Salma

by Claudia

Il rider e gli studenti americani avevano la stessa età: vent’anni. Ma vite incommensurabili. Avery e Kyle erano in vacanza. La città eterna come prima tappa di un viaggio di piacere. Il rider invece ci era arrivato non per sua scelta, quando il padre era riuscito a ricongiungersi con la famiglia, lasciata in Bangladesh.

Aveva impiegato dieci anni a stabilizzarsi: era commesso notturno in uno dei minimarket della città. Per i tre figli nati in Italia sognava un futuro diverso. Ai maggiori, arrivati troppo grandi, nella migliore delle ipotesi sarebbe toccato il suo. Najmul era rider per un’azienda di delivery, Salma in casa in attesa di un marito.

Najmul scorrazzava in sella a una bici elettrica dalle ruote grosse, di qua e di là per una città che si riprometteva di conoscere, un giorno, ma che era rimasta per lui un mistero: un reticolo di strade luminose nel display del cellulare attaccato al manubrio. Ritirava pizze, hamburger e polli fritti; consegnava di sera o di notte – l’ora in cui la gente si ricorda di dover mangiare. Casco scuro, manopole, gilet catarifrangente ad alta visibilità: anonimo fra mille altri. Affidabile però. Ottimo rendimento. L’algoritmo lo premiava.

Poi venne l’ordine di Avery e Kyle. Consistente, perché dovuto a improvvisa fame chimica, regolarmente pagato con l’app. La freccetta mobile sul display condusse il rider in zona san Pietro. Suonò il citofono del b&b per annunciarsi. Non rispose nessuno.

Aveva fretta, come sempre, poiché aveva preso altre tre consegne da effettuare in un’ora: notte, giorno festivo, maltempo, paga extra. Suonò di nuovo. Ma neanche stavolta qualcuno rispose. Il palazzo era buio, le finestre del b&b al primo piano illuminate. I clienti erano dunque in stanza. Situazione inedita. Il peggio che gli era capitato erano proteste, talvolta veementi e sgarbate, sul ritardo. Il meglio, frequente, la mancia.

Chiese a fatica istruzioni al telefono (non parlava italiano). Gli mandarono il numero della persona che aveva effettuato l’ordine. Ma il telefono squillava a vuoto. La cena si raffreddava nella cubica borsa termica. Il rider schiacciò i tasti dei citofoni di tutto il palazzo per farsi aprire cancello e portone e suonare direttamente alla porta del b&b. Ma nessuno volle aprire alla figura inquietante col casco nero.

Un inquilino gli suggerì di lanciare il pacco oltre il cancello. Certi corrieri facevano così. Ma il rider aveva bisogno di riscontro. Cominciava a inquietarsi. Il reclamo per mancata consegna poteva compromettere il suo rendimento e perfino determinare la risoluzione del contratto. Suonò ancora, ritelefonò al cliente. Poi andò in panico.

Le videocamere del b&b inquadrarono una sgranata sagoma nera che con fare sospetto scavalcava il cancello con un oggetto fra le mani, s’arrampicava sui vasi del giardino e tentava di penetrare sul balcone. La padrona chiamò il 112 e si precipitò sul posto.

Così Avery e Kyle, che avevano comprato roba cattiva per strada, attratti dal basso costo delle dosi, furono trovati esanimi nel letto. Lei in coma etilico, o qualcosa di simile, lui talmente strafatto da non ricordare dove fosse. Li portarono al pronto soccorso, dove si rimisero in salute sicché proseguirono il viaggio.

Invece il rider scomparso sotto la pioggia nella notte, che aveva violato il domicilio, fu rintracciato e identificato. Bici, casco e gilet non facevano parte del kit rider, i documenti inviati via app corrispondevano a un certo Najmul. Ma la figura ripresa dalle videocamere aveva lunghissimi capelli neri, ed era una ragazza.

Ai due fratelli la sostituzione era sembrata un gioco facile e innocente: quando Salma pedalava al suo posto, Najmul poteva fare un altro lavoro. Allora non esisteva nessuna rider e nessun padre avrebbe permesso alla propria figlia di girare di notte in bicicletta per una città come Roma.

La proprietaria del b&b non volle sporgere denuncia. Dopotutto il gesto improvvido della rider aveva forse salvato la vita dei due scriteriati studenti americani. Salma dovette rinunciare alla bicicletta, alle consegne e alla notte.

Non so che ne è stato di lei. Qualche tempo fa, però, al semaforo una ciocca di capelli neri svolazzava dal casco di un rider