Una classifica delle IA

by Claudia

È un periodo strano: l’avvento, o meglio, l’irruzione dell’intelligenza artificiale nella nostra quotidianità è talmente massiccio che, come giornalisti, non si può evitare di occuparsene. Non per formulare particolari ragionamenti intelligenti sulla sua esistenza, o per portare argomenti decisivi alla discussione pro o contro il suo uso. Semplicemente per cercare di fare un punto quotidiano sulle migliaia di opinioni che circolano e che è sempre difficile sistematizzare. Con la sicurezza, oltretutto, che mentre ci si ferma a riflettere, a disquisire, a mettere i puntini sulle «(A)i», lo strumento è già ampiamente usato in moltissimi contesti, tanto che il recente blackout di ChatGPT, rimasto fuori uso per circa tre ore, sembra aver gettano nello sconforto i suoi utilizzatori usuali.

Sì, perché molti forse non si sono resi conto che l’IA è diventata uno strumento di lavoro quotidiano. La sua facile raggiungibilità, la sua velocità di reazione, la rendono preziosa, visto che sa mettere le mani, oltre che nella formulazione, anche nel riassunto di testi. Attività utilissima per chiunque abbia mai dovuto occuparsi di redigere un verbale di una riunione di lavoro durata magari qualche ora. Grazie all’IA oggi è possibile registrare le conversazioni, farle sbobinare dal sistema e chiedergli di prepararne una sintesi, magari mettendo in rilievo i passaggi operativi più importanti.

Insomma, rassegniamoci pure alla pratica del lavoro automatizzato, il cui scopo è del resto, da sempre, affidare alle macchine i compiti più gravosi per l’uomo. In questo contesto quindi vorremmo impostare una discussione pratica, ad uso di chi fosse ancora dubbioso, e mostrare come avvicinarsi concretamente all’uso quotidiano dell’IA. Anzi, la nostra proposta, dopo varie settimane di uso e di esame, sarebbe di stilare una vera e propria classifica dei «motori IA» disponibili gratuitamente. Vi ricordo che per accedere in modo utile a questa tecnologia è sufficiente disporre di un normalissimo Smartphone, ma soprattutto di essere in grado di scaricare le apposite App dagli «Store» ufficiali di Google e di Apple. Qui il discorso si fa già spinoso. Oltre alla difficoltà della procedura in sé (che chiede spesso la password del proprio account utente, e che in pochi ricordano), ci sono obiettivi rischi di scaricare programmi non proprio innocui (è degli scorsi giorni la notizia che Google ha rimosso dal proprio Play Store varie App IA, che venivano usate in modo subdolo per generare valute digitali all’insaputa degli utilizzatori). Quindi attenzione a far capo alle risorse ufficiali delle App di cui vi parleremo.

Detto questo, se vi sentite pronti per l’avventura, sappiate che praticamente tutti i programmi di IA sono offerti in una versione gratuita sotto forma di chat, in cui interagire dialogicamente con un interlocutore robotico.

Dopo averne provati diversi, dunque, il nostro consiglio (del tutto soggettivo) è di iniziare con Gemini, proposto da Google. Forte dei miliardi di informazioni disponibili al celebre motore di ricerca, il suo uso è davvero soddisfacente (è in grado di fornire tra l’altro utili consigli per lo shopping!): come per tutti i chatbot, il modo più semplice per interagire con lui è quello di porre una domanda precisa. Ad ogni questione il motore risponderà offrendo, a complemento dell’informazione, la fonte da cui ha tratto la risposta. Questo è molto importante. Anzi fondamentale. In questa modalità, l’uso dell’IA non differisce molto dalla consultazione di Wikipedia. Senonché le capacità di sintesi e di organizzazione dei contenuti è davvero rimarchevole. Altrettanto autorevole, e corroborato dall’uso di milioni di persone che ne aggiornano i database, è naturalmente ChatGPT. Il suo livello di prestazioni è ottimo, ma spesso meno preciso di Gemini. A un livello più basso metteremmo Claude, della ditta francese Anthropic, interessante, ma spesso «fantasioso». Consigliabile, per divertimento, anche un giretto sul cinese Deepseek, ma più che altro perché le sue allucinazioni sono a volte divertenti. Pare lo stiano migliorando, staremo a vedere. Intanto e comunque: attenzione, sempre, alle risposte…