Valle Onsernone tra natura, storia e spiritualità

C’è il territorio prealpino e alpino, vasto, anche impervio, solcato e disegnato dal fiume Isorno e dal suo affluente Ribo. Ci sono montagne, sentieri, rifugi dove gli escursionisti si riposano e si rifocillano. Ci sono i villaggi, ex Comuni, dove vivono circa 900 abitanti, storico esempio di resilienza e volontà di intere generazioni a non voler abbandonare questo lembo di terra racchiuso tra Val Rovana, le Terre di Pedemonte e le Centovalli, con un confine condiviso con l’italica Val Vigezzo. La Valle Onsernone da sempre è stata caratterizzata da un’economia rurale e forestale, con un invidiabile rispetto e una cura per la natura. Una filosofia di vita e un impegno concreto nella salvaguardia del proprio territorio che recentemente le è valso il riconoscimento internazionale di Villaggio degli Alpinisti (primo del genere in Ticino), risultato di grande soddisfazione per la comunità vallerana, che testimonia di quanto sia pagante una scelta virtuosa proiettata verso un futuro a misura d’uomo e d’ambiente.

Ma oltre alla natura, in Onsernone c’è la continua ricerca di una «cifra» spirituale, ad immagine dei continui restauri di edifici religiosi, chiese, oratori, Vie Crucis. Tra gli ultimi progetti avviati vi è quello della definitiva sistemazione del tetto della chiesa di San Remigio a Loco, primo luogo di culto della valle e che nella sua forma primitiva risale al VI-VII secolo. «Purtroppo, nonostante vari interventi nel passato, l’edificio si trova in uno stato di conservazione precario. Il tetto, nei passati decenni, ha accusato cedimenti strutturali di alcune parti dell’antica carpenteria, manifestatisi in crepe dei muri visibili dalla navata e in infiltrazioni di acqua piovana. Per evitare un suo ulteriore aggravamento con serie conseguenze, dobbiamo procedere all’impermeabilizzazione di parte della vecchia copertura in tegole. Inoltre, le problematiche legate all’assorbimento dell’umidità proveniente da contro montagna, riguardano anche le pareti e parte del pavimento lastricato; ciò ha via via peggiorato lo stato della muratura, come anche la conservazione delle opere d’arte contenute al suo interno. Tutti gli interventi avranno naturalmente la supervisione e l’approvazione dell’Ufficio cantonale Beni Culturali, perché la chiesa di San Remigio è un bene protetto», spiega Roberto Carazzetti, presidente del Consiglio parrocchiale di Loco che un anno fa, tramite l’Assemblea, ha stanziato circa 134’000 franchi per la realizzazione di un progetto preliminare di restauro che dovrebbe avviarsi entro il prossimo autunno.

A Comologno, quasi alla fine della valle, è la Fondazione delle Cinque Terre, costituita nel 2003 da (ex) Comune, Patriziato e Parrocchia, a ricercare fondi per garantire il buono stato di monumenti e realizzare nuovi terrazzamenti con muri a secco. La chiesa parrocchiale intitolata a San Giovanni Battista martire risale alla fine del XVII secolo, mentre il campanile è del 1715. L’edificio conserva al suo interno cinque altari e una pala del 1710, raffigurante la Deposizione. Sul pendio sotto la chiesa e intorno al contiguo cimitero troviamo le caratteristiche 14 cappelle della Via Crucis, dono della famiglia Remonda, decorate nel ’700 da Giuseppe Maria Borgnis di Craveggia in Val Vigezzo. Le cappelle sono state poi ridipinte nel 1952 da quattro artisti ticinesi (il Gruppo dei Quattro): Emilio Maria Beretta, Mario Marioni, Pietro Salati e Alberto Salvioni. «Nel corso di questi ultimi anni sono state eseguite delle importanti opere di restauro murario e pittorico delle cappelle della Via Crucis, sotto l’esperta guida dell’architetto Maria Rosaria Regolati e sostenute da contributi di enti pubblici e privati. Ma essendo esposte alle intemperie necessitano di continui e costosi interventi, come del resto la chiesa parrocchiale che presenta preoccupanti infiltrazioni d’acqua dal tetto. In questo periodo stiamo raccogliendo i 40’000 franchi dell’ultima tappa di lavori nella chiesa», ci dice Fabio Gamboni, presidente della Fondazione Cinque Terre di Comologno.

Ma oltre al sacro, la Valle Onsernone riserva anche un’adeguata riconoscenza ad una spiritualità profana, «laica». Come la recente inaugurazione delle tre pietre d’inciampo ai Bagni di Craveggia, antica stazione termale in territorio di Spruga, frazione dell’ex Comune di Comologno (vedi articolo sotto), piuttosto che il progetto «Salei per tutti», vale a dire l’adattamento della Capanna Salei nel territorio di Vergeletto (a quota 1777 m s.l.m.), raggiungibile con una teleferica da Zott, in funzione dell’utilizzo del rifugio anche per persone con disabilità. La magnifica vista della Valle Onsernone fino al Lago Maggiore alla portata veramente di tutti.

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