E la cooperativa resiste

by Claudia

La scorsa settimana è stata celebrata, per iniziativa dell’ONU, la giornata mondiale delle cooperative. È una ricorrenza che non si può lasciar trascorrere senza citarla, nell’anno del centenario della Migros. Gli storici ci dicono che la società cooperativa, è nata nel XIX secolo come cooperativa di consumo per facilitare l’approvvigionamento della popolazione operaia, in rapida crescita, nelle città inglesi toccate dalla rivoluzione industriale. Tra le prime cooperative viene sempre citata la «Rochdale Pioneers», sorta negli anni Quaranta del XIX secolo per l’appunto in questa cittadina nella periferia della Grande Manchester. A Rochdale ci sono passato una volta sola, per caso. Era una sera primaverile e, con uno dei miei nipoti, stavo andando a vedere il derby tra Manchester United e Manchester City nel, per me, rinnovato stadio dell’Old Trafford (che ora, a quanto pare, si vuol di già sostituire). Avevamo preso il bus perché un tremendo temporale, sopravvenuto in inizio di serata, aveva interrotto la comunicazione ferroviaria con il centro della metropoli. Forte delle mie conoscenze profittai della lunga pausa che il bus fece alla stazione di Rochdale per istruire mio nipote sull’importanza del luogo e, più in generale, della cooperativa come forma di società commerciale. Gli ricordai dapprima perché le cooperative di consumo nacquero nel nord dell’Inghilterra nel pieno dello sviluppo della rivoluzione industriale. Gli dissi poi che, sin dall’inizio, Rochdale Pioneers ebbe un gran successo. Il numero dei suoi soci e la sua cifra d’affari aumentarono rapidamente. Presto il suo esempio fu seguito da centinaia, migliaia di altre cooperative di consumo. In seguito lo informai che, appena una ventina di anni dopo l’avvio dell’esperimento di Rochdale, anche a Bellinzona venne creata una cooperativa di consumo. Purtroppo, come tante altre di quel periodo, non ebbe lunga vita. Flavio Poli, nella sua storia delle cooperative, precisa che il periodo d’oro per la creazione delle stesse, in Ticino, furono i primi due decenni del secolo ventesimo e, in particolare, il periodo della Prima guerra mondiale. È in quell’epoca – e, in particolare, in seguito all’enorme aumento dei prezzi durante la Prima guerra mondiale – che per molte famiglie ticinesi, il problema di far quadrare il bilancio divenne quasi insolubile. Le cooperative aiutarono allora ad assicurare l’approvvigionamento in beni di prima necessità, a prezzi convenienti, delle famiglie a reddito basso. Ma le prime cooperative non erano solamente un’istituzione per contenere il rincaro dei beni di prima necessità. Un’altra loro caratteristica importante è che vendevano a credito. Gli acquisti della famiglia operaia venivano notati sul famoso «libretto della cooperativa» che veniva saldato a fine mese o a fine quindicina quando il capo-famiglia riceveva la paga. Cose inimmaginabili in tempi di TWINT come quelli in cui viviamo! La cooperativa era quindi anche un’istituzione che permetteva alla famiglia di non dover dipendere da negozianti troppo esosi, o di dover chiedere anticipi a qualche strozzino per saldare i suoi debiti. Feci osservare ancora a mio nipote che le cooperative non esistono solamente nel settore della distribuzione dei beni di consumo. Da noi infatti è largamente diffusa, specie nei grandi agglomerati urbani, la cooperativa di costruzione che cerca di calmierare l’evoluzione dei prezzi degli alloggi. Lo informai, infine, che le cooperative raccolgono il loro capitale in modo diffuso e non perseguono unicamente l’obiettivo del maggior profitto. II capitale della cooperativa è assicurato dalle quote versate dai soci. Poiché si tratta di piccole somme la cooperativa è formata, in generale, da un largo numero di soci. Per i critici dell’istituzione questa è probabilmente una delle sue maggiori debolezze perché ne ostacola la capacità di decidere rapidamente. Non credo che la mia lezione sulla cooperativa alla stazione del treno di Rochdale abbia avuto un grande esito. Mio nipote infatti era concentrato sulla partita e temeva che il temporale e il percorso a zig-zag del bus che si spostava da una località suburbana alla prossima ci avrebbe fatto perdere la prima parte della partita. Per finire, riuscimmo ad approdare, ancora abbastanza asciutti, ad Old Trafford, qualche minuto prima dell’inizio dello scontro.