Per il bene del micio e della popolazione felina

by Claudia

Mondoanimale: la castrazione dei gatti domestici e randagi è fondamentale per la loro salute: le considerazioni e i suggerimenti della Protezione Svizzera degli Animali

Pare provocatorio chiedersi se in Svizzera e in Ticino ci siano troppi gatti domestici, ma secondo gli esperti non vi sono dubbi sull’incremento esponenziale del numero dei felini negli ultimi anni. Una tendenza che si è ulteriormente accentuata negli anni della pandemia (ciò vale per tutti gli animali domestici). Un’attitudine globale, suffragata dalle statistiche di The Ecology Global Network che attualmente indicano tra 600 milioni e un miliardo il numero totale di gatti al mondo, dei quali circa 100 milioni selvatici, 480 milioni randagi e 373 milioni stimati domestici. Su incarico dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria (USAV), uno studio condotto dal Veterinary Public Health Insititute indica che la Svizzera si difende altrettanto bene con approssimativamente a 225mila esemplari la presenza di felini selvatici (incustoditi) e domestici in Svizzera.

L’incremento esponenziale del numero di gatti tocca anche il Ticino: i dati registrati sulla banca ANIS indicano che in otto anni i gatti registrati con microchip sono praticamente triplicati. Ciononostante, il nostro cantone non si posiziona nei primi posti per numero di gatti presenti sul territorio, piazzandosi solo a metà della classifica in cui domina Zurigo con 120mila gatti registrati e chiude Appenzello Interno con sole poche centinaia. Va ricordato che questi numeri riflettono solo una parte della realtà, in quanto relativi ai gatti che sono stati dotati di microchip e registrati sulla banca dati nazionale. Ciò significa che in alcuni cantoni il tasso di gatti può essere maggiore rispetto a quelli censiti. Ad ogni modo e in termini assoluti, le ultime stime valutano il numero di felini «ticinesi» tra gli 80 e i 100mila esemplari. Dati che, al di là di tutto, testimoniano il grande legame che abbiamo nei confronti di questi animali che, insieme ai cani, fanno parte del quotidiano di tantissimi svizzeri e ticinesi. D’altra parte, non possiamo esimerci dal pensare ad alcune inevitabili ripercussioni che comporta il loro aumento esponenziale degli ultimi anni.

Sul tema si sono seriamente chinati l’USAV e la Protezione Svizzera degli Animali (PSA), con considerazioni, suggerimenti e soluzioni adeguate e necessarie per una convivenza che sappia preservare la salute dei nostri beniamini felini. Con l’obiettivo del «bene del vostro micio e della popolazione felina», la PSA si allinea all’USAV con il motto «Castrazione anziché soppressione dei gatti», invitandoci a riflettere sul fatto che: «Le riproduzioni incontrollate possono portare a cucciolate indesiderate che, a loro volta, possono essere pericolose sia per la madre sia per i cuccioli appena nati. Esse contribuiscono anche alla sovrappopolazione felina, con l’aumento del rischio di abbandono, abuso o uccisione». Sono i motivi per i quali il sodalizio si impegna attivamente nella castrazione dei gatti randagi che indica come «metodo più rispettoso degli animali per impedirne la prole indesiderata». Si rimanda alla responsabilità dei detentori di gatti domestici con una profonda convinzione: «La castrazione dei gatti domestici e randagi ha un’importanza fondamentale per proteggere la loro salute e il loro benessere». D’altronde, l’articolo 25 cpv. 4 dell’Ordinanza sulla protezione degli animali (OPAn) USAV riporta chiaramente che «il detentore di animali deve adottare i provvedimenti del caso per evitare che questi si riproducano in modo incontrollato».

Due gli argomenti salienti citati dalla PSA a favore della castrazione: «I gatti castrati vivono notevolmente più a lungo; l’impulso di cercare un partner viene a mancare e, con esso, i pericoli a cui esso si espone girovagando per strada (traffico, ferite dovute alle baruffe coi rivali, malattie contagiose). Inoltre, il numero di gatti è sufficientemente elevato e sta di fatto che tanti sono randagi, mentre molti attendono un’adozione nelle pensioni per animali. Castrando il proprio gatto si impedisce che la popolazione prolifichi in queste condizioni disagiate e, contemporaneamente, aumentano le possibilità di trovare casa e collocazione per i gatti dei pensionati per animali». Ai detrattori di questo metodo di controllo delle nascite, si chiede di riflettere. «La castrazione non comporta degli svantaggi, ma solo pregiudizi al riguardo. Uno dei più comuni è quello secondo cui il gatto castrato aumenta di peso perché si muove meno. Se un gatto diventa o meno in sovrappeso dipende piuttosto dal suo proprietario e dalla quantità di cibo che riceve. È invece vero che nei gatti castrati talvolta si forma la pancia “cascante” riconducibile a una debolezza della pelle e dei tessuti connettivi e, quindi, nulla ha a che vedere con il sovrappeso».

Altro preconcetto da smentire è che i gatti castrati non riescono più a catturare i topi: «Una leggenda senz’altro sfatata dal fatto che l’impulso della caccia non ha niente a che fare con quello di fecondazione. Al contrario, i gatti castrati sono spesso i cacciatori migliori perché non devono più impiegare le loro energie nelle lotte di conquista del territorio o per allevare la prole». Un’altra convinzione infondata riguarda il fatto che un gatto debba assolutamente figliare almeno una volta altrimenti assumerebbe strani comportamenti: «Si tratta di nostre proiezioni e, quindi, del nostro modo di interpretare gli istinti animali, basandoci sull’esperienza umana». Rassicurazioni giungono anche sulla presunta pericolosità della pratica di castrazione: «Di norma è un intervento di routine che non presenta pericoli. Per i gatti maschi (incisione microscopica nelle sacche dei testicoli) è un’operazione ancora più semplice di quanto lo sia per le femmine alle quali, per estrarre le ovaie, è praticata un’incisione sulla parete dell’addome, successivamente ricucita con un paio di punti». Interventi che possono essere affrontati da animali sani senza alcun problema, è la rassicurazione della PSA che chiude il discorso con un’ipotetica panoramica della crescita dei gatti se si escludesse la castrazione: «Considerato che una coppia di gatti annualmente mette al mondo due nidiate, e per ciascuna sopravvivono tre cuccioli, dopo sette anni da noi si avranno oltre 420mila gatti!».