alla banda dei ribelli si aggiunge Little John (Marco Cupellari) che, nonostante un acrobatico duello con i bastoni, nasconde un debole per Robinia. A Camedo tutti scendono. I briganti riescono a scoprire il tesoro nascosto nelle scarpe del mercante di mais, un evasore fiscale e ladro di contadini: verrà messo alla pubblica berlina. Il pubblico viene infine fatto accomodare nella grande sala di Kaiopoli per assistere all’epilogo. Un finale a cui segue una festa popolare con gli applausi più che meritati ai numerosi interpreti che per oltre tre ore hanno tenuto alta la tensione narrativa.

Un bell’esempio di come la fantasia può sostenere la memoria in un rito collettivo vissuto attraverso le suggestive gole centovalline e una natura impervia, selvaggia, affascinante.

Uno spettacolo leggero ma intenso, animato da uno straordinario affiatamento. Dopo una ventina di repliche lo spettacolo si è concluso il 23 agosto.

Related posts

Una prigione alla fine del mondo

Dalla Liguria all’Olanda, e ritorno

Un giardino esoterico nel cuore della Maremma