Che cosa significa casa per te?

È la casa nei suoi molteplici significati il fil rouge del Diario scolastico della Svizzera italiana 2025-2026 che accompagna la vita di numerosi studenti di più ordini di scuola. Dapprima immacolata, con il profumo della carta (riciclata) appena stampata, l’agenda si arricchisce nei mesi di annotazioni, disegni, adesivi, diventando espressione delle singole personalità. Il tema dell’anno scolastico iniziato settimana scorsa è stato scelto in relazione all’accoglienza di chi arriva in Ticino nel contesto migratorio. Giovani residenti nei centri d’asilo federali e cantonali e altri della Svizzera italiana hanno scritto i testi su cosa significa casa per loro. La stesura è avvenuta tramite l’associazione Fabbrica di Ospitalità, nata meno di due anni fa da un gruppo di studentesse e studenti dell’Accademia di architettura di Mendrisio con l’intento di creare occasioni di incontro e scambio tra migranti e popolazione locale.

Rispondere alla domanda «Che cosa significa casa per te?» – titolo dell’86a edizione del Diario scolastico della Svizzera italiana pubblicato dalla casa editrice iet – Istituto Editoriale Ticinese – non è sempre facile, soprattutto se si sta sperimentando la precarietà di un percorso migratorio. Vivere in un luogo stabile, ma pure risiedere solo per un determinato periodo in una regione come fanno le popolazioni migranti, implica una diversa percezione e visione del concetto di casa. Concetto che in italiano sta tutto racchiuso in una parola, mentre ad esempio l’inglese differenzia l’edificio (house) dal luogo dove ci si sente a proprio agio (home). Nell’agenda, tra le pagine del calendario, si trovano testi di giovani provenienti da ogni parte del mondo e residenti nei centri d’asilo al momento del Laboratorio di scrittura che li ha visti riuniti per questo progetto. Ci sono inoltre le riflessioni sul senso della casa di alcuni studenti iscritti al Bachelor in Lavoro sociale alla SUPSI e di giovani adulti appartenenti alla comunità Rom. Nel complesso, attraverso dodici testimonianze, ci si confronta con le caratteristiche estetiche e abitative di alcune case, sul vissuto all’interno di altre abitazioni, sulle emozioni, sul senso di accoglienza o ancora su più aspetti riuniti.

Curato da Irene Genni dell’associazione Fabbrica di Ospitalità, il Laboratorio di scrittura ha visto la partecipazione anche di Delia Giandeini, attiva nell’ambito del lavoro sociale e divenuta membro dell’associazione. «Quest’ultima – precisa Delia Giandeini – è un’organizzazione molto flessibile, senza una sede fissa in Ticino, che promuove le proprie attività secondo l’evoluzione dell’attualità in ambito migratorio e i bisogni ad essa legati». La sede dell’associazione si trova a Ginevra presso lo studio degli architetti Vanessa Lacaille e Mounir Ayoub, professori invitati nel semestre autunnale 2023-2024 all’Accademia di architettura di Mendrisio dove hanno animato l’Atelier di progettazione. Ai loro studenti hanno chiesto di lavorare con la popolazione locale e le persone richiedenti l’asilo per realizzare insieme modelli fisici di possibili alternative alle condizioni di accoglienza esistenti. Oltre al contatto con i centri di accoglienza presenti in Ticino e agli incontri spontanei nelle strade della zona di confine, l’esperienza è stata arricchita da un soggiorno sull’isola di Lampedusa. Il lavoro è poi proseguito all’Accademia fino a giungere al progetto collettivo di Casa dell’ospitalità, costituito da un modello (in scala naturale) di un camera di un centro di accoglienza cantonale realizzato in prossimità del Centro culturale di Chiasso e da una serie di eventi di riflessione. L’associazione è nata da questa esperienza, siccome i partecipanti desideravano sviluppare i legami instaurati durante il periodo dell’Atelier. Oggi, oltre a voler pubblicare il lavoro svolto durante il semestre di due anni fa, l’associazione continua a proporre occasioni di incontro fra popolazione locale e migranti sfruttando gli eventi presenti sul territorio e in base agli interessi dei partecipanti. Il Laboratorio di scrittura per il Diario scolastico rientra fra queste attività. Delia Giandeini cita inoltre «passeggiate, atelier creativi, incontri al parco o al lago, grigliate, presenza ai mercatini e nelle scuole», aggiungendo che «sovente i ritrovi sono di natura informale, organizzati con poco anticipo». Più articolata la collaborazione dell’associazione (assieme a Mendrisiotto Regione Aperta) con Slow motion, organizzato dal Festival internazionale di narrazione di Arzo (svoltosi dal 21 al 24 agosto 2025). Precisa la nostra interlocutrice: «Slow motion è un laboratorio teatrale (sostenuto a livello cantonale e federale) che permette a persone con esperienze e origini diverse di conoscersi, raccontarsi e creare insieme uno spettacolo».

Tornando al Laboratorio di scrittura, quali case ci raccontano i testi dell’Agenda? Alcuni redatti in lingua italiana, altri tradotti rimanendo fedeli alla versione originale, gli scritti evocano emozioni, ricordi, gli affetti più cari, luoghi perduti o sognati. «La mia casa sono le persone che amo» conclude il suo contributo Rahela, 27enne Rom nata in Svizzera. Anche per Natalia, giovane svizzera di 26 anni, la casa è «fatta di persone e di momenti, di porte aperte, viaggi in macchina, partite a calcetto». Per Alpha Oumar (34 anni ) della Guinea la casa è il suo rifugio di pace. La casa come rifugio anche per Christian (Italia e Guatemala, 22 anni) che cita la canzone dei Pinguini Tattici Nucleari: «Perché le case, in fondo, sono solo scatole, dove la gente si rifugia quando fuori piove». Ci sono però anche memorie di case fisiche, centenarie, case dove si è trascorsa l’infanzia, dove si trova il calore del camino acceso o ancora dove risiede la famiglia e si accumulano i ricordi.

L’agenda 2025-2026, con copertina e illustrazioni sul tema della casa firmati da Milly Miljkovic, racchiude come sempre molto altro. In primo luogo il tema della casa è ripreso in brevi frasi che spaziano da proverbi a citazioni di autori famosi come architetti, scrittori, scienziati, pittori, personaggi storici o ancora protagonisti dei fumetti. Anche in questo caso si può compiere un giro del mondo virtuale per scoprire lo sguardo sulla casa nella prospettiva di culture diverse. Il tema scelto ha quindi sia un lato intimo, quale è quello della propria abitazione, sia una valenza che invita ad aprirsi al mondo. Nel medesimo spirito si trovano ulteriori curiosità sulla casa curate, come le citazioni, da Ella Barella. Ecco allora scoperte di natura etimologica come il vero significato della parola iglu, altre riguardanti la casa di Giulietta a Verona, le alte case di Amsterdam o ancora i Noren, le tende divisorie della tradizione giapponese. Completano il Diario, il calendario scolastico ufficiale per tutta la Svizzera italiana, proposte di lettura del festival Storie controvento, giochi e link con consigli per la salute, il benessere e il tempo libero, senza dimenticare gli spazi liberi per le annotazioni personali.

La storica agenda scolastica della Svizzera italiana offre ancora una volta ai giovani della regione un interessante spunto di riflessione. A coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, condividendo il loro non sempre facile vissuto, ne è stato consegnato un esemplare. Non tutti hanno potuto essere raggiunti, poiché le norme vigenti sulla migrazione hanno portato alcuni di loro lontano. Le storie dei partecipanti a questo progetto attraverso l’associazione Fabbrica di Ospitalità hanno però trovato spazio di pubblicazione e quindi occasione di lettura e di ascolto. Per continuare a offrire accoglienza, i membri dell’associazione cercano nuove leve in modo da assicurare il ricambio di chi da studente è nel frattempo diventato attivo professionalmente con di conseguenza minor tempo a disposizione. Perché anche l’associazione– si legge nel Diario scolastico – «può essere pensata a sua volta come una casa simbolica dove le persone possono passare un po’ di tempo e creare dei bei ricordi».

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