Dal ponte che crolla all’albero che vola

by Claudia

Fotografia: cronaca visiva di mezzo secolo in una mostra dedicata a Luisoni che, sfidando il tempo, ha documentato i cambiamenti del Mendrisiotto

Ha compiuto pochi mesi fa 80 anni, 50 dei quali dedicati da artigiano / artista / fotografo al suo Mendrisiotto. Attento testimone dei cambiamenti intervenuti in questo mezzo secolo e altrettanto attento a non cadere nella trappola della nostalgia dei tempi che furono, ha sottolineato con le sue immagini vuoi le bellezze vuoi le magagne della sua terra. La Valle di Muggio in particolare, dove Giovanni Luisoni è approdato dopo l’adolescenza trascorsa a Stabio. Oramai innumerevoli le sue pubblicazioni, dove spesso la prefazione è affidata all’amico Alberto Nessi, il quale lo ha definito «un cacciatore d’immagini».

Un cacciatore curioso, che ti scopre un ritratto di Cristoforo Colombo incorniciato dal telaio di una finestra e minacciato dall’edera; paziente quanto basta per aspettare sia il momento clou della demolizione del vecchio ponte di Castel San Pietro, sia per documentare un «Albero che vola» da far invidia al realismo magico di Gabriel G. Marquez! La pazienza, tuttavia, Luisoni la testimonia forse soprattutto nella sua tenacia, volta alla ricerca della luce giusta con cui poi giocare col suo amatissimo bianco&nero in una baraonda di ombre e chiarori.

Al cantore per eccellenza del nostro sud, la galleria fotografica più a nord del Ticino – Casa Donetta a Corzoneso – dedica una personale, (Cinquant’anni a passo d’uomo) accompagnata da tre immagini scattate dal «Rubertun». Una mostra che sottolinea ancora una volta il rispetto che Luisoni nutre nei confronti dei suoi soggetti, ritratti con un’empatia tale che potrà sfuggire solo allo spettatore più distratto. È ad esempio commovente l’immagine della vedova che veglia sulla lapide del marito nel cimitero di Erbonne, sulle falde italiane del Generoso. Nettamente più distesa, ovviamente, l’atmosfera d’amicizia che si percepisce nel ritratto del grafico Max Huber, sorridente e sornione nella sua casa di Sagno. Riguardo alla sua maestria nel gestire il b&n, Luisoni raggiunge forse l’apice con gli «Scolari», colti durante una lezione di disegno all’aperto su una stradina di Morbio: un groviglio di chiaroscuri!

Altra peculiarità che ci sembra di poter cogliere negli stilemi di Luisoni, è la sua voglia di frapporre volentieri davanti all’obbiettivo un ostacolo (vuoi un minaccioso e prepotente muro, oppure una più discreta rete metallica, o ancora un velo, appena) per poi svelarci quanto ci sia oltre questi ostacoli.

All’insegna del carpe diem possiamo tranquillamente situare «Al pallone sulla via»: un contrasto aereo tra due ragazzini che si contendono il pallone.

Non poteva infine mancare un omaggio a quella civiltà contadina che il suo maestro Guido Pedroli documentò nella sua apoteosi di metà Novecento. Luisoni sembra volerne ritardare la scomparsa definitiva: scova un taglialegna definito addirittura «Tritatutto» o la casa dove si producono ancora i famosi furmagin da la Val da Mücc. Con due diagonali a tagliare l’inquadratura, ecco poi il rientro alle stalle di una decina di mucche, pacificamente in fila indiana.

Dopo il finissage in Val di Blenio, le stesse foto – epperò con l’aggiunta di qualche inedito – saranno proposte a partire dal 17 maggio al Museo Etnografico della Valle di Muggio a Cabbio.